Corriere della Sera: Docenti solo per concorso. Annullate le promozioni dei tecnici universitari. La decisione del governo dopo l'iniziativa della "Sapienza". L'intervento di Zecchino
L'intervento di Zecchino
Le carriere universitarie passano attraverso i concorsi. Il principio è stato riconfermato dal Consiglio dei ministri che ieri ha annullato, con un procedimento straordinario, il decreto con cui l'università di Roma "La Sapienza" ha inquadrato ope legis nel ruolo di ricercatori 582 tecnici laureati della facoltà medica. Il provvedimento era stato chiesto dal ministro Ortensio Zecchino, sollecitato dai rettori delle università italiane che temevano una valanga di "promozioni" senza concorso da parte dei circa 8 mila tecnici laureati presenti nelle facoltà del paese.
Preoccupazione espressa sul Corriere della Sera anche dal professor Angelo Panebianco che ha definito la vicenda dell'ateneo romano esemplare per quanto riguarda gli avanzamenti di carriera nel settore pubblico fondati su dei "trucchi" e non sul merito. La procedura di annullamento di un atto, attraverso una deliberazione del Consiglio dei ministri, è stata utilizzata in passato pochissime volte. Vi si è fatto ricorso, spiegano al ministero dell'Università, perché non c'erano altri mezzi per opporsi a una decisione presa da un'università autonoma, quindi insindacabile, ma che appariva in contrasto con l'ordinamento generale dello Stato. "Si tratta di un atto di chiarezza importante per il sistema universitario italiano - ha dichiarato il sottosegretario Luciano Guerzoni -. L'iniziativa de "La Sapienza" rischiava di travolgere tutti gli altri atenei con inquadramenti ope legis a catena di tecnici laureati che a norma di legge, a mio parere, non avevano e non hanno diritto all'inquadramento come ricercatori".
Nel gennaio scorso il rettore de "La Sapienza", Giuseppe D'Ascenzo, ha firmato il decreto con cui 582 tecnici laureati venivano promossi ricercatori senza aver superato alcun concorso. Secondo il rettore varie leggi, e in particolare la 370 del Œ99, con la quale ai tecnici laureati delle facoltà mediche viene riconosciuto l'esercizio di una limitata attività di docenza, hanno imposto la nomina automatica a ricercatore. Per il ministero dell'Università, invece, si è trattato di un'interpretazione estensiva, non rispondente alla volontà del legislatore. La decisione dell'ateneo romano non è stata censurata dal Consiglio di Stato, chiamato a pronunciarsi sulla vicenda. Il ministro Zecchino però è andato avanti e alla fine il Consiglio dei ministri ha annullato il decreto del rettore.
Ora si apre un difficile contenzioso. I 582 ricercatori dovrebbero essere ritornare al precedente inquadramento di tecnici laureati per affidare poi le sorti del loro avanzamento di carriera ai concorsi universitari. "In 60 anni di storia repubblicana - ha detto Mario Donisi, coordinatore nazionale dei tecnici laureati - questa è la terza volta che si usa la procedura di annullamento. Si tratta - ha aggiunto - di un atto a tutela della casta universitaria, un atto contro il rettore de La Sapienza".