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Incontro del Ministro Zecchino con le Organizzazioni autonome della docenza

In rete il resoconto dell'incontro tra Ministro Zecchino e Organizzazioni autonome della docenza

16/02/1999
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ANDU

Mettiamo in rete il resoconto dell'incontro tra Ministro Zecchino e Organizzazioni autonome della docenza inviatoci da Nunzio Miraglia

L'incontro ha ha avuto per oggetto i medesimi temi all'ordine del giorno della riunione tenutasi al MURST tra Sottosegretario e Sindacati Confederali il giorno 11/2.

Le Organizzazioni della docenza universitaria - eccetto Cisl-Università, Snur-Cgil e Uil-Pa che erano state consultate precedentemente - hanno incontrato il 16 febbraio 1999 il ministro Zecchino e il sottosegretario Guerzoni.

L'incontro è stato voluto dal Ministro per un confronto su uno "Schema di disegno di legge per l'incentivazione e la valutazione dell'impegno didattico dei docenti" (il relativo documento distribuito dal Ministro sarà inviato al piu' presto) e sul disegno di legge di istituzione della terza fascia del ruolo dei professori universitari.

Tutte le Organizzazioni che hanno partecipato all'incontro hanno espresso apprezzamento per l'attenzione manifestata dal Ministro per la didattica e hanno chiesto che i criteri di incentivazione e valutazione validi per tutti gli Atenei vengano indicati nazionalmente.

è stato osservato che questa questione è strettamente connessa al disegno di legge riguardante l'istituzione della terza fascia di professore. Sarebbe infatti inaccettabile che l'applicazione negli Atenei dei meccanismi di incentivazione - riguardanti, ovviamente, anche l'attività dei ricercatori - avvenisse da parte di Organismi in cui la partecipazione degli stessi ricercatori non fosse piena.

Il Ministro è intervenuto sul disegno di legge in discussione al Senato affermando che il punto di vista (sic!) inizialmente espresso dal Comitato ristretto della Commmissione istruzione del Senato attraverso il Testo unificato approvato all'unanimità, ha incontrato difficoltà politiche e costituzionali. Quelle politiche derivano dalla definizione per legge della composizione degli organi collegiali e degli elettorati attivi e passivi, che ha irrigidito la situazione e ha creato difficoltà notevoli. Il Ministro ha affermato testualmente che il Comitato ristretto è andato oltre il dovuto. Il Ministro ha aggiunto che occorre ora trovare anche una soluzione costituzionalmente valida e alternativa rispetto alla previsione di passaggio a domanda dei ricercatori nella terza fascia di professore. Il Ministro ha sostenuto ancora - in risposta alla forte preoccupazione e contrarietà, espresse dalla stragrande maggioranza delle Organizzazioni della docenza, a proposito della ipotesi della messa ad esaurimento della nuova fascia di professore - che la sua intenzione non è quella di creare precariato, ma di introdurre un meccanismo flessibile nell'organizzazione della docenza. Il Ministro ha concluso il suo primo intervento sostenendo che è necessario attendere ancora qualche giorno, allo scopo di migliorare il Testo unificato senza stravolgerlo.

In tutti i successivi interventi è stato sostenuto che il Testo unificato debba essere presto approvato nella struttura prevista dal Comitato ristretto e che, in particolare, è indispensabile che la composizione degli organi e gli elettorati vengano definiti per legge, per salvaguardare l'uniformità dei diritti elementari dei professori universitari in tutti gli Atenei ed anche per evitare che gli effetti devastanti delle sentenze della magistratura amministrativa travolgano la maggioranza degli Statuti, come già è successo per gli Atenei di Palermo e Perugia.

Nel suo intervento conclusivo, il Ministro ha sostenuto che, proprio perchè consapevole di queste possibili e gravi conseguenze, occorre prevedere una maggiore autonomia statutaria per gli elettorati e la composizione degli organi [soluzione "opposta" a quella di una definizione per legge, ndr] ed è tornato ad affermare che occorre correggere il Testo unificato per farlo approvare senza allarmare anche l'opinione pubblica [cioè Sabino Cassese, ndr].

Nel corso della riunione il Sottosegretario ha chiarito che la "ipotesi di lavoro" del Relatore, sen. Masullo, che in molti punti introduceva modifiche migliorative al Testo unificato del Comitato ristretto, acnhe se prevedeva la messa ad esaurimento della terza fascia di professore, è solo una delle ipotesi considerate.

Lo stesso Sottosegretraio ha informato che il Ministero ha già inviato alla Commissione bilancio la richiesta "relazione tecnica" su eventuali oneri economici derivanti dal disegno di legge in discussione.

Con tale relazione il Ministero ha "certificato" che non c'è alcun onere, come era fin dall'inizio evidente.

Le dichiarazioni del Ministro che rappresentano una esplicita e clamorosa sconfessione dell'operato del Comitato ristretto e del Sottosegretario con delega all'Università, Guerzoni. Le stesse dichiarazioni costituiscono anche una esplicita e clamorosa accettazione delle richieste della Conferenza dei rettori.

Esprimiamo qui due brevi considerazioni su queste dichiarazioni.

1. Non definizione per legge della composizione degli organi collegiali e degli elettorati, ma maggiore autonomia agli Atenei su queste materie. Anche se una simile ipotesi fosse giuridicamente praticabile, ci si chiede perchè si scopre solo ora che, come sostiene la Conferenza dei rettori, decidere per legge queste questioni sarebbe non costituzionale, mentre tale non lo è stata finora, a partire perlomeno dal 1989 (legge sull'autonomia universitaria), la legge che riserva l'elettorato passivo ai professori ordinari? Legge su cui la magistratura amministrativa non ha sollevato dubbi di incostituzionalità. E inoltre e soprattutto, se non si vuole che la "maggiore autonomia" risulti un vero e proprio imbroglio, dovrebbe essere contestualmente prevista per legge la costituzione in ogni Ateneo di un nuovo apposito Organismo di revisione degli Statuti alla luce del nuovo quadro normativo. Questo Organismo dovrà essere composto paritariamente dai rappresentanti di tutte le categorie: ordinari, associati, ricercatori, personale tecnico-amministrativo, studenti. Non fare ciò equivarrebbe a non mutare proprio nulla o quasi nell'attuale formulazione degli Statuti, visto che la loro modifica sarebbe consegnata nelle mani degli attuali Senati accademici, composti in maggioranza da professori ordinari.

2. Passaggio a domanda nella nuova fascia. A parte ogni altra considerazione di natura accademico-costituzionale, si è proprio certi che non ci sono precedenti nel panorama legislativo universitario. E gli aggregati passati ad ordinari?

Nunzio MiragliaCoordinatore nazionaledell'Associazione Nazionale Docenti Universitari