Incontro al MIUR sul riordino del sistema di reclutamento nel settore AFAM: bene l’avvio, ma lontani gli obiettivi della FLC CGIL
Il 22 settembre si è svolto al MIUR l’incontro delle organizzazioni sindacali col Gabinetto del Ministro e il Dipartimento per la formazione superiore e per la ricerca.
All’ordine del giorno il Regolamento sul Reclutamento del settore AFAM, che dovrebbe approdare in Parlamento prima della fine della Legislatura.
Come per tutti i settori del comparto della Conoscenza, le regole per il reclutamento rappresentano il presupposto per superare il precariato con i dovuti processi di stabilizzazione. Quindi è cosa buona che il Ministero abbia prodotto un documento che dovrebbe approdare al Consiglio dei Ministri verso la fine di settembre. Ma avremmo sperato di trovare un testo che parlasse del futuro riordino in termini di qualità dell’offerta formativa con i dovuti investimenti.
Il tema è affrontato senza risorse aggiuntive, con un farraginoso sistema di percentuali di assunzioni annue affidate all’autonomia dei direttori, che anche attraverso il sistema della conversione dei posti possono assumere il personale docente ed ATA necessario all’istituzione. E proprio sulle conversioni, purtroppo, in troppe sedi i Direttori hanno iniziato già a utilizzare questo strumento per evitare artatamente di assegnare gli insegnamenti ai precari della ex 128.
Rimangono inevase le richieste della FLC CGIL, che chiede da sempre una fotografia dell’esistente per garantire una fase transitoria di assunzioni ai docenti precari che da anni permettono un corretto funzionamento del sistema. A tutt’oggi non hanno visto realizzato il passaggio a pieno titolo nei ranghi del personale AFAM a tempo indeterminato, dalla GET alla GNET, dalla Legge 143 alla ormai non più tanto recente ex legge 128, mentre si sta formando un nuovo precariato forte dei 36 mesi di servizio, ancora senza alcun diritto.
In assenza di una legge quadro che riorganizzi complessivamente il sistema AFAM e dopo un’attesa di quasi venti anni di deleterio immobilismo organizzativo, l’unica possibilità di poter riordinare vagamente le procedure istituzionali è affidata a un DPR, che si spera venga poi affiancato dal DDL Martini che ne strutturi ulteriormente il quadro e dia sicurezze legislative alla ex legge 128.
La FLC CGIL nell’approccio alla bozza di Decreto si è trovata di fronte a una serie di parziali soluzioni, alcune inaccettabili, perché materia di Contrattazione collettiva e non di dispositivi legislativi, come la mobilità e la questione della seconda fascia, e altre pericolose, come i concorsi di sede e l’eccessiva autonomia locale.
Certo bisogna ammettere che con la bozza di decreto si dà una risposta alla richiesta della FLC CGIL e alle esigenze dei docenti della graduatoria ex 128, perché per la prima volta viene ritenuta utile per l’assegnazione del ruolo a tempo indeterminato in un provvedimento autonomo e efficace. Ma il sistema delle percentuali di attribuzione dei posti nel contesto dell’autonomia delle istituzioni rischia di rendere purtroppo molto lontana questa aspettativa.
Nei giorni seguenti daremo notizia delle specifiche e puntuali osservazioni che spediremo al Ministero, per far sì che il testo finale recepisca quanto oggi è stato espresso negli interventi al tavolo e senz’altro metteremo in campo le iniziative necessarie a far sì che il tema del precariato storico venga coniugato con la qualità dell’offerta formativa delle istituzioni pubbliche.