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Ricercatori PON AIM: serve un intervento MUR subito su molte urgenze

Un resoconto dell'assemblea nazionale in rete svoltasi il 9 novembre

12/11/2020
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Lunedì 9 novembre si è svolta, in modalità telematica, un’Assemblea Nazionale delle ricercatrici e dei ricercatori PON AIM che ha visto un’altissima partecipazione e un intenso dibattito in merito ad alcune tematiche preminenti dell’attuale quadro di contesto pandemico. Alla discussione ha partecipato attivamente anche l’FLC CGIL Nazionale che ha contribuito a raccogliere i vari spunti di riflessioni integrandoli nel documento redatto a seguito di iniziative territoriali tenutesi a Lecce e Palermo. Dal dibattito è emerso come, a causa dell’insorgenza della seconda ondata pandemica che sta investendo diversi paesi, si siano accentuate le difficoltà per le ricercatrici e i ricercatori di trascorrere in sedi estera il periodo minimo di 6 mesi previsto in principio nei progetti. Le università e gli istituti di ricerca in tutto il modo stanno imponendo dei vincoli sempre più stringenti per i visiting researchers, rendendo spesso le trasferte inefficaci dal punto di vista scientifico se non del tutto impossibili dato che in alcuni casi gli enti ospitanti non hanno concesso affatto autorizzazioni di accesso.
Alla luce di queste oggettive difficoltà, i ricercatori AIM hanno manifestato l’esigenza di prevedere la riduzione del periodo minimo di attività all’estero o l’assolvimento attraverso modalità alternative quali, per esempio, lo smart working (in analogia a quanto già fatto nel caso dei Dottorati Innovativi), a tutela della salute e della qualità delle attività di ricerca svolte. Si è evidenziato, inoltre, come l’eventuale rivalersi sull’intero pacchetto stipendi del ricercatore qualora la realizzazione dei vari progetti di ricerca non sia in linea con i vincoli imposti nel bando e le università siano costrette a restituire il finanziamento ricevuto dal MUR, sia una clausola vessatoria e, per certi aspetti, incostituzionale, che penalizza oltremodo i ricercatori in questa particolare situazione di crisi pandemica. Essa, infatti, inserita all’interno del Disciplinare MUR, cambiato in corsa nell’ottobre 2019, metteva già a rischio la possibilità di accrescimento della carriera professionale nei percorsi di reclutamento, anche alla luce del prossimo piano di riparto da 3333 posizioni rtdB, emanato nello scorso Decreto Rilancio. Con la situazione di crisi pandemica in corso costringe i ricercatori a “fantasiose” rimodulazioni degli obiettivi dei vari progetti di ricerca per salvare il finanziamento ottenuto dalle università.
Con forza e ragione i ricercatori AIM chiedono la cancellazione immediata del vincolo e del combinato disposto che consente agli atenei di richiedere indietro ai ricercatori gli importi percepiti, quale principio di intervento normativo di civiltà che riaffermi il diritto della corresponsione economico-salariale al lavoro svolto, a prescindere dalle possibili dimissioni del lavoratore o da eventi straordinari quali, in questo caso, una pandemia globale che ha completamente mutato gli effetti e la reale portata delle condizioni contrattuali precedentemente imposte.
I ricercatori evidenziano altresì come sia necessario rendere trasparenti e omogenei a livello nazionale i meccanismi di ripartizione dei fondi di ricerca assegnati poiché al momento l’utilizzo di tali somme è a discrezione del singolo Ateneo che, sottratta in maniera autonoma una quota variabile che utilizza per fini amministrativi interni, definisce la quota residua, spettante al ricercatore, creando forti disparità tra i ricercatori dei diversi Atenei. I ricercatori chiedono quindi al MUR di uniformare a livello nazionale la destinazione dei fondi assegnati così da evitare le disparità tra pari oggi esistenti.
Urge inoltre rendere compatibile lo status di ricercatori AIM con ruoli e attività in altri progetti di ricerca affini finanziati su fondi europei, nazionali o regionali al fine di perseguire le direttive europee volte a favorire le sinergie tra i diversi fondi dedicati alla ricerca e allo sviluppo innovativo.
A seguito della discussione, le ricercatrici e i ricercatori PON AIM, assieme all’FLC CGIL, chiedono un intervento urgente del MUR e si mostrano totalmente disponibili a presenziare ad un tavolo tecnico, di cui chiedono l’immediata convocazione da parte del MUR stesso, al fine di giungere nell’immediatezza alla risoluzione delle problematiche esposte.
L’assemblea costituitasi nell’incontro di giorno 9 Novembre, rappresenta un primo step di una necessaria campagna di rivendicazione dei diritti dei lavoratori della ricerca che, con estrema fatica e sacrificio, cercano di porsi al servizio della collettività tracciando la strada verso nuovi e fondamentali progressi della scienza e che oggi si ritrovano vessati e mortificati da avvilenti cavilli burocratici.
 

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