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Il CUN approva diverse mozioni tra cui una sulle linee guida di riforma del sistema universitario

La sintesi dei lavori del CUN del 7, 8 e 9 ottobre 2008.

10/10/2008
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Il Consiglio Universitario Nazionale, oltre l’ordinaria amministrazione, ha approvato alcune mozioni di seguito riportate:

Mozione: “ Indicazioni sulle Linee Guida di Riforma dell’Università”

Il Consiglio Universitario Nazionale afferma con forza l’assoluta necessità e la straordinaria urgenza di un intervento strategico che affronti in modo organico i problemi cruciali del sistema universitario.
La gravità della situazione emerge chiaramente dai dati ministeriali ed è stata confermata dalle comparazioni internazionali presentate nel rapporto OCSE 2008 sulla spesa pubblica per l’università, sul rapporto docenti/studenti e sull’abbandono studentesco. Inoltre, la situazione di sottofinanziamento dell’università, sempre più pesante e insostenibile, è stata drammaticamente peggiorata dai provvedimenti contenuti nella L.133/08, il superamento della quale è pertanto condizione necessaria per qualunque iniziativa reale e costruttiva di programmazione e di riforma del sistema.
In assenza di adeguate azioni, il sistema universitario rischia fortemente di precipitare in uno stato di crisi, con la paralisi di molte sue funzioni fondamentali, che sono invece irrinunciabili per un Paese civile che punta all’innovazione come motore dello sviluppo economico e sociale.

Il C.U.N. prende quindi atto della dichiarata volontà del Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca di giungere in tempi brevi all’adozione di un piano programmatico per una riforma sostanziale del sistema universitario e auspica che venga puntualmente mantenuto l’impegno del Ministro di pervenire ad una formulazione concordata e condivisa di tale piano.
Il C.U.N. prende anche atto con favore del documento della C.R.U.I. del 25 settembre scorso e ravvisa in esso numerosi interessanti elementi di analisi e proposte su cui avviare un confronto costruttivo.

Per parte sua il C.U.N., anche alla luce della propria autonoma elaborazione, culminata nelle relazioni presentate al Convegno del 18-19 giugno, ritiene oggi utile e opportuno richiamare qui sinteticamente i principali temi sui quali appare necessario un rapido intervento normativo, contestualmente ripresentando le proprie proposte in materia.

Un Sistema Universitario fondamentalmente pubblico
Il carattere fondamentalmente pubblico del Sistema Universitario è la premessa essenziale. Questo, nello spirito del dettato costituzionale e delle numerose dichiarazioni di principio formulate in tal senso a livello comunitario, ed anche a salvaguardia delle attività di ricerca di base che non possono trovare adeguato sostegno al di fuori dei meccanismi di finanziamento pubblico.

Governo del Sistema e governance degli atenei
Il governo del sistema nel suo complesso e la governance delle singole istituzioni universitarie, sono questioni prioritarie e non più rinviabili. Nuovi meccanismi occorrono per liberare la capacità di autonoma iniziativa degli Atenei, uscire dall’autoreferenzialità e migliorare l’efficienza gestionale, per un più efficace utilizzo delle peraltro insufficienti risorse umane e finanziarie. Non si tratta di individuare schemi astratti o nuovi modelli rigidi e generalisti, ma di indicare linee guida rispettose delle specificità e ispirate a principi di semplificazione, di trasparenza, di chiara e univoca definizione delle responsabilità, di superamento dei conflitti d’interesse e di verificabilità dei risultati di gestione.

Valutazione e meccanismi premiali
La costruzione di adeguati e credibili meccanismi di valutazione dei risultati, sia didattici che di ricerca e di gestione finanziaria è pre-condizione per l’introduzione di meccanismi premiali di ripartizione delle risorse, a loro volta necessari per indirizzare l’autonomia verso comportamenti virtuosi. Tali meccanismi premiali, largamente auspicati, sono difficilmente applicabili in assenza di un autorevole, trasparente e affidabile meccanismo di comparazione delle istituzioni, capace di tener conto anche delle differenti vocazioni territoriali e culturali, e degli obiettivi strategici di innovazione e di trasferimento tecnologico.
In ogni caso, la valutazione, con modalità e strumenti operativi che restano ancora in parte da individuare, deve sempre caratterizzarsi per terzietà sia rispetto ai soggetti valutati, sia rispetto agli organi cui compete la decisione politica sull’allocazione delle risorse, e deve investire anche l’attività di ricerca e di didattica di chi già opera professionalmente all’interno del sistema universitario, e di chi dovrà essere chiamato ad operarvi nel futuro.

