Il Consiglio di Stato riconosce l’anzianità preruolo anche dei docenti a contratto
Una sentenza che consente al personale assunto a tempo indeterminato che ha prestato servizio presso l’università come docente a contratto, di poter pretendere il riconoscimento di tale servizio ai fini della ricostruzione della carriera.
Il Consiglio di Stato con sentenza pubblicata il 18 maggio 2020 ha riformato la sentenza del TAR Lazio che aveva negato a due ricercatrici dell’Università La Sapienza di Roma il riconoscimento del servizio preruolo prestato come docente a contratto.
Secondo la tesi dell’Università, inizialmente accolta dal giudice di primo grado, tale servizio non poteva essere riconosciuto anche alla luce di quanto affermato dalla Corte Costituzionale in quanto due docenti a contratto non risultavano nell’elenco delle figure previste dal DPR 382/1980.
Il Consiglio di Stato ha aderito alle tesi sostenute dall’avv. Francesco Americo, che ha patrocinato una delle due ricorrenti, e con un ragionamento corretto sia da un punto di vista interpretativo che giuridico ha rilevato che anche il servizio preruolo prestato come docente a contratto deve trovare pieno riconoscimento.
D’altronde è fuor di dubbio che la funzione del professore a contratto, sostanzialmente responsabile di un corso integrativo di quelli ufficiali impartiti dalla facoltà e prescelto sulla base di specifica e significativa professionalità nonché sulla base di una procedura selettiva e non semplicemente per chiamata diretta, sia assolutamente sovrapponibile a quella del ricercatore e in tale ottica qualificante, nonché assimilabile (ed anzi ridondante) rispetto alla funzione delle figure espressamente contemplate dalla normativa primaria.
Si tratta di una vittoria storica in quanto consente al personale assunto a tempo indeterminato che ha prestato servizio presso l’università come docente a contratto, di poter pretendere il riconoscimento di tale servizio ai fini della ricostruzione della carriera.