Comunicato stampa e documento votato dall'Assemblea straordinaria della Conferenza dei Rettori
Ruolo docente a pieno titolo per i ricercatori e no al blocco dei concorsi
Comunicato stampa e documento votato il 4 Febbraio dall’Assemblea straordinaria della Conferenza dei Rettori
La CRUI chiede leggi ordinarie ed un progetto organico per l’Università
Sullo Stato giuridico i Rettori delle Università Italiane ritengono indispensabile la trasformazione del disegno di legge delega in disegno di legge ordinaria e ribadiscono che il documento approvato dall’Assemblea nella scorsa seduta vuole rappresentare una base di discussione e di approfondimento proprio per la ripresa della dibattito parlamentare.
La trasformazione in legge ordinaria permetterà di sviluppare meglio le diverse proposte, compresa quella di un nuovo ruolo della docenza universitaria che includa a pieno titolo anche gli attuali ricercatori. La CRUI ritiene inoltre che la riduzione a un anno del periodo necessario per la conferma dei ricercatori vanifichi il significato dei giudizi stessi che non hanno nessun senso dopo un solo anno di servizio.
Per i concorsi i Rettori chiedono con forza l’individuazione di soluzioni rapide che non comportino blocchi sia per l’assunzione degli idonei che per le previste scadenze concorsuali del prossimo 15 aprile. Inoltre le norme relative alla verifica del possesso dei requisiti minimi per l’attivazione dei corsi di studio risultano irrealistiche nell’impossibilità di procedere ad assunzioni e concorsi.
E’ quanto emerso oggi dall’Assemblea straordinaria della Conferenza dei Rettori riunita per discutere dello stato giuridico e del decreto legge governativo sulla programmazione delle esigenze di personale delle università.
I Rettori sottolineano che la legge finanziaria attribuisce alla "valutazione" del ministero una esclusiva funzione di controllo delle compatibilità di spesa rispetto alle risorse a disposizione degli Atenei e che qualsiasi diversa interpretazione di tale norma rappresenta un attacco inaccettabile all’autonomia universitaria.
La CRUI ribadisce inoltre l’impossibilità degli atenei di definire programmi triennali di spesa per il personale in assenza di una corrispettiva programmazione degli investimenti da parte del governo.
In generale i rettori valutano con estrema preoccupazione la tendenza a riformare l’Università procedendo per frammenti invece di rifarsi ad un progetto organico. L’Università, composta da Atenei statali e non statali, ha una responsabilità pubblica, che comporta problemi non banalizzabili né risolvibili con iniziative "decisioniste", come ad esempio quella assolutamente non riproponibile della trasformazione delle Università in fondazioni.
IL DOCUMENTO
L'Assemblea straordinaria della Conferenza dei Rettori italiani, riunita a Roma il 4 febbraio 2005, riafferma in primo luogo il carattere e il significato del documento Principi e criteri per la revisione del reclutamento e dello stato giuridico dei docenti universitari diffuso nei giorni scorsi. Aperto a ogni ulteriore contributo, esso intende favorire l’individuazione di un punto di equilibrio il più possibile avanzato rispetto sia alle posizioni inaccettabili dalle quali si è partiti (e che permangono in gran parte nel testo predisposto dalla VII Commissione della Camera), sia alle oggettive difficoltà finora incontrate nella elaborazione di ipotesi alternative effettivamente praticabili e condivise.
A questo riguardo la CRUI valuta positivamente la larga convergenza verificatasi con il CUN. Rileva nel contempo il buon esito dell’ incontro con i Presidenti delle Conferenze dei Presidi delle Facoltà italiane che ha portato alla costituzione di un apposito Gruppo di lavoro che proseguirà nell’ approfondimento delle varie questioni. La CRUI avverte l'esigenza che la discussione si sviluppi ulteriormente, come in parte è già accaduto con un primo incontro tra il Comitato di Presidenza e il Coordinamento nazionale dei ricercatori universitari, e che ciò avvenga facendo riferimento agli effettivi contenuti, alla effettiva portata e alle ulteriori possibilità di approfondimento delle varie proposte, ivi compresa quella di un nuovo ruolo della docenza universitaria in cui possano rientrare anche gli attuali ricercatori.
La CRUI chiede con forza che la ripresa della discussione parlamentare del disegno di legge governativo si sviluppi tenendo conto in maniera sostanziale delle proposte avanzate e di ogni altra indicazione utile e costruttiva che l'ambito universitario vorrà suggerire. In questa prospettiva l'Assemblea della CRUI impegna i rettori a sviluppare e a favorire ogni iniziativa opportuna nelle singole sedi e invita il Comitato di Presidenza a proseguire nel confronto con le organizzazioni della docenza e dei ricercatori universitari, nella convinzione che solo una larga convergenza su obiettivi condivisi e praticabili possa conferire all'Università italiana la necessaria autorevolezza e capacità di interlocuzione, nell'interesse dell'istituzione e di ciò che essa rappresenta al di là di ogni logica di schieramento, ricercando a questo fine la massima condivisione possibile sul merito delle questioni.
L’ Assemblea ribadisce che è comunque pregiudiziale, anche rispetto a ogni ulteriore confronto con le forze parlamentari, la trasformazione del disegno di legge-delega in una legge ordinaria della quale si possano valutare con piena cognizione contenuti e conseguenze.
