Nell’incontro al MUR del 29 luglio sull’università il Ministro prende l’impegno di far partire il confronto sindacale a inizio settembre
All'ordine del giorno: “sistema”, precariato/reclutamento e rinnovo CCNL.
In questo strano incontro sindacale, convocato dal MUR senza esplicitare l’odg della riunione, inizialmente siamo stati messi a conoscenza dell’esistenza di un “documento tecnico”, inerente la modalità di avvio del prossimo anno accademico, che verrà inviato alle università nei prossimi giorni e, contestualmente, siamo stati invitati a esprimerci rispetto ad eventuali problematiche relative alla ripresa, anche alla luce delle modifiche intervenute sul lavoro pubblico con il DL rilancio e la sua conversione in legge.
Rispetto al documento siamo stati semplicemente informati della sua esistenza, tra l’altro anticipata dal ministro a mezzo stampa, e del suo carattere sostanzialmente tecnico, che ha visto il contributo del ministero della salute e del CTS.
Tutti gli interventi sul tema hanno evidenziato:
- la necessità di tornare quanto prima alla ripresa delle attività in presenza, garantendo adeguate misure e protocolli sulla sicurezza.
- Il fatto che sia durante la prima fase dell’emergenza sanitaria che successivamente si sono evidenziate rispetto alle soluzioni adottate, diversità anche significative tra i diversi atenei.
- l’esigenza di arrivare ad un accordo su protocollo nazionale per la ripresa delle attività.
Di fatto la tendenza del MUR, già palesata nel corso di questi mesi, è quella di spostare a livello dei singoli atenei il confronto sindacale sui temi della sicurezza e quindi anche il rispetto delle indicazioni presenti nel documento sulla riapertura, limitandosi, tuttalpiù, ad interventi mirati nel caso di segnalazioni di particolari problemi.
Nell’incontro abbiamo quindi posto il tema delle relazioni sindacali che, in maniera del tutto evidente, non sono portate avanti dal MUR con la dovuta attenzione e rispetto per il ruolo delle Organizzazioni sindacali. Abbiamo evidenziato come la situazione dell’università e della ricerca nel nostro Paese sia assolutamente drammatica nel confronto internazionale e che sarebbe assolutamente necessario un finanziamento significativo sull’infrastruttura della formazione terziaria e della ricerca ma, nello stesso tempo, altrettanto forte è l’esigenza di condividere un piano di riforma nei nostri settori. Ad esempio, come aspetto che proprio non va, abbiamo indicato le modifiche previste dal DL semplificazione alla L. 240/2010, rispetto alle quali non c’è stato alcun confronto. Inoltre, la prevista modifica all’art.1 comma 2, accentua la possibilità di autonomia e di divergenze tra gli atenei, l’esatto opposto di quello che noi riteniamo necessario e che appare evidente alla luce dei tanti problemi aperti, non ultimo il “il conflitto” in atto tra gli atenei per attrarre nuove immatricolazioni, una lotta interna senza esclusione di colpi, senza che nessuno si ponga il problema di una visione di sistema, che tra l’altro vede il nostro Paese in una condizione di grande arretratezza rispetto alla percentuale di giovani che conseguono la laurea. Abbiamo quindi, con determinazione, fatto presente che ormai il tempo sta per scadere, sia rispetto alle opportunità di investimenti sul sistema dell’alta formazione e ricerca sia rispetto alla necessità di interventi rispetto al rinnovo del CCNL e che pertanto, in alternativa al conflitto, è assolutamente necessario un cambio di passo, una svolta, rispetto alle relazioni sindacali.
In risposta a quanto evidenziato, il ministro ha affermato che era ignaro del fatto che i tavoli concordati nella riunione del 5 maggio non fossero stati ancora convocati ed ha preso l’impegno di dare immediata indicazione affinché, dai primi di settembre, le riunioni possano effettivamente partire e, rispetto alla partita economica in atto, ha dato la disponibilità per un confronto anche nel mese di agosto.
Naturalmente abbiamo valutato positivamente il fatto che il Ministro abbia di nuovo convenuto alla richiesta di avviare il confronto in incontri specifici per settore e per temi, ora si tratta di verificare che il confronto si avvii effettivamente nel merito delle problematiche poste e che ci sia la determinazione per produrre un concreto avanzamento, con la consapevolezza che ci sono precise scadenze e che quindi il tempo a disposizione è sempre più limitato. Naturalmente, allo stato della situazione e degli atti concreti posti in essere, non possiamo che prepararci dal mese di settembre ad una ripresa della nostra iniziativa e delle mobilitazioni necessarie a supporto delle nostre rivendicazioni.