Documento dello SNUR-CGIL e della CISL UNIVERSITA' sulla riforma della docenza
Lo Snur-Cgil e la Cisl-Università ritengono non più eludibile l’esigenza di potenziare la ricerca scientifica e di incrementare e migliorare l’offerta didattica dell’Università italiana, anche a seguito della riforma degli ordinamenti didattici
Roma, 22 maggio 2002
On.le Silvio Berlusconi
Presidente del Consiglio
Dott.ssa Letizia Moratti
Ministro MIUR
Dott. Michele Di Pace
Capo Gabinetto MIUR
Sen. Franco Asciutti
Presidente VII Comm.ne Senato
On. Ferdinando Adornato
Presidente VII Comm.ne Camera
Prof. Luciano Modica
Presidente CRUI
Prof. Luigi Labruna
Presidente CUN
Lo Snur-Cgil e la Cisl-Università ritengono non più eludibile l’esigenza di potenziare la ricerca scientifica e di incrementare e migliorare l’offerta didattica dell’Università italiana, anche a seguito della riforma degli ordinamenti didattici. Esprimono il proprio convincimento che ciò possa realizzarsi attraverso una nuova qualità e una diversa flessibilità dell’impegno dei docenti, che uno stato giuridico interamente definito per legge non è in grado di assicurare e che non possono essere governate – pena inammissibili distorsioni – da regole unilateralmente stabilite dai singoli Atenei nell’esercizio dell’autonomia regolamentare. Ritengono che la riforma dello stato giuridico dei docenti debba incentivare la presenza dei docenti nelle strutture universitarie e promuovere le capacità professionali attraverso percorsi di carriera connessi alla qualità della ricerca svolta, ai carichi didattici e di lavoro, agli incarichi svolti.
Per realizzare questi fini, propongono una normativa che affidi la regolamentazione degli aspetti professionali e retributivi del rapporto di lavoro alla contrattazione collettiva, ferma restando la regolamentazione per legge del rapporto di ufficio, in particolare per quanto riguarda la garanzia della libertà di ricerca e di insegnamento.
Nel merito, propongono:
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che sia potenziato il CUN, come organo di rappresentanza sistemica e di coordinamento delle autonomie universitarie, composto da rappresentanze dei docenti, del personale tecnico e amministrativo e degli studenti;
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che sia prevista un’unica forma contrattuale (in sostituzione integrale di tutte le forme di reclutamento oggi esistenti: borse di studio, assegni di ricerca ecc.) che abbia caratteri di formazione-lavoro, così preparando all’accesso alla docenza, e che abbia una durata limitata, successiva al dottorato di ricerca o titolo equivalente;
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che sia istituito un unico ruolo della docenza, articolato in più fasce, caratterizzate da uguali diritti e doveri di tipo didattico e scientifico, differenziate per grado di maturità scientifica e professionale, cui si acceda mediante pubblico concorso nazionale regolato in modo da contemperare l’esigenza di una valutazione della comunità scientifica nazionale con l’autonomia della singola sede;
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che il periodo di straordinariato sia unico e collocato al momento dell’ingresso in ruolo;
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che il passaggio tra le diverse fasce consegua al superamento di rigorose procedure nazionali di valutazione individuale dell’attività scientifica, didattica e di servizio effettivamente svolta cui ciascun docente ha l’obbligo di sottoporsi periodicamente;
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che ciascun Ateneo possa bandire il concorso di assunzione del docente non solo per la fascia più bassa e che al concorso possano partecipare, oltre gli esterni, anche docenti già in servizio in un’Università italiana della stessa fascia o di fascia inferiore;
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che la percentuale dei professori a contratto non sia superiore al 20% dei docenti di ruolo in servizio presso la Facoltà;
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che sia superata la distinzione tra regime a tempo pieno e regime a tempo definito, attraverso la definizione di un tempo unico compatibile solo con lo svolgimento di attività professionale regolata da convenzioni tra la committenza e l’Ateneo;
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che siano applicabili ai docenti universitari le norme generali in materia di lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni, in quanto compatibili con le norme speciali e, in particolare, con le imprescindibili garanzie della libertà di ricerca e di insegnamento;
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che il pensionamento avvenga per tutti a 70 anni con possibilità, a domanda, di proroga di altri due anni;
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che la regolamentazione della contrattazione collettiva, nell’ambito dei principi fondamentali del d.lgs. 30 marzo 2001, n. 165, tenga conto delle peculiarità della docenza universitaria;
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che, nelle norme transitorie, sia previsto che i docenti già in servizio possano transitare, a domanda, nel nuovo ruolo ovvero permanere nel vecchio con mantenimento dei diritti acquisiti.
Lo Snur-Cgil e la Cisl-Università chiedono al Governo e al Parlamento di essere ascoltati per meglio spiegare le proprie posizioni. Constatano che il documento sottoscritto da Adu, Andu, Cipur, Cnu, Uil-Paur e Uspur contiene proposte in larga parte coincidenti con quelle qui espresse ed auspicano di poter svolgere con queste organizzazioni un lavoro comune.