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Università: la Camera approva un pessimo disegno di Legge sullo stato giuridico dei docenti universitari

Con una sconcertante dimostrazione di approssimazione il governo ha costretto il Parlamento a votare l'intero articolato del ddl Moratti per la riforma dello stato giuridico dei docenti universitarira

17/06/2005
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Con una sconcertante dimostrazione di approssimazione il governo ha costretto il Parlamento a votare l'intero articolato del ddl Moratti per la riforma dello stato giuridico dei docenti universitari. Il dibattito di ieri alla Camera, la pochezza delle motivazioni fornite, la fretta di chiudere le votazioni hanno rivelato fino in fondo l'incapacità della maggioranza a comprendere i problemi reali dell'università italiana la carenza di risorse e le possibilità di accesso per i giovani scienziati preferendo andare ad una prova di forza con il ricorso al voto conclusivo.

Solo a prezzo di gravi forzature, anche procedurali, il provvedimento è stato infine approvato, nonostante che per due volte il Governo sia stato battuto in Aula (la prima volata sull'art. 1 relativo alle finalità del provvedimento e la seconda volta su un emendamento che esclude dalla commissione di concorso, molto opportunamente, i professori universitari dell'ateneo che ha bandito la prova) mentre, in un altro caso, il Ministro ha dovuto improvvisamente cambiare parere su un emendamento dell'opposizione per evitare di essere di nuovo battuto.

La Cgil esprime un giudizio decisamente negativo su questo ddl perché:

- non viene riconosciuta la preziosa ed ineliminabile opera degli attuali ricercatori ai quali viene attribuito il puro titolo di "professore aggregato", pur di tenerli ancora fuori dai ruoli di professore universitario, "onore" riservato solo agli attuali ordinari ed associati.

- i ricercatori vengono messi ad esaurimento, chiudendo per sempre a giovani di valore la possibilità di accedere alla carriera universitaria.

- si procede ad un ulteriore sviluppo del precariato addirittura chiarendo che i contratti a tempo determinato per i giovani scienziati non hanno limiti di tempo: una precarietà a vita che non ha ovviamente alcun equivalente in nessun altro paese e che avrà come unico effetto quello di scacciare i giovani migliori dalle università italiane.

Chiediamo al Ministro Moratti, prima del passaggio del provvedimento al Senato, di aprire un confronto vero con tutte le forze interessate.

Per quanto ci riguarda, se questo confronto non verrà aperto, continueremo con forme di mobilitazione e di lotta per impedire che questo disegno vada in porto anche al Senato.

Fulvio Fammoni Enrico Panini

Segretario Nazionale CGIL Segretario Generale FLC CGIL

Roma, 17 Giugno 2005