Mentre a S. Patrignano discutono di disagio giovanile, noi, a Rimini ...

  • 18:30

    Si forma il corteo. Migliaia di giovani, soprattutto loro, ma anche tanti cittadini e genitori per manifestare e riaffermare "la dignità" della scuola
    pubblica che non separa e divide, ma sa affrontare i problemi dei giovani lavorandoci quotidianamente. Il Ministro Moratti ha preferito segregare anche i suoi ospiti in quel di San Patrignano, rifuggendo il confronto e dimostrando un forte allergia a idee diverse dalle proprie. L'incidente con l'Amministrazione di Rimini dimostra, con poco spazio ad altre interpretazioni, che si ha paura dell'eventuale contestazione pacifica e democratica. Ma allora, come si fa ad insegnare la tolleranza, la comprensione del diverso, il rispetto delle idee altrui, del considerare la diversità come un valore che arrichisce e fa crescere? Non sono forse questi valori che dovrebbe trasmettere la scuola? Non dovrebbe ispirarsi a questi principi chi è preposto ad amministrarla nell'interesse dello Stato? I fumogeni colorati danno un senso di allegria e non certo di pericolosità, la musica che ha accompagnato un corte ordinato e pacifico non ha certo disturbato. Il corteo giunge Piazza Cavour e si
    scioglie. Il Ministro Moratti e i suoi ospiti sono sempre lì a San Patrignano, certo meno liberi di questi ragazzi.

  • 18:10

    "No global no party" questo il gustosissimo titolo scelto dal Corriere di Rimini per descrivere la mancanza di "tatto" del Ministro Moratti. Facciamo un passo indietro: il sindaco offre una cena agli illustri ospiti di San Patrignano poi ... L’arroganza del potere fa brutti scherzi. Avere idee diverse, per questo governo, non è una ricchezza bensì motivo di preoccupazione. Dopo lo schiaffo dato a migliaia di docenti e Ata, impegnati da tempo, spesso in situazioni difficilissime, sui temi del disagio e della dispersione scolastica, decidendo di discuterne con i colleghi europei in una istituzione privata, il Ministro, ne combina un'altra. Il Ministro Moratti, infatti, informato che a Rimini si sarebbero espresse civilmente idee, opinioni differenti sulle politiche scolastiche (un convegno ed una pacifica manifestazione), che fa? Infastidito dalla possibilità che si potesse esercitare il diritto di critica, cancella, con un telegramma, l’incontro con cena già programmato da tempo al Palazzo dell’Arengo. “Una sgarbo per la città, ha dichiarato il Sindaco di Rimini, una decisione che suscita sconcerto, nessuno aveva mai sollevato la benché minima preoccupazione”. Il Sindaco ha chiesto formalmente al Ministero dell’Istruzione di spiegare i motivi di questa grave decisione.

  • 17:30

    Proseguono gli interventi centrati sugli aspetti della politica governativa riguardo all'istruzione e alla scuola. Poche discrepanze sull'analisi, ma sempre diverso il taglio e la sensibilità con cui questa viene fatta. Si tratta di associazioni ed organizzazioni, queste presenti al Teatro degli Atti, diverse per storia, scelte politiche e campo di attività. Quello che però accomuna è l'alto valore riconosciuto alla scuola pubblica, la forte volontà di difenderla e il rifiuto di una privatizzazione di quello che anche per la Costituzione è un diritto fondamentale. Proprio l'importanza dell'obiettivo può far superare incomprensioni ed eventuali diffidenze. Questo è il senso che ricaviamo dal giro degli interventi degli oratori succedutisi sul palco. L'ultimo intervento, proprio in chiusura e non previsto, è quello dell'onorevole Alba Sasso, che precede la chiusura dei lavori e l'invito di spostarsi tutti verso il punto di ritrovo per la manifestazione che raggiungerà Piazza Cavour.

