Convegno “Le prospettive dell'istruzione professionale in Italia”. Seconda giornata.
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10:00
Gabriella Giorgietti del Centro Nazionale della CGIL Scuola cura la comunicazione su "L'istruzione professionale in Francia, Spagna e Germania".
Il sistema d’istruzione e di formazione in Francia.Le competenze e le responsabilità in temo di politiche d’istruzione appartengono allo Stato, sia pure con competenze diversificate tra vari Ministeri. All’interno di tale sistema nazionale, le scuole hanno una certa indipendenza per quanto riguarda l’amministrazione e l’attività d’insegnamento e, alivello secondario, nella gestione finanziaria.
La legge quinquennale del 1993 su lavoro, occupazione e formazione professionale riconosce all’Educazione nazionale una responsabilità particolare nel campo dell’inserimento professionale, stabilendo che tutti i giovani hanno diritto ad una formazione professionale prima di lasciare il sistema d’istruzione.
Dal Luglio 1994 le competenze in materia di azioni di formazione extrascolastica qualificante sono state trasferite alle regioni, attraverso accordi specifici con lo Stato. Tipi e livelli di qualifica sono definiti a livello nazionale, con adeguamento triennale.
La scuola dell’obbligo è obbligatoria dai 6 ai 16 anni (scuola primaria, collège e primo anno della scuola secondaria superiore).
Per quanto riguarda i diplomi professionali, essi possono essere acquisiti in due modi: attraverso l’apprendistato in un centro di formazione professionale o nei corsi dei licei professionali. Il Ministero dell’istruzione ha spinto perché le scuole statali fossero anche collegate con i corsi di apprendistato.
Il sistema d’istruzione e di formazione in Spagna.
La Costituzione del 1978 sancisce la ripartizione delle competenze tra lo Stato e le Comunità autonome. Lo Stato mantiene una competenza su alcune materie fondamentali su:
qualifiche scolastiche e professionali;
promulgazione e attuazione delle direttive di base riguardanti il diritto all’educazione;
la regolamentazione generale del diritto d’istruzione;
la definizione dei requisiti minimi per gli studi.
Le Comunità autonome hanno responsabilità su edifici scolastici, personale docente, adempimento delle disposizioni statali e indirizzi facoltativi, sezioni e specializzazioni.
L’istruzione obbligatori è di 16 anni e comprende: l’istruzione primaria e istruzione secondaria obbligatoria. Il curriculum di base dell’Istr. Sec. Obbligatoria prevede aree disciplinari obbligatorie, conformi ai requisiti del curriculum di base comune, definiti a livello nazionale.
Alla fine dell’Istr. Sec. Obbl. gli alunni possono accedere al Bachiellerato e al Livello intermedio specifico di formazione professionale. L’istruzione obbligatoria può arrivare fino ai 18 anni. Esistono programmi di ‘tutela sociale’, prevista per gli alunni che non riescono ad ottenere il certificato al termine del ciclo obbligatorio.
La Ley de Calidad, attualmente in discussione in Parlamenti, prevede di modificare il carattere sostanzialmente unitario dell’ESO (Istr. Sec. Obbl.), introducendo una separazione degli itinerari formativi, prevedendo che gli alunni che non acquisiscono il Bachiellerato o incontrano difficoltà negli studi, passino a programmi di apprendimento professionale, finalizzati all’integrazione sociale e lavorativa.
Il sistema d’istruzione e di formazione in Germania.
In Germania la responsabilità dell’istruzione è determinata dalla struttura federale del Governo. La legislazione e l’amministrazione in materia educativa sono responsabilità del Lander. Lo Stato federale ha la responsabilità in tema di formazione iniziale e continua nelle imprese, promozione della ricerca scientifica e accademica e applicazione della legge quadro ai principi generali dell’istruzione superiore.
I Governi del Lander cooperano fra loro, anche attraverso accordi e, infine, la cooperazione tra la Conferenza permanente dei Ministri e l’associazione degli istituti d’istruzione superiore ha creato un collegamento tra organi amministrativi e organi di gestione.
