La mobilitazione nazionale dei Precari - Roma, 19 febbraio 2003

  • 14:00

    I responsabili sindacali partecipanti alla delegazione intervengono dal palco. I messaggi sono chiari: La mobilitazione prosegue. Questa è una semplice tappa di un percorso difficile. Un messaggio duro ma realistico. La manifestazione si scioglie…. A tutti è ben presente che, comunque, si tratta di un arrivederci.

  • 13:30

    Ecco che la delegazione scende dalle scalinate del “Palazzo” di Viale Trastevere. Notizie ancora interlocutorie. In estrema sintesi: il Ministero ha chiesto al governo di poter immettere in ruolo 21 mila precari. “Ma i posti liberi sono oltre 100 mila”: questa l’obiezione sollevata dalla delegazione, a cui i dirigenti ministeriali non hanno saputo/potuto rispondere. Evidente che a questo punto assume ulteriore importanza l’appuntamento di domani, data in cui si esperisce il tentativo di conciliazione a seguito della proclamazione dello stato di agitazione della categoria. In assenza di risposte convincenti l’ipotesi dello sciopero prenderebbe corpo in maniera molto netta e i temi degli organici e delle immissioni in ruolo daranno concretezza alla mobilitazione attuale dei precari.

  • 13:00

    Si susseguono gli interventi. Testimonianze che si incrociano e si fondono. C’è sempre comunque un filo comune che porta i precari a sollecitare un impegno forte e unitario sui loro problemi. Accenti e inflessioni dialettali "colorano" le testimonianze proposte dal docente della scuola materna di Bologna a quello delle superiori di Salerno. Intanto la delegazione dei manifestanti capeggiata da De Filippi per la CGIL, Formilli per CISL e Proietti per la UIL, sale per le scale del Ministero. Consegneranno le migliaia di firme, raccolte in questi mesi, a favore delle immissioni in ruolo.

    Alcuni flash raccolti sul pullman, stamattina alle 4,30, proveniente da Bari:

    Rosa, precaria di Bari: "Ce la faremo ad essere immesse in ruolo? Sicuramente si! Queste le nostre speranze venendo a Roma";

    Diana, Bari, iscritta alla CISL: " Abbandonato il mal tempo a Bari eccoci nel sole di Roma. Dai fulmini e saette del precariato al sole splendente del contratto a tempo indeterminato;

    Francesco e Chiara, iscritti alla UIL: "Siamo due precari e non ci va di starci in queste condizioni, vogliamo una sicurezza per un posto di lavoro, sollecitiamo e siamo inca…"

    Da un pullman proveniente dal sud ad un altro che ha attraversato gli Appennini. Queste sono le testimonianze "aquilane":

    Antonella, precaria ATA. "Sto da ben 20 in graduatoria. Tre anni fa, finalmente, una supplenza annuale e poi… da due anni solo supplenze saltuarie. E’ molto chiedere di essere finalmente assunti? Sono tanti i posti liberi, è incomprensibile …"

    Susanna, supplente di matematica. "Sono una supplente storica, superata dalle docenti provenienti dalle SSIS, per questo da quest’anno non ho più avuto supplenza nella mia classe di concorso. Cosa chiedo al Ministro? Semplice: le immissioni in ruolo e la risoluzione definitiva del pasticcio "SSIS"

  • 12:00

    Torno sul viale Trastevere. Ormai lo spazio di fronte al Ministero è completamente occupato dai precari. Un mare di bandiere dove il rosso della CGIL si fonde con il verde e le strisce delle bandiere della CISL e il blu di quelle della UIL. Il palco, appositamente predisposto nella mattinata, è occupato dall’organizzazione che chiama i tantissimi precari a raccontare le loro esperienze, le loro speranze, le loro aspirazioni. Una sembra prevalere su tutte: il diritto al lavoro, mi verrebbe da parafrasare uno slogan attualissimo a proposito della pace, "senza se senza ma". Discutiamo pure di regole ma niente blocco delle immissioni in ruolo. Discutiamo di come migliorare il servizio scolastico ma difendiamo la scuola pubblica. Temi politici generali e specifici si intrecciano negli interventi partecipati e pieni di slancio. Tanti giovani e tanti giovani. Tanti precari che si stanno consumando negli anni in attesa di una stabilizzazione del proprio posto di lavoro che significa certezza per il proprio futuro, certezza per la propria famiglia. Colpisce sentire quanti anni di servizio già prestati nello scuola pubblica e l’impossibilità di vedere la fine di questo lavoro precario, incerto e frustrante a momenti.

    Sul palco, ancora loro, sono i campani a governare la mattinata. Canti in napoletani si mischiano con "bella ciao". L’approvazione della Legge delega alla Camera di ieri aggiunge timore a un disagio ormai fortissimo all’interno della categoria.

  • 09:30

    La nostra manifestazione è già iniziata. Di fronte al Ministero sistemiamo le bandiere. Ancora non è arrivato nessuno. I passanti curiosi ci domandano cosa stia accadendo. Resto un poco perplesso: interessati al tema e solidali o… interessati agli eventuali disagi per il traffico? Meglio non approfondire. Un signore sul marciapiede di fronte al Ministero, il tram si ferma lì, si diverte a fare delle flessioni e capriole. Mi sembrano esercizi fatti con eleganza considerata l’età. Immagino che i precari che arriveranno fra poco saranno si, carichi di energia, ma non certo per eventuali dimostrazioni di agilità fisica. Sento una vibrazione nella tasca del mio ingombrante giubbotto, accidenti ma a Roma ultimamente fa freddo, è il cellulare. Un sms dal pullman “unitario” che arriva da Bari. Ecco il testo: … viaggiavamo su una “FIAT 124” sognando di diventare adulti e normali. Dopo 10 anni viaggiamo in pullman, sognando di diventare .. adulti e normali. Me lo manda Eliseo, un precario pugliese in viaggio per Roma.
    Attendiamo pullman dalla Puglia, Umbria, Toscana e Campania. Molti arriveranno in treno e in macchina. Il servizio d’ordine è già qui, schierato a protezione del palazzo. Già pronto un palco. Il nostro striscione è stato attaccato alla barriera del marciapiede della fermata del tram. Siamo pronti.

Torna l’appuntamento in cui le lavoratrici
e i lavoratori di scuola, università, ricerca
e AFAM possono far sentire la loro voce.

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