Pronto il decreto sui criteri di ripartizione del Fondo di Funzionamento Ordinario
Il decreto presentato finalmente in tempi congrui: poche le novità, compresi i tagli.
La novità dello schema di decreto proposto dal MIUR è sicuramente la data: 6 Maggio 2015. Raramente, in passato è stato predisposto il Decreto nel 1° semestre dell’esercizio finanziario corrente ed inviato a CRUI, CUN e CNSU per i pareri previsti dalla legge! Il primo giudizio sul metodo è quindi positivo perché gli atenei potrebbero vedersi assegnare le risorse già entro giugno con l’innegabile vantaggio di poter riassestare i propri bilanci su dati contabili certi che consentano di programmare le proprie attività e missioni con maggiore attendibilità almeno nella seconda parte dell’anno.
La ragione è forse anche nel dato che lo Schema di decreto ricalca quelli degli anni precedenti, con poche modifiche, relative ai soliti ritocchi suggeriti dalle valutazioni e/o incongruenze registrate l’esercizio precedente: sia in merito alle ponderazioni dei criteri da utilizzare per le assegnazioni finalizzate, sia in relazione ai finanziamenti statali.
Questi ultimi (6.923.188 Ml€), rispetto al 2014 (7.010.580 Ml€) presentano una riduzione in termini assoluti di circa 87 milioni di euro (ca. -1,25%). Il minor finanziamento ha comportato una riduzione aggregata complessiva sulla quota base del FFO pari al 3,45%.
Rilevante risulta anche la riduzione del 14,90% del finanziamento delle borse post lauream (ca. – 22Ml€). Una riduzione significativa si riscontra anche per il finanziamento dei Consorzi Interuniversitari (- 20,32%), anche se il trend storico porta a ritenere che sia il dato del 2014 anomalo perché sovra-finanziato.
Nel merito dei criteri di assegnazione della quota premiale, attestata nel 2015 a ca. il 20% del totale FFO, e degli interventi perequativi pari a ca. 1,5% del totale FFO, si registrano ritocchi significativi sui criteri e sulle ponderazioni da applicare per assegnare la quota premiale. Rispetto al 2014 si riduce di 5 punti (dal 70% al 65%) la percentuale da usare per l’assegnazione della quota premiale Ricerca. Tale percentuale viene riversata sulla valutazione della Didattica forse con l’obiettivo condivisibile di riequilibrare complessivamente il meccanismo di assegnazione della quota premiale. In allegato pubblichiamo le tabelle con l’analisi storica degli ultimi decreti di ripartizione del FFO.
Elenchiamo, nel dettaglio alcuni interventi:
- lo stanziamento di 171Ml per il consolidamento delle chiamate di professori di II fascia svolte coi fondi del piano straordinario di reclutamento 2001-2013;
- sono allocati 5Ml di euro per il reclutamento di ricercatori a tempo determinato (tipo b) con modalità specifiche che dovranno essere individuate dal ministro con proprio decreto;
- sono reintrodotti gli incentivi alla mobilità dei ricercatori, finanziata l’assunzione ricercatori a tempo determinato (tipo b) nonché le chiamate dirette e il reclutamento di professori non appartenenti ai ruoli dell’ateneo con una cifra di 10Ml (totali) che vale quale cofinanziamento al 50% e a disposizione esclusivamente di quegli atenei che abbiano soddisfatto il criterio del 20% di chiamate di esterni.
- 5 Ml sono destinati alla prosecuzione del programma Montalcini.
In ultimo, osserviamo che non sono allocati fondi per l’eventuale finanziamento di un nuovo ciclo dei PRIN, più volte annunciato dal Ministro e dal Capo Dipartimento.
Pur accogliendo con estremo favore la presentazione del decreto in larghissimo anticipo rispetto agli anni precedenti, non possiamo che rimarcare ancora una volta la sostanziale riduzione dei finanziamenti al sistema universitario e una politica di finanziamento “premiale” ingiusta e disorganica. I segnali di investimento sul reclutamento di nuovi docenti, nella figura dei ricercatori a tempo determinato di tipo b, sono ancora a dir poco timidi. Spicca ancora una volta la totale assenza di finanziamenti alla ricerca, alle politiche edilizie e per gli studenti. Possiamo solo augurarci che la prossima legge finanziaria intervenga aumentando significativamente il finanziamento ordinario (si sono persi dal 2009 800 milioni di euro e nel 2016 è previsto un ulteriore taglio di 100 milioni) e prevedendo investimenti in reclutamento - necessari tanto a reclutare nuovi docenti e personale tecnico-amministrativo, quanto a garantire opportunità di carriera ai tantissimi abilitati - e in ricerca.
Il personale universitario continua infatti, anno dopo anno, a ridursi drasticamente. Il personale tecnico-amministrativo è passato in soli sei anni da 57 000 unità a 50.000 e la docenza ha registrato un calo complessivo del 21%.
La totale assenza nel nostro paese di finanziamenti alla ricerca di base - i Prin sono fermi da ormai due anni - è il segnale più vivo della dismissione della ricerca nel nostro paese. Il segno tangibile che i Gufi, spesso, sono al governo.