Incontro al MURST sulle prossime iniziative legislative del Governo (11 febbraio 1999)
Il giorno 11 febbraio 1999, presso la sede del MURST in Roma si è svolto un incontro tra il sottosegretario Guerzoni, in sostituzione del Ministro, assente per problemi di salute, e le delegazioni di CGIL, CISL, UIL di livello sia confederale, sia di categoria
Il giorno 11 febbraio 1999, presso la sede del MURST in Roma si è svolto un incontro tra il sottosegretario Guerzoni, in sostituzione del Ministro, assente per problemi di salute, e le delegazioni di CGIL, CISL, UIL di livello sia confederale, sia di categoria. L'incontro è stato indetto su richiesta del Ministro Zecchino. Alla riunione era anche presente il capo di Gabinetto del Ministro prof. Francesca Zannotti.
Il sottosegretario ha illustrato i tre temi sul tappeto: disegno di legge di stato giuridico dei ricercatori, incentivazione delle attività didattiche, Osservatorio nazionale sull'Università e valutazione degli Atenei.
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Disegno di legge di stato giuridico dei ricercatori
Sul primo punto, il sottosegretario ha ricordato come il ddl sia attualmente all'esame della Commissione Affari costituzionali del Senato che dovrà esprimere un parere di costituzionalità. Alcuni rilievi sono stato già formulati nel corso del dibattito, di cui due sembrano di particolare rilevanza. Il primo concerne il cosiddetto Òope legisÓ che si configurerebbe nel previsto passaggio a domanda dei ricercatori attualmente in servizio in un nuovo ruolo, caratterizzato da attribuzioni diverse da quelle proprie del ruolo per il quale gli stessi avevano a suo tempo superato un concorso.
Il secondo rilievo verterebbe sulla modifica apportata allo stato giuridico di ordinari ed associati dalla prescrizione contenuta nel ddl, secondo la quale i Consigli di Facoltà dovrebbero essere composti da rappresentanze paritarie delle tre fasce del ruolo dei professori universitari. Ciò avrebbe come possibile conseguenza l'estromissione di un certo numero di ordinari e/o di associati dai Consigli. In tal modo l'attuale stato giuridico, che conferisce a tutti i professori universitari il diritto di partecipare a tutti gli organi collegiali, sarebbe modificato da un ddl non avente per oggetto tale modifica.
A giudizio del sottosegretario, l'orientamento della Commissione Affari costituzionali sarebbe quello di formulare esplicite osservazioni al ddl, in relazione ai due punti considerati. A questo punto, alla Commissione VII non resterebbe che riunire nuovamente il Comitato ristretto e apportare le modifiche necessarie per tener adeguatamente in conto le osservazioni della Commissione I.
Alla prima osservazione sarebbe possibile adeguarsi con una semplice modifica del primo comma del ddl in cui si stabilisca che il ruolo dei ricercatori è modificato in terza fascia del ruolo dei professori universitari, in tardiva ottemperanza delle disposizioni del DPR 382/80. In questo modo, si eviterebbe la critica della I Commissione, visto che la stessa legge istitutiva del ruolo dei ricercatori prevede la definizione del loro stato giuridico, dopo quattro (!) anni di sperimentazione e che il ddl assolverebbe proprio a questa funzione. Ovviamente, il transito nel nuovo status avverrebbe in blocco per tutti gli attuali ricercatori e non più a domanda, secondo quanto previsto dalla precedente stesura.
La seconda obiezione sarebbe superabile rinviando alla autonoma potestà statutaria degli Atenei ogni competenza in merito alla composizione degli organi di governo. In questo modo, questo segmento di attribuzioni dei professori universitari verrebbe sottratto alle norme di stato giuridico, per tutte e tre le fasce del ruolo. La formulazione del comma dovrebbe contenere anche una indicazione politica sul criterio della bilanciata presenza delle tre fasce.
Tenendo conto delle resistenze che il ddl incontra anche in Commissione Bilancio del Senato, appare chiara la necessità di procedere ad una sua sostanziale riscrittura. Il sottosegretario Guerzoni ha preannunciato la presentazione di emendamenti, nel senso illustrato, da parte del relatore, sen. Masullo. Di questi emendamenti ha fornito bozza ai rappresentanti sindacali.
Nel testo del senatore Masullo, è compresa una nuova ipotesi emendativa: la contestualità tra la creazione della terza fascia del ruolo dei professori universitari e la sua messa ad esaurimento. Il motivo di una simile opzione è da ricercarsi nel desiderio di prefigurare un nuovo assetto della docenza che ne preveda l'articolazione su sole due fasce: quella degli associati e quella degli ordinari, con scomparsa di ulteriori figure in ruolo. La fase precedente l'inserimento in ruolo a seguito di superamento di un concorso a professore associato, dovrebbe avvenire in condizioni non strutturate, con ricorso a borse, assegni, contratti ed in regime di precariato.
