Un romanzo per altre stragi

  • 12:30

    La sala è vuota. Elena, Marcello Fois, i ragazzi ... Tutti via. A me il compito di chiudere (metaforicamente) la porta. Ho visto tantissimi ragazzi, oltre un centinaio, dei quali mi ha colpito il silenzio e la loro attenzione. Ho letto, in molti di loro, la meraviglia e una nuova consapevolezza. La vita è fatta anche di memoria. Un futuro senza memoria è fatto di consumo, di una società silente e "morbida" ai voleri del mercato. La realtà è diversa. Oggi hanno scoperto che Madrid è vicina, paradossalmente più di Brescia trent'anni fa. Anche uno scrittore e sceneggiatore di successo può dare messaggi di speranza e ... chiudo con Elena: "rinascere, rinascere, rinascere".

    Ora non mi resta che chiudere effettivamente la porta. Alla prossima. Ciao

  • 12:20

    Il giudizio finale lo lasciamo ad Elena, animatrice ed anima della libreria Rinascita, insegnante in pensione che non ha smesso di pensare ai ragazzi, offrendo loro occasioni di incontro con scrittori e intellettuali. L'età le dà la saggezza e non le toglie assolutamente lo spirito e l'impegno. E' lei la vera anima che ha fatto vivere questa giornata e quelle che seguiranno: A lei il compito di chiosare la mattinata.

    Ecco il suo pensiero:
    "Pensavamo di arrivare alla politica attraverso la narrazione, e’ accaduto l’inverso. La mattinata è pienamente riuscita. Fois ha catalizzato l’attenzione di ragazzi di scuole diverse e di età diverse: a noi e a loro ha consegnato questa dedica: Rinascere, rinascere, rinascere.

    Un ultimo sacrificio lo chiediamo a Marcello Fois chiedendogli una sua valutazione:

    • incontro di piacere per uno scrittore non da salotto;

    • è possibile con questa generazione ricostruire un dibattito;

    • il rifiuto a considerarsi merce anche scolasticamente parlando;

    Valutazioni sintetiche, ma estremamente efficaci.

  • 12:00

    Un applauso chiude l'intervento finale. I ragazzi sciamano verso l'uscita. Ma non tutti. Un gruppetto si ferma per continuare a conversare con lo scrittore. Da un gruppo una domanda secca e non prevista: "perché un incontro con uno scrittore si trasforma in un comizio contro la destra?" Replica Fois: "l'intenzione non è quella di convincere della bontà delle idee di sinistra su quelle di destra, quanto il sottolineare come il clima sia caratterizzato da un assenza di dialogo e da un antagonismo esasperato.

  • 11:30

    E' finita. Un saluto e un ringraziamento. Poi subito il fuoco di fila delle domande. Si rompe il ghiaccio.

    E' Nicole, una ragazzina spigliata e presente a chiedere:
    "Dopo aver letto in classe “La pace bianca” da Lei scritto, mi sono chiesta perché ha preferito trattare la prima guerra mondiale anziché altri avvenimenti.

    Fois: Per vari motivi , come dicevo all’inizio, la storia ci ricorda come l’uomo sbaglia continuamente quando parli di una guerra parli della stupidità di tutte le guerre. La prima guerra mondiale ha colpito anche la mia terra. Quella che ora è la terra dei Club Mediterranee è ed è stata l terra dei sardi che hanno vissuto tutte le guerre . Ritengo che la memoria sia un frutto rotondo, deve considerare tutto. Il dato fondamentale è che una terribile paura delle persone che dimenticano. Il massimo dell’orrore è quando si unisce insieme in un'unica persona il cretino e chi dimentica. Il compito dell’intellettuale è che almeno una volta al giorno si possa dire al cretino che è un cretino.

    Si prosegue. Elena Piovani Libreria Rinascita domanda:
    Si dice che sei giallista, impegnato, emigrato dalla Sardegna a Bologna perché li c’è un circolo di giallisti. Ritieni che il crimine sia il segno sociale che caratterizza la vita ?

