Sulle manifestazioni di protesta contro le leggi del governo su scuola ed università
Comunicato della FLC Cgil
Nella giornata di ieri si sono svolte a Roma due grandi manifestazioni di protesta contro le riforme del Governo sulla scuola e sull’Università. La prima, organizzata dalla Cgil insieme con tutte le sigle sindacali della docenza, si è svolta davanti a Montecitorio in contemporanea con il voto alla Camera sul decreto sullo stato giuridico della docenza universitaria, un provvedimento illegittimo e incostituzionale secondo il parere della stessa Commissione Affari Costituzionali, e ha visto la partecipazione di centinaia di docenti, ricercatori, lettori, precari, di alcuni Rettori e tanti componenti degli Organi di Governo dell’Università. Non di stato giuridico si parla nel provvedimento, ma di un insieme di misure tese a demolire l’Università pubblica italiana, a precarizzare la vita dei ricercatori e dei giovani che vorrebbero entrare nel mondo universitario; è una vera e propria truffa, che assegna al Governo il potere di decidere sulle Università, ma contemporaneamente attribuisce l’onere di pagare le sue decisioni agli Atenei: non si era mai visto un Governo blindare con tanta ferocia un provvedimento settoriale come questo, e decidere di approvarlo senza tenere in minimo conto le obiezioni di incostituzionalità sollevate dallo stesso Parlamento.
Contemporaneamente, una enorme manifestazione di studenti universitari e della secondaria ha attraversato la città sorvegliato da un apparato di sicurezza degno del G8, e ha gridato al Paese il proprio rifiuto delle controriforme Moratti nella scuola e nell’Università, la propria rabbia per l’inganno che viene perpetrato dal Governo e dalla propaganda addomesticata dei media di regime. Molti giovani si sono poi recati al presidio degli universitari davanti a Montecitorio per fare sentire la loro voce ai palazzi del potere mentre approvavano una legge disastrosa per il nostro sistema educativo.
Se il Governo pensa di avere chiuso il capitolo della distruzione del sistema formativo pubblico; se la signora Moratti crede di essersi costruita una dote di bugie da spendere nella campagna elettorale a sindaco di Milano, a spese degli studenti, dei docenti, delle famiglie; devono allora sapere che la partita non finisce con i voti parlamentari, e che la protesta continuerà e crescerà nelle scuole e nelle Università, fino all’abrogazione di queste leggi inique.
Continueremo la mobilitazione: le leggi Moratti non si emendano. Si possono solo cancellare.
Roma, 26 ottobre 2005