Forum Mondiale per l'Educazione di Porto Alegre - Quarta giornata

  • 14:00

    Educazione e mondo del lavoro

    Jean Marie Maillard, francese, e Gaudencio Frigotto, brasiliano, hanno affermato che per molto tempo il tema è stato affrontato in modo unilaterale, e l’educazione si è piegata alle esigenze del mondo del lavoro.

    Occorre confrontarsi con le contraddizioni, valorizzando l’educazione per tutti e per tutto l’arco della vita, a partire da un’educazione iniziale migliore, attraverso il dialogo sociale e il confronto continuo tra mondo del lavoro ed educazione.

    Il capitalismo ha mostrato l’incapacita`` di migliorare la vita di tutte le persone: ci sono milioni di persone che vivono in condizioni di povertà``. Occorre creare la capacità di vivere insieme, e occorre ritardare il più possibile l’ingresso dei bambini e dei ragazzi nel mondo del lavoro.

    Gestione democratica

    La tesi di fondo sostenuta dai tre relatori, Licinio Lima ( Salvador), Jean Marc Nollet (Belgio), Arnoldo Vaquerano ( SV?), è stata sostanzialmente la stessa: la scuola deve essere pubblica, per tutti, gratuita, gestita democraticamente. In particolare Lima ha sottolineato come in Salvador, così come in altri Stati non democratici, la scuola sia al servizio della politica. Occorre, quindi, creare un’educazione libera, non funzionale al potere, che possa trasformare la mentalità collettiva e, di conseguenza, le istituzioni. Solo così può nascere uno stato democratico, unica possibilità per combattere la violenza, l’ingiustizia sociale, la corruzione.

  • 08:00

    2° Conferenza,
    “La costruzione sociale della conoscenza”

    Cuore della appassionata relazione di Kailash Satyarthi, indiano, ricca di riferimenti ai Veda e agli anedotti su Budda, è l’impossibilità di costruire la conoscenza a partire solo dall’esperienza altrui; la conoscenza richiede compartecipazione, condivisione di una prassi esperienzale.

    Questa idea forte si è concretizzata nell’esperienza della marcia globale contro il lavoro minorile, dove a partire da culture, etnie, religioni e background diversi i bambini e le bambine hanno costruito un sapere condiviso di azione e di lotta.

    Oggi è predominante una forma di conoscenza che nasce dal mercato e dal potere; la conoscenza nobn è per la società ma a beneficio di pochi (ci vogliono convincere che non può esserci pace senza la guerra, che è indispensabile bere quella bibita o usare quel dentifricio).

    La costruzione sociale della conoscenza è vivere un processo continuo, dinamico che può anche generare conflitti, che nasce dalla trasformazione del sapere, attraverso le generazioni, i professori, la famiglia. La conoscenza sociale non si costruisce, però, attraverso un insegnamento “verticale” - dalle vechhie generazuioni alle nuove – ma attraverso la reciprocità, la scoperta, le domande. Le risposte, infatti, sono la morte, mentre le domande sono la vita.

    Si possono riconoscere diversi processi di conoscenza: per la sopravvivenza, con lo sviluppo di conoscenza scientifica e tecnologica, per l’accumulazione del potere e del profitto e, infine, per la dignità ed identità individuale e sociale.

    Per la costruzione di queste ultime due forme di ciniscenza occorre, però, abbattere anche “le barriere culturali” che impediscono alla maggior parte delle donne e dei bambini di acceder ad un’ istruzione di qualità per tutti.

    Pregiudizi culturali, tabù, vere forme di schiavismo e sfruttamento ancora presenti in molti paesi sono di fatto alla base del forte tasso di analfabetismo femminile e del lavoro minorile. Fenomeni che sono in aumento, data l’incapacità e la non volontà degli organismi internazionali e dei paesi ricchi di aiutare i paesi in via di sviluppo nella lotta contro l’analfabetismo.

    I paesi ricchi hanno, infatti, diminuito l’allocazione di risorse verso i paesi poveri e investono di meno nell’educazione.

    Infine, tra gli indicatori per la costruzione e la trasformazione della conoscenza occorre considerare:

    1. la creazione di un ambiente formativo in cui si dia risposta alle domanda

    2. la partecipazione dei bambini alla formazione della conoscenza

    3. la tolleranza tra discenti, genitori, docenti

    4. lempowerment

    Kailash Satyarthi ha concluso il suo intervento con una frase che ben riassume lo spirito e l’essenza del Forum:``An education by all, of all,for all``.

    La Conferenza si è conclusa con l’intervento di Fernando Rodal, Uruguay che, a partire dal titolo,si è chiesto se davvero noi possiamo costruire la conoscenza, se possiamo parlare di appropriazione della conoscenza.

    Noi possiamo costruire gli strumenti per la conoscenza, che la rendono possibile ma che vanno distinti da essa.

    In questo processo importante è la partecipazione delle persone; oggi possiamo apprendere più cose rispetto al passato e dobbiamo tendere a costruire un’alternativa allo sfruttamento ambientale, che provoca disastri sui paesi poveri, che pagano pesantemente l’alterazione dell’equilibrio ambientale.

    Occorre lottare contro la frammentazione della conoscenza, per costruire un nuovo futuro, un nuovo mondo, a partire dall’esperienza del passato:questo è il momento per farlo.

Torna l’appuntamento in cui le lavoratrici
e i lavoratori di scuola, università, ricerca
e AFAM possono far sentire la loro voce.

LEGGI LA NOTIZIA