Il Corriere della Sera: È polemica su tempo pieno e rapporto esclusivo. Università, docenti in rivolta contro il progetto di Zecchino. Le associazioni contestano il piano su carriere e fasce
È polemica su tempo pieno e rapporto esclusivo. Università, docenti in rivolta contro il progetto di Zecchino. Le associazioni contestano il piano su carriere e fasce
È polemica su tempo pieno e rapporto esclusivo. Università, docenti in rivolta contro il progetto di Zecchino. Le associazioni contestano il piano su carriere e fasce (12/11/99)
Tempesta negli atenei dopo l'intervista rilasciata al Corriere della Sera dal ministro dell'Università, Ortensio Zecchino. La proposta di riforma dello stato giuridico dei docenti è stata criticata da quasi tutte le associazioni dove è forte la rappresentanza di ricercatori e professori associati e dai sindacati di categoria di ispirazione confederale che sostengono l'ipotesi del docente unico, con una progressione di carriera per valutazione e non per concorso. Il ministro invece ha mantenuto le due tradizionali fasce di ordinari e associati e quindi i concorsi come strumento base per la progressione di carriera. Accuse molto dure anche sulla facoltà concessa ai docenti di svolgere la libera professione all'esterno. Il ministro Zecchino è stato definito un "novello Gattopardo che, sotto le possenti spinte delle baronie, dice di volere cambiare tutto per lasciare tutto come prima". Sono parole di Gianni Garofalo, professore di Diritto e rappresentante della Cgil-Università. Secondo il docente, la proposta del ministro circa il rapporto esclusivo dei docenti lascia tali scappatoie che tutto rimarrà come prima. "Il ministro Zecchino - sottolinea Garofalo - propone il rapporto esclusivo dei professori e prevede poi la possibilità che possano svolgere attività esterne previa la semplice autorizzazione degli organi accademici: il che equivale a lasciare tutto come prima, perché voglio proprio vedere chi negherà le autorizzazioni".
Per il segretario generale della Federazione formazione e ricerca della Cgil, Andrea Ranieri, la riforma è una "fotografia dell'esistente".
La rivolta contro Zecchino è portata avanti da numerose sigle sindacali e da associazioni professionali che dicono di rappresentare l'80% della categoria: Andu (associazione storica di ricercatori universitari), Apu (organizzaizone di ricercatori), Cidum (associati di medicina), Cisl-Università, Cnu (altra organizzazione storica di docenti), Firu (ricercatori di medicina), Snals-Università, Snur-Cgil e Uil-Paur.
Tutte queste sigle, in un documento comune, chiedono l'"immediata approvazione della legge che istituisce la terza fascia del ruolo dei professori universitari (riservata ai ricercatori), da troppo tempo arenata in commissione Cultura alla Camera". Nello stesso tempo, si dicono contrarie a ogni ipotesi di "mettere a esaurimento i ricercatori universitari nel quadro del preannunciato riassetto dello stato giuridico", come prevede la riforma del ministro Zecchino.
Le stesse organizzazioni chiedono poi "il ruolo unico, articolato in una molteplicità di livelli stipendiali, differenziati in funzione della crescente qualificazione scientifica e professionale dei singoli", "l'introduzione di strumenti organizzativi e giuridici che consentano lo svolgimento di attività "intra moenia" dei docenti, al di fuori del tempo dedicato alle attività istituzionali, in un rapporto convenzionale trasparente e regolamentato tra professori, ateneo e committenza esterna". Favorevole, invece, il giudizio del ministro delle Sanità. "In coerenza con l'impostazione del ministro Zecchino, si può arrivare all'esclusività del rapporto dei medici universitari con il Servizio sanitario nazionale".
Anche gli studenti sul sentiero di guerra. Hanno annunciato mobilitazioni negli atenei contro Zecchino i giovani dell'Udu e dell'Uds.