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I compensi aggiuntivi previsti dalla Legge Gelmini sull'Università devono essere oggetto di confronto e contrattazione con le associazioni ed organizzazioni sindacali

Domenico Pantaleo scrive ai Rettori delle Università

31/03/2011
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La Legge 240/2010 (riforma dell’Università) prevede che le singole Università possano integrare il trattamento economico per i ricercatori cui siano affidati moduli o corsi curriculari e per il personale docente che contribuisce all’acquisizione delle commesse attraverso specifici regolamenti di Ateneo.

Il segretario generale della FLC CGIL, Domenico Pantaleo, ha scritto una lettera a tutti i Rettori delle Università italiane rivendicando, tra l’altro, che l’assegnazione di compensi aggiuntivi non debba essere lasciata alla deliberazione unilaterale delle Amministrazioni Universitarie, ma essere oggetto di confronto e contrattazione con le organizzazioni ed associazioni sindacali.

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Roma, 31 marzo 2011

Prot. n. 144/2011 DP/fs-ab
Ai Rettori delle Università

Con l’approvazione della Legge 240/10 si è avviata una fase che non solo ridisegna l’organizzazione degli Atenei, ma anche ruoli e funzioni del personale docente che in esso opera, in un contesto di crescente riduzione dei finanziamenti a cui si unisce il blocco stipendiale disposto dalla legge122/2010.

Com’è noto si prevede che una parte della retribuzione aggiuntiva non sia più normata dalla legge. Si demanda, pertanto, alle singole Università la possibilità di integrare il trattamento economico, sia per quanto riguarda i ricercatori cui sono affidati moduli o corsi curriculari, sia per il personale docente che contribuisce all’acquisizione di commesse attraverso specifici regolamenti di Ateneo o anche cui è permesso di accedere a parte delle risorse previste dal fondo di premialità (art.6 comma 4 e 9 comma 1). In questo quadro si prospetta anche la rimodulazione della progressione economica su base premiale affidandone la definizione ad un regolamento ministeriale.

Di fronte ad una così rilevante modifica delle condizioni di lavoro di tutto il personale docente, dei ricercatori e di tutte le figure equiparate come i Lettori e CEL di madrelingua come FLC CGIL riteniamo che, di conseguenza, debbano cambiare le regole finora seguite anche nelle relazioni sindacali.

Infatti l’idea che il rapporto di lavoro di docenti e ricercatori non sia più regolato dalla legge, senza essere peraltro tutelato da alcun contratto ma solamente da regolamenti amministrativi e di ateneo non è accettabile. Allo stesso modo non è accettabile che la disciplina del rapporto di lavoro dei lettori e CEL di madrelingua non sia ancora stata normata pur in presenza di numerose sentenze della corte di cassazione.

Riteniamo indispensabile che su tutti questi interventi vi sia un confronto pieno sul loro contenuto, in mancanza del quale ci troveremmo di fronte ad uno dei rarissimi casi in cui quote significative della retribuzione dei lavoratori nel pubblico impiego vengano definite unilateralmente dall’amministrazione. Pertanto riteniamo che le modalità di assegnazione dei compensi aggiuntivi previsti per legge solo per la loro istituzione, ma senza quantificazione economica né modalità di distribuzione, debbano essere oggetto di confronto e contrattazione con le OO.SS e le associazioni di categoria più rappresentative dei docenti universitari e dei ricercatori e non possano comunque essere lasciate alla deliberazione unilaterale delle Amministrazioni Universitarie.

Distinti saluti.

Il Segretario Generale FLC CGIL
Domenico Pantaleo