  • 16:45

    Confermando la fama che vuole l'Alitalia non è al "top" per quanto riguarda la puntualità dei voli, ecco arrivare Enrico Panini. Neanche il tempo di salutare e gli si offre il microfono per l'intervento. Ecco cosa ha detto:

    "Sono turbato da una brutta giornata sul piano della Democrazia dopo avere letto un disegno di legge che propone come festa nazionale il 9 Novembre data della caduta del muro di Berlino, in alternativa al 25 Aprile.Ma la cosa che è ancora più grave è il fatto che si obbligano la scuola e l’Università a celebrarlo come se queste istitutzioni dovessero rispondere a un Governo e non invece alla Costituzione.A ciò si aggiunge un ordine del giorno in cui si invoca il controllo politico sugli insegnanti che, si dice,quando insegnano storia fanno politica e in cui si propone di introdurre come libro di testo il “libro nero del comunismo”. Inaccettabile la scelta del testo ma la questione è un’altra: siamo al libro della verità.A San Patrignano sta accadendo un fatto che non ha precedenti……Lunedì ero a Palermo in una scuola dove c’è un 50% di immigrati dove ci sono gravi problemi di emarginazione e dove gli insegnanti mostrano la determinazione e il coraggio di non chiedere il trasferimento. Il Ministro non va lìa discutere di dispersione scolastica. A San Patrignano il Ministro fa parlare solo esperienze tra scuola e volontariato, non quelle tra scuola e istituzioni democratiche, tra scuola e forze sociali.La verità è che si vuole introdurre come principio pedagogico la segregazione. E noi che abbiamo una storia di lotta contro le istituzioni totali, di abolizione dei manicomi, d’integrazione scolastica dovremmo accettare tutto ciò? Conoscete il progetto Enjoy? Si stanziano 12 milioni di euro per finanziarie centri di accoglienza anti-disagio separati dalla scuola.La contro riforma Moratti priva i docenti della possibilità di cambiare. Priva i giovani della possibilità di farsi un progetto di vita. La storia parla a noi."

  • 16:30

    Si susseguono i primi interventi. Intanto una precisazione: l'assemblea pubblica del teatro degli Atti è stata preceduta, nella mattinata, da una manifestazione degli studenti. A ruota, subito dopo questa iniziativa, seguirà un secondo corteo che raggiungerà Largo Augusto.

  • 16:00

    Vediamo ora i protagonisti di questa iniziativa cui la Cgil di Rimini e la Cgil Scuola hanno deciso di partecipare. L'iniziativa è partita dal Social forum di Rimini e di Bologna cui hanno aderito anche i Cobas Scuola, i Cub Scuola, Rifondazione Comunista e i Verdi di Rimini, i disobbedienti dell'Emilia Romagna, il Valconca Social Forum, Pesaro Social Forum, Progetto città cantieri sociali. Sul palco Paolo Pantaleoni del Rimini Social Forum che presiede, l'onorevole Paolo Bulgarelli dei Verdi, Massimo Alliprandini dei Cub, Palmi dei Cobas, e Giammarco De Pieri dei disobbedienti Emilia Romagna. Il posto di Enrico Panini è vuoto: lo aspettiamo da un momento all'altro a causa di un ritardo del volo da Roma.

    Sentiamo intanto alcune testimonianze raccolte a caso tra i presenti.

    Elisabetta 44 anni docente

    Sono qui oggi perché penso e soprattutto spero che qualcosa si possa ancora cambiare. La manifestazione di oggi e giornate come queste dovrebbero però avvenire in un luogo diverso, più fruibile a tutti e soprattutto più visibile e coinvolgente. Non condivido assolutamente la scelta di San Patrignano, ma la trovo ovviamente coerente con la politica della Moratti di affossamento del pubblico a vantaggio del privato, politica del resto comune a tutti i ministri di questo governo.

    Dario 40 anni docente precario

    Sono qui per manifestare contro la Moratti e la “sua scuola”. Ritengo che manifestazioni come questa debbano essere più numerose , ma anche più visibili per manifestare un dissenso forte e un malessere diffuso e crescente che respiro a scuola tutti i giorni. Penso che sarebbe stato più opportuno se la ministra invece di convocare un dibattito autocelebrativo in una comunità di recupero per tossicodipendenti avesse convocato tutte le componenti del mondo dell’istruzione pubblica per ascoltare chi il disagio lo vive e lo affronta tutti i giorni.

    Rita 40 anni ATA

    Sono qui per protesta contro la politica della Moratti. Iniziativa di oggi è buona e da riproporre in sedi diverse per coinvolgere più persone e rendersi più visibili. La scelta di San Patrignano dimostra che il privato continua a prendere gli spazi del pubblico.