    Risposta di Fois: Il crimine non è il segno sociale poiché è pacificante poiché in esso c’è un colpevole, una vittima ed una soluzione. Il titolo della conferenza è un urlo condiviso da chi non riesce ad accettare che sia finita e intende quindi giocare un'altra idea della letteratura. Oggi siamo attraversati da una domanda relativa al perché , ma non ci chiediamo con eguale forza chi è stato.E’ difficile l scrittura quando non esiste fantasia che raggiunga il livello di orrore della realtà. La narrazione di Fois a questo punto riconsegna ai ragazzi la sceneggiatura della strage di Capaci fin nei dettagli che non lasciano scampo all’azione consapevole di chi quella strage l’ha “materialmente” pensata e realizzata. “C’e’ bisogno di riprendere finalmente le armi della partecipazione, del dialogo , del confronto”

  • 11:00

    Scuro di carnagione, non molto alto, Fois tradisce immediatamente la sua origine sarda. Per me, sardo di Oristano, è una curiosità in più sapere che chi mi sta di fronte è un "nuorese". Evidente lo sforzo di mettersi sulla stessa lunghezza d'onda dei ragazzi. Si rivolge, infatti, sia a chi è venuto volontariamente sia a chi è stato "deportato" come anche a lui, confessa, è successo da studente. Senza piaggeria, ma mettendosi su un piano di ascolto nei confronti dei ragazzi, precisa che la generazione che ha di fronte non ha responsabilità nel processo di oblio che vuole rimettere in gioco la storia per tornare indietro. Questo il problema. Il tentativo di far dimenticare:

    siamo all'espansione dell'indifferenza .La sensazione dell‘essere distanti . Non per noi. Siamo dentro la realtà di una città martire: noi siamo a Madrid. Chi vi dice che sono passati trenta anni ed è una cosa che non ci riguarda, sta mentendo. E’ la memoria che prevede che queste cose si raccontino. Quello che io sono dipende dal sacrifico di qualcun altro.

    Il terrorismo: Il terrorismo funziona quando funzionava l’oblio; con la memoria, il racconto, si combatte il terrorismo. Quello che è capitato a Madrid poteva capitare anche a me perché ogni individuo è mio pari.

    Citando Pasolini: Il titolo “Io so” di un articolo pubblicato sul Corriere della Sera ci porta a cogliere che il compito di un intellettuale è quello di sapere e non di far finta di dimenticare.

    Sciascia: L’idea che l’intellettuale ha un compito di vigilanza nel senso delle parole. Grande attenzione al romanzo Todo Modo. Forse per la metafora del luogo in cui i politici si "ricreano", ma anche per il ricordo dell'assenza del nostro Presidente del Consiglio dovuta al "lifting".

    Ma qual è il valore dei giovani per questa società? La capacità di spendere. Il ruolo di consumatore e di induttore al consumo. Si è per quello che si possiede. Si è nulla se non si possiede l'ultimo ritrovato della tecnica. Il cellulare non serve per comunicare ma,Ilarità in platea, preannuncia un cellulare che produrrà popcorn: strumento futuro per renderci tutti ancora e solamente consumatori.

  • 10:45

    Marcello Fois inizia ora il suo intervento. Seguiamo anche noi in silenzio.

  • 10:35

    Questo l'intervento di Santo Gaffurini

    Un argine consapevole all’infinito. Quante volte umanamente proviamo, attraverso la scansione del tempo, ad organizzare questo confine. Quest’ iniziativa non sfugge a questi pensieri. TRENT’ANNI sono passati dal ventotto maggio 1974 e ancora riproviamo attraverso una modalità non consueta a mantenere viva la memoria di quella giornata nella quale non il fato, ma un gesto consapevole di violenza ha strappato la vita ad otto cittadini altrettanto consapevoli e ha cambiato la nostra portandoci a fissare alcuni elementi attorno ai quali esercitare il nostro impegno civile, politico. Ma il filo del ricordo, desideroso di costruire un tracciato della memoria, è stato continuamente curvato in questi anni da episodi che hanno gravato le coscienze pronte ad interrogarsi sul chi e sul perché di episodi feroci . Domande che si rincorrono in un’eco spaziale che dalla Spagna all’Iraq, dall’Afganistan ad Haiti attendono risposte di giustizia , di comprensione, in grado, parzialmente, di offrire un senso al dolore dei parenti, a quanti faticano ad accettare l’immatura scomparsa di chi aveva con loro costruito progetti e disegni con i quali ricomprendere nuovi universi. La Cgil-Scuola - La Libreria Rinascita nelle quali i 5 insegnanti uccisi quel giorno operavano, militavano, sono da anni impegnate a promuovere l’attenzione su quel periodo della storia del nostro paese, poiché le ombre annidate degli autori, dei finanziatori, dei mandanti di quella strage ancora si oppongono alla verità; segni evidenti di questa dimensione sono l’assenza di colpevoli della strage di Piazza Fontana a distanza di 35 anni, così come l’assenza di certezze sugli autori della strage di piazza Loggia, del treno Italicus, della stazione di Bologna, stragi intervenute nei momenti critici della storia del paese e, dunque, mai casuali. In quell’anno, 1974, molti dei temi che avevano scosso le abitudini e i costumi civili erano attraversati da sperimentazioni che prospettavano nuove possibilità di soluzione mettendone in discussione i presupposti fossilizzati che reggevano il sistema tutto, ne richiamo qui due fra i più significativi :