Reclutamento con idoneità nazionale di merito e selezioni locali
È necessario avere un meccanismo stabile e una programmazione quantitativa per il reclutamento del personale, che garantisca il diritto soggettivo dei candidati a essere sottoposti a un giudizio nazionale di merito sull’idoneità alla professione, espresso da valutatori imparziali e competenti, dei quali sia certificata con modalità trasparenti l’aggiornata qualificazione scientifica. Il meccanismo deve però anche rispettare l’autonomia delle istituzioni, grazie alla previsione di un momento selettivo in cui la scelta del personale avviene anche tenendo conto delle esigenze scientifiche e didattiche locali. Deve comunque restare, in sede di valutazione ex post, la possibilità di premiare soltanto le scelte che si sono dimostrate effettivamente funzionali.

Progressione di carriera separata dai meccanismi di reclutamento
La progressione di carriera deve avvenire sulla base di valutazioni periodiche e non comparative, con momenti di verifica locali alternati a quelli nazionali e non va confusa, né amministrativamente, né finanziariamente, con il reclutamento iniziale. Le opportunità di progressione di carriera sono un’essenziale componente motivazionale per le professionalità accademiche, e ad esse si dovrebbe in larga misura ancorare anche la dinamica del miglioramento retributivo. Occorre premiare il merito e però evitare un’esasperata logica “concorsuale” basata su una burocratica distinzione di ruoli. Questo comporta una chiara distinzione delle allocazioni di risorse tra i capitoli destinati al reclutamento e quelli destinati alla progressione economica.

Regolamentare le attività pre-ruolo per evitare un precariato insostenibile
Resta in ogni caso da regolamentare in modo adeguato la fase dell’attività pre-ruolo, valorizzando nell’ingresso a tale fase le competenze acquisite grazie al dottorato di ricerca e ponendo fine all’attuale proliferazione di forme di precariato, le quali sono quasi sempre al di fuori di ogni programmazione, e quindi sono alla lunga economicamente insostenibili e prive di ogni realistico sbocco occupazionale.

Diritto allo studio e mobilità studentesca
Il C.U.N. considera inoltre assolutamente irrinunciabile una revisione e un rilancio della politica del diritto allo studio, per tutti i tre livelli della formazione universitaria, giudicando inammissibile che possano ancora perdurare situazioni in cui il diritto sia riconosciuto ma non concretamente sostenuto. In particolare, il C.U.N. ritiene che sia di fondamentale importanza assicurare le condizioni per una reale mobilità studentesca (anche internazionale), senza la quale anche la necessaria competizione tra gli Atenei risulta nei fatti vanificata dal restringersi dell’utenza a un limitato bacino territoriale.

Sostenibilità finanziaria, pilastro del sistema
Da ultimo, ma certo non per importanza, il CUN riafferma la centralità della sostenibilità finanziaria del Sistema, la quale va assicurata consolidando la spesa corrente mediante azioni di riequilibrio e prevedendo stanziamenti premiali ed incentivanti, nonché finanziamenti di progetti su base concorrenziale. Ogni area d’intervento del piano programmatico che verrà proposto dal Ministro deve prevedere la quantificazione delle risorse investite, sia in forma distributiva che in forma aggiuntiva, e deve definire i criteri di valutazione dell’efficienza e dell’efficacia delle iniziative intraprese anche sul piano economico-finanziario.

Conclusioni
Non occorre dire che ciascuno dei punti sopra indicati (e molte altre questioni ad essi subordinate e in questa sede necessariamente non articolate) richiede uno specifico approfondimento. Per elaborazioni più complete su alcuni dei temi si fa riferimento agli Atti del Convegno C.U.N. e alle Mozioni che si possono reperire nel sito del C.U.N.
Per parte sua il C.U.N. è pronto all’indispensabile ed urgente confronto di idee con tutte le parti interessate, nell’auspicio che la formulazione di proposte credibili possa costituire anche la premessa per un rinnovato impegno di investimento di risorse e di fiducia nel sistema universitario da parte della comunità nazionale e di chi ne è al governo.

