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I° Conferenza, “La città e l’educazione”

La Conferenza è stata aperta dalla relazione di Marina Subirats, docente universitaria di Barcellona e coordinatrice della rete delle città educanti.

Di seguito alcuni punti centrali del suo intervento, seguito con grande attenzione da una platea di diverse migliaia di persone che riempivano il Palazzo dello Sport , sede dei lavori generali del Forum.

“Il sistema educativo è l’unico elemento del sistema sociale che si occupa di trasmettere un’etica, perché non lo fa più la famiglia e non lo fanno più i media che trasmettono antivalori fino all’individualismo”.

Contro il modello capitalistico di scuola, basato sulla cultura maschilista e dominante, dobbiamo avere la consapevolezza, ha proseguito la relatrice, che la scuola non è neutra ma è un terreno di battaglia politica in cui si confrontano opinioni differenti.

Occorre un nuovo impulso etico che può dare la città, in quanto comunità, tenendo insieme la cultura scientifica e la cultura etica, basato sulla identità .

Per fare ciò occorre sburocratizzare la scuola, rompere il dualismo tra apprendimento pratico ed apprendimento teorico e fare delle città dei luoghi educanti attraverso la riappropriazione degli spazi (“Bisogna insegnare ai ragazzi svantaggiati a conoscere e a muoversi con proprietà nella propria città”).

Infine, occorre insegnare il senso di responsabilità: non esistono diritti senza doveri. Il senso di responsabilità si costruisce nel rapporto fra scuola e territorio.

Occorre cambiare il modo di lavorare della scuola, superando la ripartizione in ore e in discipline a favore dell'insegnamento di nuovi valori democratici come la solidarietà e l'uguaglianza.

Interviene, poi, nel dibattito Ramon Moncada dell'Università di San Paolo del Brasile che centra il suo ragionamento sulla necessità di “ pensare”” la città per imparare a convivere (Ï problemi della città sono i problemi del singolo cittadino). Si afferma in questo modo l'idea della città come luogo dell'utopia individuale e collettiva.

Infine, nell'ultimo intervento Steve Stoer dell'Università di Porto (Portogallo) sottolinea come al concetto di cittadinanza attribuita, garantita dal contratto sociale che definisce diritti e doveri omogenei, occorra passare all'idea di cittadinanza reclamata.

Si viene così a riconfigurare il contratto sociale attraverso la rivalutazione delle diversità ed il ripensamento degli attuali modelli di politica redistributiva. La cittadinanza reclamata è contro gli etnocentrismi e si definisce come un insieme di più identità; solo attraverso il riconoscimento delle differenze si consentono l'inclusione e la responsabilità individuale. La scuola pubblica è uno strumento importante per la realizzazione della cittadinanza reclamata se parte da un*idea plurale, attenta alle differenze, alla multiculturalità e si costituisce come comunità in cui i diversi soggetti hanno potere e assumono responsabilità.

FERMIAMO L’AUTONOMIA DIFFERENZIATA!

Nei prossimi giorni potrai firmare
per il referendum abrogativo.

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