1. L'Assemblea straordinaria della CRUI ha successivamente preso in esame la situazione che si è determinata in seguito al decreto-legge governativo che stabilisce la data del prossimo 31 marzo entro la quale formulare e trasmettere al Ministero i programmi riguardanti il fabbisogno di personale delle Università, così come stabilito nella Legge finanziaria, e che riduce a un anno il periodo, finora di tre anni, per il giudizio di conferma per i ricercatori universitari. I motivi di sconcerto e di allarme determinati dal suddetto annuncio sono stati aggravati dalle successive disposizioni fatte pervenire ai rettori dal Ministro, con le quali si vorrebbero interrompere o bloccare le procedure concorsuali in attesa della valutazione dei programmi delle università.
Contemporaneamente sono pervenute alle università le norme relative alla banca dati dell’offerta formativa e alla verifica del possesso dei requisiti minimi, norme che non tengono conto né del lungo blocco delle assunzioni né delle scadenze per far fronte ai requisiti minimi richiesti con la programmazione della docenza.
La CRUI non ravvisa in alcun modo le ragioni per le quali si debba ricorrere per le materie in questione allo strumento del decreto-legge, ovvero all’ emanazione di direttive che travalicano le norme legislative di riferimento e ledono l’ autonomia universitaria. La CRUI giudica un siffatto metodo del tutto inaccettabile e indicativo di un atteggiamento del Ministro che, ove non fosse prontamente corretto, finirà con il vanificare ogni possibilità di raccordo non solo con la CRUI ma con l’intero sistema universitario. Fermo restando che l’adozione di simili provvedimenti potrà anche dar luogo a legittime azioni giuridico-amministrative da parte delle Università.
La CRUI ribadisce che la norma contenuta nella Legge finanziaria attribuisce alla "valutazione" del Ministero una esclusiva funzione di controllo delle compatibilità di spesa rispetto alle risorse a disposizione e al mantenimento del limite del 90% della spesa per il personale di ruolo sul Fondo di finanziamento ordinario di ciascuna università. Qualsiasi diversa interpretazione si configura come un attacco inaccettabile all’autonomia universitaria e alle sue capacità di autoregolamentazione, attacco che il sistema universitario italiano respinge sin d’ ora con assoluta fermezza.
La CRUI fa per altro verso rilevare l’evidente impossibilità nella quale le Università si trovano di poter ipotizzare programmi triennali (come la Legge finanziaria richiede) in assenza di qualsiasi forma di programmazione triennale degli investimenti per l’ Università da parte del Governo, quando, per di più, non si sa ancora come il Ministero intenda distribuire il Fondo di finanziamento ordinario del 2005.
La CRUI dichiara a maggior ragione la sua assoluta contrarietà all’eventuale utilizzo del decreto-legge nella sua fase di conversione per l’inserimento forzato di ulteriori norme destinate ad incidere profondamente sulla vita delle Università, come quella sulla valutazione e sulla programmazione, che non possono prescindere dalla discussione sui modelli da applicare e dalla trasparenza dei criteri, oltre che dal reperimento delle risorse da mettere a disposizione.
La CRUI chiede con forza l’individuazione di soluzioni rapide che mettano nelle condizioni di garantire sia l’assunzione degli idonei sia le previste scadenze per i bandi delle prove di valutazione idoneativa entro il prossimo 15 aprile, ovviamente nel rispetto da parte degli atenei dei limiti in vigore, e fermo restando che l’ attribuzione di contratti a tempo determinato non deve sottostare a vincoli che riguardano il solo personale di ruolo. Parallelamente è indispensabile che le scadenze previste dal DM sulla banca dati dell’ offerta formativa e sui requisiti minimi siano raccordate con le parallele scadenze per la programmazione e quindi posposte al 31 marzo.
Per quel che riguarda la riduzione a un anno del periodo necessario per la conferma dei ricercatori, la CRUI non ravvisa le motivazioni d’ urgenza che giustifichino l’ adozione di un decreto-legge, tanto più tenuto conto del significato che hanno i giudizi di conferma, che non a caso, secondo la norma in vigore, prevedono la costituzione di commissioni incaricate di valutare principalmente la produzione scientifica realizzata tra la presa di servizio e il compimento del periodo di "prova". E’ evidente che a questo fine un solo anno non ha alcun significato.
La CRUI ritiene contraddittorio che, proprio nel momento nel quale si dichiara di voler intervenire sull’intero quadro della docenza universitaria, modificandone i sistemi di reclutamento e lo stato giuridico con la legge in discussione in Parlamento, si ipotizzi un intervento limitato ad una particolare categoria o, meglio ancora, ad una sua fascia, per quanto, certamente, sacrificata sul piano retributivo.
In linea generale la CRUI valuta con estrema preoccupazione la tendenza, che emerge da vari segni, a riformare l’Università suddividendola in frammenti invece di rifarsi ad un progetto organico che preveda interventi su un sistema complesso e non disarticolabile come quello universitario. È un sistema che ha una responsabilità pubblica composto di Università statali e non statali i cui problemi non sono banalizzabili né risolvibili con iniziative "decisioniste" come quella a suo tempo ipotizzata ed oggi assolutamente non riproponibile della trasformazione delle Università in fondazioni.