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Tocca ora a Maria Brigida, Segreteria Nazionale della CGIL Scuola che affronta il tema del rapporto istruzione/formazione e mercato del lavoro. A fronte della necessità di elevare l’obbligo scolastico almeno a 16 anni di età, dobbiamo affermare con forza che questo diritto la scuola pubblica deve riconoscerlo a tutti, in modo particolare a coloro che da soli non sceglierebbero di andare a scuola né di rimanervi a lungo, garantendo a ciascuno il raggiungimento degli obiettivi formativi. Ma la scuola non può essere lasciata sola di fronte a queste sfide, deve aprirsi al territorio, ma anche il territorio deve riconoscere l’esistenza della scuola e deve assumere su di se quella parte dei compiti che messi in sinergia con la scuola possono garantire il reale esercizio del diritto all’istruzione. L’integrazione è passaggio ineludibile, quindi, ma occorre chiarire che non coincide con confusione: i diversi soggetti istituzionali hanno mandati chiari e definiti e solo dal riconoscimento reciproco di questi differenti mandati può scaturire quel circolo virtuoso in grado di affrontare e risolvere la vera emergenza sociale della nostra scuola che è la dispersione scolastica. Ma quando diciamo che l’elevamento dell’obbligo scolastico a 16 anni è un “must” (dover essere) dobbiamo contestualmente affermare nuove regole che vietino l’accesso al lavoro
dei minori . Obbligo di istruzione, lotta contro i contenuti discriminanti e socialmente inaccettabili della Legge Delega Moratti non possono prescindere dal rifiuto dei contenuti della Legge Delega sul Lavoro, anche essa in discussione al Parlamento, che al contrario, riduce fino ad eliminare l’obbligo alla formazione esternanel contratto di apprendistato. Più sapere anche per l’esercizio del diritto alla formazione continua perché, come dimostrano le ricerche anche dell’ISFOL, la stragrande maggioranza dei lavoratori che ne hanno usufruito sono in possesso di un diploma o di una laurea. La coerenza fra la delega sulla scuola e quella sul lavoro è evidente ed è, quindi, altresì evidente, che comune deve essere la nostra battaglia, il nostro rifiuto. Per essere cittadini e lavoratori consapevoli e non sudditi occorre più sapere.

FERMIAMO L’AUTONOMIA DIFFERENZIATA!

Nei prossimi giorni potrai firmare
per il referendum abrogativo.

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