In questo contesto, il sottosegretario ha chiesto il parere dei convenuti sull'ipotesi di rinviare agli Statuti anche le questioni relative ai diritti di elettorato attivo e passivo.
Andrea Ranieri, in rappresentanza della Confederazione CGIL nella sua qualità di Segretario della Federazione Formazione e Ricerca, confermando il consenso al disegno di legge così come formulato dal Comitato ristretto ed emendato dalle proposte unitarie di categoria, ha espresso consenso alle due ipotesi emendative volte a superare i rilievi della Commissione Affari costituzionali. Per contro, assai fermo è stato il suo dissenso rispetto alla ventilata messa ad esaurimento della terza fascia del ruolo dei professori universitari. L'articolazione in sole due fasce che ne conseguirebbe è del tutto in contraddizione con l'ipotesi di ruolo unico ed articolato in una molteplicità di livelli stipendiali, proposta dai Sindacati Confederali nella richiesta a suo tempo presentata al Presidente del Consiglio. Ranieri ha sollecitato con forza il rapido inizio di un confronto col Governo sullo stato giuridico dei docenti universitari, ricordando tra l'altro l'impegno assunto dal Governo con le forze sociali all'interno del cosiddetto ÒPatto di NataleÓ. Il sottosegretario Guerzoni si è impegnato a dare una rapida risposta.
Gianni Garofalo, Segretario Generale dello SNUR CGIL, ha richiamato la propria lettera di risposta alla convocazione del Ministro Zecchino per la seduta in atto. In quella lettera, si ricordava al Ministro che lo SNUR CGIL è impegnato in un'ampia azione unitaria sul disegno di legge di stato giuridico dei ricercatori con la quasi totalità delle Organizzazioni della docenza universitaria; che dalle stesse era stata inviata e sollecitata una riunione sull'argomento e che, ad oggi, nessuna risposta era ancora pervenuta dal MURST. Di conseguenza, la riunione in atto, almeno per la parte relativa a questo tema, non poteva considerarsi esaustiva e tantomeno sostitutiva di quella richiesta di incontro che, anzi, era formalmente rinnovata. Le posizioni dello SNUR CGIL, espresse dal Segretario e dal Coordinatore della Consulta Docenti, Guido Greco, sono state di:
ribadito consenso al disegno di legge del Comitato ristretto con gli emendamenti presentati unitariamente e fatti propri da quasi tutte le forze parlamentari;
di consenso sugli emendamenti in risposta alle osservazioni della Commissione Affari costituzionali;
di assenso sul rinvio agli Statuti della competenza in materia di composizione degli Organi collegiali con annessa indicazione sull'esigenza di equilibrata rappresentanza delle tre fasce;
di fermo dissenso rispetto alla ipotesi di attribuire agli Statuti anche la potestà sugli elettorati;
di contestuale adesione alla formulazione originaria del disegno di legge elaborato dal Comitato ristretto, che attribuisce ai professori di terza fascia l'elettorato attivo per tutte le cariche, l'elettorato passivo alrettanto generalizzato con esclusione delle sole cariche di Rettore e di Preside, l'elettorato passivo per gli associati con eslcusione della carica di Rettore.
Circa la nuova ipotesi di mettere ad esaurimento la terza fascia subito dopo averla costituita, i rappresentanti dello SNUR CGIL hanno manifestato il proprio totale dissenso dando lettura delle motivazioni contenute nel documento unitario e sottoscrivendo quelle già espresse da Ranieri. Il documento unitario è stato consegnato al sottosegretario.
Posizioni identiche a quelle espresse dallo SNUR CGIL sono state manifestate dal rappresentante della UIL PA, Trebbi.
I rappresentanti della Confederazione CISL, Gelardi e della CISL Università, Signorello hanno condiviso le considerazioni espresse dalla CGIL, salvo manifestare un atteggiamento al momento possibilista sulla messa ad esaurimento della terza fascia e sulla conseguente articolazione della docenza in sole due fasce, motivato dal timore che un eccessivo irrigidimento su questa questione potrebbe pregiudicare l'iter del disegno di legge. Con questa stessa motivazione, la CISL Università non ha ancora aderito al documento unitario sul disegno di legge.
