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L’intervento di Enza Albini, segretaria regionale della Cgil Scuola Sicilia, che all’ultimo momento è stata trattenuta in sede, è letto da Giovanni Lo Cicero, responsabile regionale della FP per la Cgil Scuola.

La Sicilia, come regione autonoma, ha la potestà legislativa in tanti ambiti già dal 1949. La formazione professionale ha attraversato negli ultimi 20 anni momenti di crisi di grossi enti gestori, tanto che sono in vigore alcune norme di tutela del personale e dell’occupazione. Solo negli ultimi anni la regione

riesce a lavorare meglio nell’ambito delle azioni comunitarie. In Sicilia lavorano nella FP oltre 6.500 persone (a tempo indeterminato) che operano quasi tutte nei 50 enti “storici” (gli enti sono complessivamente 103). Questo personale è stato interessato in buona parte dalla riqualificazione professionale. A questa operazione però non ha corrisposto un aumento qualitativo dell’offerta regionale, che è più orientata sulla quantità. In questo settore manca un efficace “governo” da parte della regione più preoccupata di procedure burocratiche che di obiettivi: una pratica che favorisce i clientelismi, anche perché i criteri per l’accreditamento presentano maglie molto larghe. Non mancano le risorse economiche, anzi, ma resta molto frammentario il quadro degli interventi, scarso il rapporto tra l’offerta degli enti e i bisogni del territorio, assente il coordinamento dell’istituzione pubblica (la Regione). In Sicilia, poi, il protocollo tra Regione e Miur sulla FP ha sancito la separazione definitiva tra istruzione e formazione.

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