    - il divorzio e il referendum confermativo,

    - l’emanazione dei decreti delegati con i quali la scuola metabolizzava in forma democratica l’idea della partecipazione alla definizione dei saperi e alla loro disponibilità collettiva e alla gestione condivisa delle risorse, la trasparenza in nuce, auspicate nei movimenti di protesta degli anni immediatamente precedenti e che avevano coinvolto non solo l’insieme delle realtà scolastiche, piuttosto l’intiera società civile.

    Con il terrore che ha la caratteristica specifica di colpire innocenti, con una strage mirata dentro ad una manifestazione antifascista si voleva interrompere quello che allora insegnanti, pensionati, lavoratori, studenti stavano progettando: ipotizzare che un altro mondo era possibile attraverso l’agire quotidiano nel proprio lavoro, mediante un’ azione solidale che si arricchiva dei desideri degli altri garantendo a se stessi la possibilità di cercare nuove modalità, deviando da percorsi lineari gerarchicamente predisposti che a molti sembravano appunto la possibilità pervasiva del fascismo che era prima espressione culturale e poi manifestazione di violenza e su quel terreno andava contrastato. L’incontro dentro le parole ci è sembrata in questo un’idea che potesse aiutare la comprensione e la volontà di costruire risposte personali. Le fotografie, rigorosamente e inevitabilmente in bianco e nero di quel mattino, ci restituiscono l’immagine di una piazza nella quale i volti delle donne e degli uomini che non transitavano, ma si erano riuniti erano coperti da una selva di ombrelli, pioveva.

  • 10:20

    Tutte le poltroncine sono ormai occupate. Tanti ragazzi si sono seduti sui gradini. Molta attenzione soprattutto all'arrivo di Marcello Fois. Una sorpresa per tanti di loro. Marcello è giovane. Lo guardano incuriositi

    e si chiedono cosa succederà.

    Giovanna Bertazzoli, della Cgil Scuola di Brescia dà inizio ai lavori. Poche parole per introdurre l'intervento di Santo Gaffurini Segretario Provinciale della Cgil Scuola di Brescia.

  • 10:00

    Gli studenti sono entrati nell’auditorium, un chiasso contenuto riempie la sala. Si aspetta lo scrittore. Chiediamo a qualche ragazzo quali siano le attese rispetto all’incontro.

    Elisa 18 anni
    Mi piace conoscere versioni diverse dalla realtà , voglio sapere di più sulla storia recente dell’Italia. So di non sapere. Da uno scrittore mi aspetto una comunicazione meno didattica , più coinvolgente perché abituato a creare atmosfere.

    Claudio 18 anni
    Avrei preferito un musicista ma sono contento di essere qui.

    Paola e Milena
    Cogliere attraverso gli occhi di uno scrittore le emozioni e un nostalgico “fascino” di incompiuto e continuativo storico. Il tutto in forma live.

    Alessandro
    Mi aspetto di ricevere stimoli per una futura approfondita discussione.

  • 09:30

    Eccoci a Brescia. Una giornata dolce, senza il freddo che mi aspettavo. Una nuovo lavoro questo, che cerca di raccontare una particolare "conversazione" inserita nel quadro delle iniziative per il trentennale della

    strage di Brescia. Uno scrittore, Marcello Fois, incontrerà una folta rappresentanza degli studenti di Brescia e porterà avanti una conversazione, senza rete, dal titolo provocatorio "Un romanzo per altre stragi". Un approccio originale nel rivisitare la storia e quei momenti bui della società italiana che rischiano di essere dimenticati. Marcello Fois sarà il primo ad affrontare i ragazzi e a colloquiare con loro. Ogni martedì ci sarà un incontro. Previste le presenze di Maurizio Maggiani, Bruno Arpaia e, per finire, Lidia Ravera. Gli incontri si terranno nell'auditorium del Museo di Scienze Naturali a Brescia

Torna l’appuntamento in cui le lavoratrici
e i lavoratori di scuola, università, ricerca
e AFAM possono far sentire la loro voce.

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