    Stefania 34 anni docente

    Sono qui per protesta contro la scelta della Moratti. Trovo limitata la visibilità dell’iniziativa ma comunque funzionale per il coinvolgimento delle persone che hanno a cuore la scuola pubblica e non solo dei dirigenti sindacali più avvezzi a tali manifestazioni. La scelta di San Patrignano fa parte di un quadro più ampio di appalto della “cosa pubblica” al sistema del volontariato e comunque fuori dell’istituzione. Questa oltre ad essere una scelta infelice perché luogo di repressione e non di formazione.

  • 15:40

    Ma perchè questa iniziativa qui a Rimini? San Patrignano: struttura privata contro le tossicodipendenze, comunità chiacchierata per i metodi repressivi.E’ la sede che il Ministro Moratti ha scelto per il convegno dei Ministri Europei sul disagio scolastico.

    Quali messaggi escono da tale scelta?

    1.Privatizzazione: si sceglie una struttura non statale così come si danno i soldi alle famiglie purché iscrivano i figli alle scuole private.

    2.Drammatizzazione: disagio = tossicodipendenza, allarme droga a scuola, allarme ordine pubblico, allarme delinquenza, la via dell’allarmismo spettacolarizzato, la stessa che ha spinto il Presidente del Consiglio a lanciare l’allarme casse dello Stato in TV a reti unificate per terrorizzare il paese sulle pensioni.

    3.Segregazione: la pedagogia che si vuole suggerire, comunità apposite, classi apposite, si comincia isolando il disagio si continuerà con l’handicap si finirà separando i bravi da i meno bravi, i ricchi dai poveri, i licei dai professionali come prevede la legge 53.

    4.Repressione: dei comportamenti attraverso la restaurazione del voto di condotta e controllo poliziesco attraverso il presidio delle scuole all’insaputa dei docenti e dei dirigenti scolastici.

    Con questo biglietto da visita il Ministro Moratti pretende di presentare la scuola italiana all’Europa dimenticando le tradizioni d’integrazione sociale, di presidio culturale del territorio, di contributo alla crescita economico sociale del Paese, di rimozione degli ostacoli alla crescita dei cittadini (art. 3 della Costituzione) che hanno fatto grande la nostra scuola pubblica. Da soli questi argomenti rappresentano già dei buoni motivi per manifestare contro questa riunione. Ma in tutta Europa soffiano venti che già ben conosciamo: la tendenza a separare gli alunni in base ai risultati scolastici e alle prospettive di lavoro e di vita, ad anticipare la scelta dell’indirizzo scolastico, a separare le competenze istituzionali sugli ordini di scuola, a ridurre risorse e organici, a precarizzare il rapporto di lavoro del personale, a privatizzare interi pezzi del sistema educativo. Trovare riuniti tutti i Ministri europei dell’Educazione è un occasione per manifestare contro tutto ciò e per evitare che le volontà restauratrici del Governo italiano si saldino alle spinte conservatrici che aleggiano in Europa.

  • 15:00

    La sala del teatro si sta riempiendo. Tantissimi giovani. Una delegazione proveniente dal Friuli si fa notare per la consistenza e il numero delle bandiere, naturalmente della Cgil Scuola.

  • 13:00

    Un fuori programma da non raccontare. Da tutto il mondo arrivano dei turisti a Rimini. Non avevo mai sentito di qualcuno che non avesse trovato la strada. Noi ci siamo riusciti. Immaginate le prese in giro che ci siamo beccati. Meglio stendere un velo pietoso.

  • 09:30

    Da molto tempo non viaggiavo su un mini bus.
    L'atmosfera, siamo in una decina di persone, ricorda le nostre "lontane" gite scolastiche. C'è un particolare che mi fa riflettere su quanto gli attuali ritmi di vita siano differenti e come "le macchine" cambino e influenzino i nostri comportamenti. In poco più di un ora di viaggio, siamo partiti verso le 7,45 attraversando una Roma ancora assonnata e affascinante, non abbiamo fatto altro che rispondere ai cellulari. Abbiamo cioè continuato a lavorare. Lo spazio materiale e quello temporale sono ormai annullati. Non esistono orari specifici per il lavoro o per il proprio privato: è un tutt'uno avvolgente e indistinto. Sarà un bene? Mah!

Torna l’appuntamento in cui le lavoratrici
e i lavoratori di scuola, università, ricerca
e AFAM possono far sentire la loro voce.

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