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Università: una finanziaria sbagliata che penalizza i giovani e il futuro del paese

Comunicato unitario FLC Cgil, CISL Università e UIL P.A.-U.R.

15/12/2006
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Nel testo del maxiemendamento predisposto al Senato per il voto di fiducia si legge un’arretrata posizione del Governo per quel che riguarda l’Università e la Ricerca scientifica.
Rispetto a questi due sistemi che in tanti hanno definito fondamentali per lo sviluppo del Paese si rende evidente che il Governo non ha la volontà di esprimere un impegno adeguato alle necessità né sul piano del reclutamento né su quello delle risorse.
Apprezziamo e sosteniamo – dunque – l’appello della CRUI, che evidenzia in larga parte le critiche che le Organizzazioni Sindacali hanno mosso, sottolineando anche noi che da anni progressivamente l’Università vede ridotte le risorse a fronte di costanti e significativi aumenti delle spese per il personale e per l’esercizio.
In questa maniera, si creano le condizioni perché le università si avviino al collasso economico, riducano la qualità e la quantità dei servizi per gli studenti, la spinta dei docenti e del personale tecnico amministrativo per una didattica migliore, ed infine perché non vi sia la possibilità di impegno importante nella ricerca scientifica.
Con le scelte della legge Finanziaria, il Governo contraddice chiaramente la sua ipotesi programmatica: investire nella cultura, nella formazione, nella ricerca e nella innovazione per garantire ai giovani ed al Paese il progresso ed un futuro migliore.
Non comprendiamo – peraltro – come si potrà realizzare un piano serio di reclutamento di nuovi ricercatori mentre le risorse si riducono e si rende veramente improbabile il destino del sistema universitario e di coloro che vi lavorano.
Non vogliamo credere che un Governo riformista e di progresso ritenga che la ricerca industriale possa essere l’unica o la principale prospettiva su cui basare una politica per l’innovazione scientifica in Italia, conoscendo bene i limiti storici e il ruolo del sistema produttivo nel contesto italiano.
Ci appelliamo dunque alla responsabilità del Governo e del Parlamento – in cui siedono tanti illustri docenti delle Università italiane – affinché sia corretta la rotta e si ponga mano ad un intervento forte e serio per l’Università pubblica.
Se non interverranno significative modifiche nel testo presentato, Cgil, Cisl e Uil dell’Università incalzeranno ogni giorno il Governo con iniziative tese a correggere la difficilissima situazione in cui questa Finanziaria mette gli Atenei italiani.

Roma, 15 Dicembre 2006