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Armonizzazione della filiera musicale: in gazzetta ufficiale il decreto ministeriale

Si tratta di un provvedimento deludente e privo di prospettive di sviluppo del sistema. Come richiesto anche dalla FLC CGIL l’attuazione parte nel 2019/2020. Necessarie modifiche significative.

05/11/2018
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È stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 3 novembre 2018 il decreto ministeriale 382 dell’11 maggio 2018 sull’armonizzazione dei percorsi formativi della filiera artistico-musicale adottato ai sensi dell’articolo 15 del decreto legislativo 60 del 13 aprile 2017.

Il provvedimento entrerà in vigore il 18 novembre 2018 e quindi, ai sensi dell’art. 15 comma 5 del citato decreto legislativo, esplicherà i suoi effetti nell’anno scolastico e nell’anno accademico 2019/2020.

Il Decreto è composto dall’articolato (9 articoli) e dai seguenti allegati:

Tabella A - Prove di accesso ai corsi di diploma accademico di primo livello degli istituti superiori di studi musicali di cui all’art. 2 comma 2 della legge 508/1999

Tabella B - Repertori obbligatori per le prove di accesso ai corsi di diploma accademico di primo livello degli istituti superiori di studi musicali di cui all’art. 2 comma 2 della legge 508/1999

Tabella C - Requisiti teorici e di cultura musicale di base e repertori di riferimento per il primo strumento per l’ammissione al primo anno del liceo musicale

Tabella D - Prove di accesso ai corsi di diploma accademico di primo livello dell’Accademia Nazionale di Danza

Tabella E - Requisiti di accesso ai corsi propedeutici presso gli istituti superiori di studi musicali di cui all’art. 2 comma 2 della legge 508/1999

La nostra scheda di lettura

Commento

La definizione di un quadro di riferimento nazionale riguardo alla filiera dell’istruzione musicale appare un’esigenza ineludibile. La profonda trasformazione dell’offerta formativa delle istituzioni afam del settore musicale, lo sviluppo impetuoso dei corsi ad indirizzo musicale nella secondaria di I grado, la nascita del Liceo Musicale nella secondaria di II grado, stanno comportando grandi conflittualità tra istituzioni che spesso operano su studentesse e studenti della stessa fascia di età.

Questa delicata situazione avrebbe consigliato un approccio partecipativo riguardo all’armonizzazione dei percorsi del settore musicale. Invece, come denunciato a suo tempo dalla FLC CGIL, in perfetta continuità con il recente passato, il decreto ministeriale è stato elaborato da oscuri gruppi di lavoro ed emanato in fretta e furia al termine dell’esperienza del governo Gentiloni. È assai probabile che la decisione di pubblicare comunque il provvedimento darà fiato a proteste e contenziosi, inasprendo ancor più le conflittualità già in essere. Insomma esattamente il contrario di cui questo settore avrebbe avuto bisogno.

Riguardo ai contenuti, il decreto riduce il tema dell’armonizzazione della filiera musicale unicamente al problema dei livelli di accesso ai vari percorsi (Liceo musicale, corsi propedeutici, diploma accademico di I livello) e alla durata massima dei percorsi propedeutici.

Riguardo al primo aspetto le soluzioni adottate sono le seguenti

  • per l’accesso al Liceo Musicale sono definiti specifici repertori di riferimento (invece il DLgs 60/17 parla di requisiti formativi)
  • per l’accesso ai corsi propedeutici sono definiti i requisiti di accesso ma non i repertori
  • per l’accesso ai diplomi accademici di I livello sono definiti sia i criteri che i repertori obbligatori

Insomma l’approdo a cui giunge il DM 382/18 è assai simile a quello della Commissione Fedele (dal nome dell’allora Ministro della Pubblica Istruzione) che insediatasi nel 1926 per elaborare la riforma dei Conservatori, produsse quattro anni dopo unicamente un repertorio (peraltro assai discusso) di autori e brani da presentare agli esami finali.

La scelta operata dal DM 382/18 è ancor più discutibile se si tiene conto che istituzioni scolastiche e afam sono dotate di specifiche e particolari autonomie. Nel settore scolastico si tratta di un brusco ritorno al passato con la definizione di programmi uguali per tutte le istituzioni del Paese indipendentemente dai contesti sociali e culturali di riferimento.

Da rilevare l’incongruenza tra accesso al Liceo Musicale e ai percorsi di Diploma Accademico I livello che prevedono specifici repertori e uscita dai medesimi percorsi definiti in termini di profili, risultati di apprendimento, obiettivi specifici, ecc. Riguardo al Liceo Musicale, inoltre, non vi è alcun riferimento a quanto si realizza nelle scuole ad indirizzo musicale, nonostante il Regolamento sui Licei preveda che essa debba assicurare “la continuità dei percorsi formativi per gli studenti provenienti dai corsi ad indirizzo musicale” (DPR 89/10 art. 7 comma 1, terzo periodo). Insomma un pasticcio determinato da una evidente mancanza di una visione d’insieme delle questioni in campo.

Riguardo ai corsi propedeutici, il risultato è un compromesso tra chi voleva percorsi di breve durata (un anno) e chi percorsi più estesi (cinque anni) che inevitabilmente andavano a sovrapporsi ai percorsi scolastici. Da tutta questa discussione dai toni aspri e ultimativi, mancano totalmente norme che garantiscano la possibilità alle studentesse e agli studenti anche se privi di mezzi economici, di poter frequentare percorsi di studio musicali erogati da istituzioni statali. Sintomatico è a questo proposito la l’indicazione di repertori per l’accesso a percorsi di studio presso il Liceo musicale relativi a strumenti non presenti nell’offerta formativa della secondaria di I grado. Il messaggio è chiaro: per accedere a questi percorsi, devi studiare privatamente…

Pertanto trova conferma il CGIL già espresso dalla FLC CGIL: si tratta, in conclusione, di un decreto deludente che non solo elude i veri problemi di questo settore, ma che rischia di aggravarli. Per questo motivo, sfruttando la saggia decisione di rinviare di un anno la sua attuazione, chiederemo l’attivazione di un’ampia consultazione con chi opera quotidianamente nelle Istituzioni della filiera musicale per giungere a modifiche significative del provvedimento.

Nonno, cos'è il sindacato?

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