Mozione “PRIN 2008”

Il Consiglio Universitario Nazionale
preso atto che, con grave ritardo, è giunto a conclusione con la pubblicazione delle graduatorie il PRIN 2007;
preso atto che le risorse rese disponibili sono state inferiori a quelle annunciate e rese pubbliche dal precedente governo e ciò ha comportato distorsioni della valutazione con esclusione di progetti di alta qualità;
considerato che, nell’attuale situazione di sottofinanziamento, il PRIN rappresenta una risorsa essenziale per il mantenimento di un livello minimo di ricerca nell’Università;
ribadito quanto espresso nelle proprie mozioni del 10.07.2007, 13.09.2007, 11.06.2008 e 28.07.2008;

CHIEDE

  • che lo stanziamento sia portato almeno al livello delle assegnazioni del quinquennio 2001-2005;

  • che si proceda con la massima celerità all’emanazione del bando PRIN 2008 che registra già un fortissimo ritardo;

  • che si inizi e si porti a termine rapidamente il processo di revisione della lista dei revisori;

  • che il Comitato guida venga integrato con la nomina di un garante per ciascuna delle 14 aree CUN affinché possa svolgere con competenza, efficienza e celerità il processo di valutazione dei progetti;

  • che il Comitato guida possa integrare la lista dei revisori in caso di necessità;

  • che, a conclusione dei lavori, l’elenco dei revisori venga reso pubblico secondo quanto previsto dalle agenzie internazionali di valutazione;

  • infine, in relazione alla nota del Ministro del 05.09.2008, il CUN si impegna ad individuare gli indicatori di qualità richiesti precisando che, per non compromettere l’uscita del bando PRIN 2008, potranno essere operativi solo a partire dal bando PRIN 2009.

Mozione sulle “chiamate dirette”

- Viste le proprie precedenti mozioni sull’argomento in oggetto del 03.04.2007, del 31.10.2007 e del 09.01.2008, fortemente critiche sull’intero impianto e sulla normativa, con particolare riferimento alla interpretazione della seconda parte del comma 9 dell’Art. 1 della legge 230/06;

- Premesso che per correttezza istituzionale nei confronti delle Università proponenti e dei Candidati alla chiamata, il Consiglio Universitario Nazionale ha:

  1. esaminato tutte le pratiche presenti, alla data odierna, all’OdG;

  2. espresso il proprio parere, favorevole o non favorevole, sui casi di chiamata per equivalenza del titolo (come previsto dalla prima parte del comma 9 – Art. 1 Legge 230/06);

  3. rimesso al Signor Ministro, dopo aver espresso parere positivo o negativo sulle caratteristiche curriculari, la decisione finale sulla chiamata in servizio in assenza di una equivalenza accertata con una qualifica di docenza all’estero, la cosiddetta “chiamata diretta per rientro dei cervelli” (prevista nella seconda parte del comma 9 – Art. 1 Legge 230/06, sulla quale i pareri interpretativi sono stati difformi).

Il CUN

invita ad una urgente revisione normativa su questa procedura, con particolare riferimento all’inserimento, nei rispettivi ruoli, come professore associato o ordinario di personale privo di qualifiche equivalenti in altri sistemi universitari esteri, senza alcuna valutazione comparativa, in base ad una esclusiva valutazione curriculare (vedi punto 3 precedente paragrafo);

chiede che il Signor Ministro inviti gli uffici preposti ad una adeguata verifica della disponibilità finanziaria per ulteriori chiamate dirette con lo stanziamento attuale nella relativa voce presente nell’ FFO 2008;

ritiene comunque qualsiasi tipologia di reclutamento per “ chiamata diretta” non compatibile con la situazione attuale in assenza di contestuali e chiare prospettive nazionali relative alle procedure per il reclutamento e la progressione di carriera. Infatti, non appare ulteriormente percorribile l’immissione in ruolo di professori associati ed ordinari per chiamata diretta in una situazione in cui,
a partire dal prossimo 30 novembre, sarà assente qualunque possibilità di “ pari opportunità” per il personale attualmente in ruolo operante stabilmente da anni negli Atenei italiani.

Mozione “chiarimento sui limiti del vincolo previsto dalla L. 133/08”

Preso atto delle disposizioni specificamente previste dalla L. 133/08
Preso atto del Piano straordinario per il reclutamento di ricercatori universitari per il triennio 2007-09
Considerato che la presa di servizio dei docenti vincitori di concorsi non può essere configurata come assunzione di nuovo personale

Alla luce della necessità di rinnovamento e di apertura verso i giovani del Sistema Universitario

RITIENE

che sarebbe improprio e contraddittorio considerare i due suddetti provvedimenti come ricompresi all’interno dei vincoli previsti dalla L. 133/08.

CHIEDE

pertanto al Ministro di farsi parte attiva per un’applicazione nel senso auspicato

Nonno, cos'è il sindacato?

Presentazione del libro il 5 novembre
al Centro Binaria di Torino, ore 18.

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