L’istruzione a tempo pieno è obbligatoria dai 6 ai 15%16 anni (dipende da ogni Land) e quella part-time fino all’età di 18 anni.
L’istruzione superiore rivolta ai giovani tra i 15/16 e i 19 anni comprende:
l’istruzione generale; l’istruzione e formazione professionale; l’istruzione generale e professionale congiunte.
Al termine dell’istruzione obbligatoria a tempo pieno, la maggior parte dei giovani (circa i 2/3) prosegue la formazione professionale nel sistema duale. La formazione iniziale che avviene in impresa segue le disposizioni legislative dello Stato federale, la legge sulla formazione professionale e la regolamentazione sull’artigianato. La formazione si svolge secondo un contratto di diritto civile tra azienda e studente, che definisce tutti gli obiettivi della formazione, la durata, il numero di ore dedicate alla formazione, la modalità di pagamento e la remunerazione (soggetta alla contrattazione collettiva).
Una considerazione sul sistema italiano: si fa avanti un'idea di carattere disciplinaristico in contrasto con l'impostazione dei sistemi scolastici europei più efficaci, che penalizzerà le fasce più deboli rompendo il riferimento al ciclo unitario dell'istruzione e della formazione.
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09:15
Prendono il via i lavori della seconda giornata del Convegno.
Anche oggi la sala è gremita a confermare il successo della manifestazione registrato nella prima giornata.
Il primo intervento in programma è quello di Roberto Pettenello del direttivo nazionale FFR CGIL: "L’integrazione nelle politiche europee per la formazione".
L’intervento della Commissione europea sulle politiche di istruzione degli stati membri è oggi molto più forte che nel passato, grazie, innanzitutto alla politica europea dell’occupazione, fondata sull’obiettivo di promuovere una forza lavoro competente e qualificata.
Ogni anno gli Stati membri devono predisporre il Piano nazionale per l’occupazione, sui quali la Commissione europea svolge verifiche circa la realizzazione degli impegni presi. Ciò sta producendo effetti positivi circa una politica sull’occupazione coordinata a livello europeo.
In questo contesto, la formazione, quale accompagnamento al lavoro e al reinserimento lavorativo, diventa un momento fondamentale della politica di sviluppo di ogni paese membro.
Infatti nelle ‘Linee Guida’ vengono indicati obiettivi molto concreti e si stabilisce di utilizzare almeno 25.000 miliardi di lire del Fondo Sociale europeo per il periodo 2000/6 per la formazione. Ciò ha contribuito a far crescere in modo straordinario il ruolo della formazione nel nostro Paese (sia pur con diversi livelli di qualità) rispetto ai decenni passati.
Il Consiglio Europeo di Lisbona del 23-24 marzo 2000 ha fornito un’ulteriore spinta propulsiva per il ruolo della formazione nelle politiche europee. Si è individuato, infatti, nella ‘economia basata sulla conoscenza’ lo strumento fondamentale per realizzare una crescita durevole dell’Europa, per lo sviluppo dell’occupazione (obiettivo per il 2010 di un tasso del 70%) e per una più grande coesione sociale.
Nonostante i cambiamenti politici avvenuti in Europa dopo Lisbona, che hanno accentuato le spinte verso le politiche del costo del lavoro rispetto alle risorse umane, l’influenza di Lisbona non si è ancora attenuata.
Infatti nel Consiglio Europeo di Barcellona del marzo 2002 si riconferma il ruolo decisivo della formazione nell’ambito del modello sociale europeo, ricercando "un’integrazione più stretta tra istruzione, formazione professionale e mondo del lavoro", attraverso una collaborazione più stretta tra i diversi soggetti istituzionali che se ne occupano.
Tuttavia, la politica dell’attuale Governo rivela intenzioni alquanto diverse da quelle impostate a livello europeo, per cui in Italia la formazione e la ricerca vanno perdendo il loro ruolo centrale. Per questo occorre che la CGIL e le varie categorie che la compongono assumano una forte iniziativa per arrivare ad un confronto (forse rischioso, ma ineludibile) con MIUR, Ministero del Lavoro e Regioni sui temi della formazione.