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Incentivazione delle attività didattiche
Il sottosegretario Guerzoni è poi passato ad illustrare il secondo punto all'ordine del giorno: l'incentivazione didattica ai docenti. Sarebbe nelle intenzioni del Governo presentare, all'interno del collegato tecnico alla Finanziaria '99 che dovrà essere approvato entro il prossimo mese di Marzo, un provvedimento volto a creare un fondo per l'incentivazione dell'attività didattica dei docenti universitari. La materiale erogazione dei compensi incentivanti spetta alle singole Università e questi compensi saranno pensionabili. La regolamentazione delle procedure ed i criteri di attribuzione sono demandati agli Atenei, in un quadro di regole generali definito per legge.
La legge prevederà:
la riserva di destinazione del fondo a soli compensi incentivanti la didattica;
la riserva dell'incentivazione ai soli professori a tempo pieno;
il carico didattico minimo in corrispondenza del quale può essere erogato il compenso incentivante, che è quantificabile in due corsi annuali per un complesso di 120 ore di didattica frontale per anno;
l'attribuzione preferenziale dell'incentivazione alle iniziative didattiche volte a migliorare il rapporto docenti/studenti nei corsi particolarmente affollati ed alle attività di assistenza e di tutorato;
la possibilità che siano incentivati anche progetti coordinati di miglioramento della didattica con corresponsione dei compensi ai docenti coinvolti nel gruppo proponente;
l'obbligo di verifica e di monitoraggio dell'effettivo mantenimento degli impegni e la valutazione dei risultati conseguiti, da realizzarsi attraverso organismi comprendenti anche studenti;
l'obbligo di pubblicizzare i criteri di attribuzione, le attribuzioni effettive, i risultati conseguiti.
Il sottosegretario ha, quindi, introdotto l'argomento della consistenza del fondo e della sua costituzione affacciando tre ipotesi non alternative:
accantonamento di 82, 88, 102 milardi per gli anni 99, 00, 01, rispettivamente; queste somme sono al momento disponibili;
impiego delle somme attualmente a budget di Ateneo ed utilizzate per supplenze ed affidamenti retribuiti; al 31/12/98 la cifra corrispondente è di 300-350 miliardi;
impiego degli assegni aggiuntivi sull'indennità di tempo pieno attualmente corrisposti ai docenti in servizio; la cifra corrisponde a circa 534 miliardi di lire.
Tutti i convenuti di parte sindacale hanno espresso parere favorevole, in linea di principio, all'incentivazione dell'attività didattica. Hanno condiviso la prima ipotesi, e cioé che che il fondo sia costituito impiegando risorse ÒfrescheÓ, impegnandosi (per la parte confederale) a contribuire al reperimento di risorse aggiuntive rispetto a quelle citate dal sottosegretario.
Perplessità sono state espresse sul fatto che si incentivi la sola attività didattica e che non si pensi anche a realizzare strumenti analoghi per la promozione di quella scientifica. Perplessità sono emerse sulla seconda ipotesi, che prefigura una forte ingerenza nell'autonomia delle Università, dal momento che una parte del loro budget viene vincolata su iniziativa centrale ad uno specifico fine, sottraendola alle libere determinazioni dei singoli Atenei. Forte contrarietà è emersa sulla terza ipotesi, che sottrae una parte del salario, attualmente percepita da docenti a tempo pieno, per redistribuirla.
Complessivamente, una iniziativa che si fonda per più del 90% delle risorse messe a disposizione su somme già corrisposte ai docenti appare debole e molto poco credibile.
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Osservatorio nazionale sull'Università e valutazione degli Atenei
Infine, il sottosegretario ha anticipato l'intenzione del Governo di inserire nello stesso collegato tecnico alla Finanziaria '99 anche la profonda revisione dell'Osservatorio nazionale sull'Università, che giunge quest'anno alla propria scadenza. Il Governo intende emettere un decreto di revisione dell'Osservatorio, sistematizzando tutte le competenze che all'organo sono state attribuite nel corso degli anni, allo scopo di configurarlo come centro e regia del sistema nazionale di valutazione delle Università, in connessione col sistema dei nuclei di valutazione che i singoli Atenei hanno già provveduto autonomamente ad insediare. Tra i compiti più rilevanti del nuovo Osservatorio, la definizione dei criteri per la stesura del rapporto generale sullo stato delle Università. Al di là delle pur significative valenze conoscitive, questo strumento di valutazione sarà utilizzato per indirizzare, con funzioni incentivanti, una aliquota tra il 10 ed il 30 percento del fondo di finanziamento ordinario. Sulla base dei risultati della valutazione, gli Atenei ÒvirtuosiÓ verranno premiati attraverso un sensibile incremento dei contributi statali. Questo meccanismo incentivante a livello di Ateneo dovrebbe progressivamente rimpiazzare quello di riequilibrio introdotto con la Finanziaria '96.
I Sindacati si sono riservati di fornire su questo ultimo tema un parere mediatato, dopo aver ricevuto dal Ministero elementi più approfonditi di valutazione.
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