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Tra maternità e diritto allo studio: alla conquista di nuove tutele

A causa di un buco normativo le studentesse in stato di gravidanza vengono escluse dalla possibilità di portare a termine il tirocinio necessario per l’esame di stato di abilitazione in medicina.

17/05/2017
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Da www.retedellaconoscenza.it

Nell’ultimo anno più volte abbiamo ricevuto segnalazioni da parte di studentesse in stato di gravidanza che, per via di un buco normativo, erano sostanzialmente rimaste escluse dalla possibilità di portare a termine il tirocinio necessario per l’esame di stato in medicina.
In particolare gli atenei coinvolti dalla vicenda hanno ritenuto incompatibile la condizione delle studentesse con il loro desiderio di portare a compimento il loro percorso accademico, mettendo nei fatti in contrapposizione il diritto di concludere la loro formazione e il diritto alla maternità. Una condizione purtroppo riscontrabile in tanti diversi ambiti delle nostre vite, alla quale in maniera miope non si è ancora scelto di dare una risposta strutturale.

Abbiamo quindi voluto portare all’attenzione pubblica questa contraddizione, che abbiamo ritenuto inaccettabile: dopo averlo denunciato, abbiamo messo insieme le diverse competenze necessarie a proporre una possibile risoluzione del problema, incrociando le esperienze di chi vive quotidianamente la formazione medica con quelle legali necessarie a fare una proposta che rispettasse i diritti delle giovani mediche così come dei/lle pazienti.

A Torino inizialmente ci siamo scontrati con un muro, sorto dalla sottovalutazione di un problema che invece sempre più di frequente incontriamo. Negli ultimi giorni, finalmente, la svolta decisiva.

A partire dalle ultime settimane abbiamo lavorato all’apertura di una discussione in ateneo, che ci ha portato al tavolo al quale infine si è trovata una soluzione alternativa al blocco per le tirocinanti dell’esame di stato in medicina, che permetterà loro di eseguire anche il tirocinio presso ambulatori di medicina generale selezionati con appositi criteri. In tale occasione si è stabilito, inoltre, di far eseguire tirocini protetti alle studentesse che si trovassero in gravidanza durante il corso di laurea, in ambulatori e reparti che non presentino il rischio di esposizione infettiva. Tutto questo potrà essere effettuato, come per le lavoratrici, fino all’8º mese prima (per le tirocinanti dell’esame di stato comporterà inizio del tirocinio massimo al 5º mese in modo da avere scadenza all’8º con l’ultimo tirocinio) ed i 4 mesi dopo il parto. Tale decisione verrà formalizzata a tutti gli effetti il mese prossimo presso la riunione mensile del Centro di Igiene e Sicurezza.

In maniera simile a Pisa dopo un’ulteriore segnalazione abbiamo deciso di denunciare un caso analogo, rispetto al quale siamo riusciti ad aprire un’interlocuzione tra Università, Ordine dei Medici e l’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana; il tavolo formatosi sta approntando grazie ai rappresentanti di Ateneo e i rappresentanti di Medicina un percorso alternativo sia per le tirocinanti dell’esame di stato per l’abilitazione medica, sia per tutte le tirocinanti dell’Ateneo pisano di medicina e non. Al momento è già strutturato un percorso specifico per la tirocinante in gravidanza dell’esame di stato che è in attesa di essere ratificato e messo in opera. Grazie a tale interlocuzione siamo riusciti a risolvere anche il caso contingente della studentessa che era stata bloccata perché incinta durante l’ultimo periodo di tirocinio; a seguito della valutazione presso la medicina preventiva è stato individuato all’interno dell’ospedale una struttura dove potesse completare il tirocinio in sicurezza e abilitarsi a luglio senza ulteriori ritardi.

È anche da queste battaglie, da alcuni considerate residuali, che si misura l’effettiva garanzia e la possibilità da parte di tutte e tutti di portare a compimento il proprio percorso formativo. Il diritto alla maternità è un tema fondamentale per tante giovani aspiranti mediche e non solo, e in quanto tale va garantito ad ogni livello.
Solo l’ostinazione nel portare avanti questa battaglia ci ha permesso infine di trovare le soluzioni adatte in questo senso, a dimostrazione di come il diritto allo studio, il diritto alla maternità, il diritto a scegliere sui nostri corpi e sulle nostre vite si conquistano attraverso la partecipazione diretta ai processi decisionali che riguardano i nostri percorsi formativi e lavorativi.

Ovviamente, non è che un primo passo, e siamo decisi/e a farne tanti altri insieme!