Immagini e sensazioni dal corteo del 15 maggio

  • 17:00

    Eccomi in Piazza Navona. Curiosi e turisti, il popolo di Piazza Navona insomma, si incontra con il corteo del popolo della scuola. Il palco è piccolo, situato a nord della piazza. I tavolini dei bar erano affollati di turisti che ci guardavano un poco perplessi; qualcuno allarmato chiedeva in inglese cosa
    succedesse.La stessa domanda l’ho sentita fare in francese e spagnolo. Ho sentito anche alcuni giapponesi ma … cos’abbiano detto non l’ho capito. In un batter d’occhio Piazza Navona fagocita il corteo. Alcune indicazioni per guidare i più distratti, in effetti il palco non era ben visibile. Dal palco vengono letti i documenti ufficiali della manifestazione. La piazza rimbomba e il cielo viene invaso dai palloni giganti della FLC Cgil. Si da lettura allo sterminato elenco dei coordinamenti presenti: Bologna, Roma, Firenze, Verona, Genova, Torino, Livorno, Bari, Napoli, San Giuliano, sono solo una piccolissima parte di quelli presenti.. Sono proprio i rappresentanti dei vari coordinamenti dei genitori e delle scuole a prendere la parola. Marzia Mascagni è la prima. Viene da Bologna: sciopero contro la riforma. Questo il suo messaggio. “Questa riforma non può essere addolcita, infatti, può solo essere abrogata”. Prosegue Daniela Volpe di Roma che chiede il ritiro del Decreto attuativo. Durante gli interventi dal palco, progressivamente, vengono lasciati liberi i palloni che velocemente salgono in un cielo dolce e terso. Un gabbiano che disegnava larghi cerchi in cielo sopra di noi si s
    paventa e fugge davanti ad un pallone che saliva velocemente verso l’alto. Parla la rappresentante dei coordinamenti di Trieste sottolineando il protagonismo dei genitori. Genitori che hanno utilizzato gli strumenti degli uffici dove lavorano per riprodurre i materiali. Vittorio Cogliati Dezza, parla a nome della associazioni. Ricorda l’assurdità della proposta di impedire ai bambini la partecipazione alle manifestazioni e come questa sia una visione dei valori di una famiglia presente solo nella testa di questo governo. Sulla filosofia che sottende questa riforma ricorda una frase di Ford: “Io non sono capace di rifare e ripetere le stesse cose. Altri sono capaci di farlo ripetendole all’infinito; non sentono alcun bisogno di pensare e non vogliono farlo”. Quindi pochi debbono pensare, gli altri devono eseguire senza alcun bisogno di uno sforzo di elaborazione personale. In questo quadro la difesa del tempo pieno va vista non come una difesa di posti ma come la difesa di un modello pedagogico e didattico. Per questo il popolo della scuola rifiuta questa riforma. Il suo intervento si chiude con un invito ad utilizzare tutti gli strumenti dell’autonomia per respingere l’attuazione della riforma. Segue l’intervento di Sonia Gentili, precaria universitaria. Poi una sindacalista colombiana apre uno squarcio di luce sulla situazione colombiana e dei maltrattamenti che subiscono i sindacalisti. Invita a sottoscrivere l’appello “SOS del sindacalismo mondiale per il sindacalismo colombiano.” Tocca poi a Costanza Boccardi di Napoli intervenire che, ironicamente, trova una nota positiva nell’attività della Moratti. Ha fatto scoprire a tutti, infatti, il va
    lore della scuola pubblica. Seguono altri interventi con molto spazio ai precari, che pagano, sulla loro pelle gli effetti di questa riforma. Si sancisce qui quindi la saldatura del popolo della scuola pronto, ancora una volta, a difendere la scuola pubblica e a contrastare le politiche governative sulla scuola, l’università e la ricerca.

  • 16:45

    Siamo già a Largo Torre Argentina, per sbucare poi in Via Vittorio Emanuele. Un autista poco avveduto cerca di passare fendendo il corteo. Gli si fa capire che non è il caso e desiste. Poi un picc
    olo incidente, gli imprevisti del mio mestiere: vengo investito da… un monopattino guidato da uno scricciolo alto un palmo e mezzo. Avrà avuto tre-quattro anni. Mi guarda con il viso arrossato piuttosto spaventato. Non posso fare a meno di ridere e regalarli un pallone gigante. Il corteo si infila in Via della Cuccagna: una via strettissima che sfocia in Piazza Navona. Si sente un rimbombo impressionante ed ecco rifiorire slogan ed urla: “La costituzione ce l’ha insegnato, la scuola è pubblica e dello Stato”.

  • 16:30

    Anche un cagnolino partecipa alla manifestazione. Viene portato, con un guinzaglio improbabile, da alcuni bambini. Naturalmente è diventato la mascotte di tutto il gruppo. Coccolato e riempito d’attenzioni … bella la vita da cani in questi momenti. Ecco la batteria dei passeggini. Tre passeggini con bambini a bordo. Ben protetti dentro le loro carrozzine sono i manifestanti più giovani in assoluto ed occupano uno spazio tutto loro all’interno del corteo. Per essere più visibili ad una carrozzina è stato legato un pallone gigante.

  • 15:30

    Ecco che il corteo si muove … finalmente. Mi posiziono proprio all’imbocco di via Cavour. Passano i bambini, sempre più eccitati e divertiti, con i loro genitori e le loro insegnanti. Poi a ruota lo striscione dei Comunisti Italiani, della Lega ambiente, del Cidi, dei Cobas e del magma di associazioni, coordinamenti, sindacati e partiti che hanno aderito alla manifestazione. Passa ora lo striscione degli studenti universitari, mentre nel cielo un piper trascina la scritta che ricorda i temi della manifestazione. Ecco ora lo striscione di Rifondazione Comunista, poi quello della FLC, la nuova Federazione che unisce a livello nazionale il sindacato Cgil Scuola con quello dell’Università. Seguono gli striscioni della Cgil Scuola Lazio, di Treviso, di Firenze.
    Passano gli Unicobas, poi i Democratici di sinistra. Vedo le bandiere della lista Di Pietro Occhetto. (Mi scuso con chi non ho citato ma comunque la confusione era tanta e la posizione piuttosto scomoda per citare tutti). Alle 15,50 Piazza della Repubblica si è svuotata e il servizio d’ordine predisposto dalla questura chiude il corteo. Coraggio, ora bisogna camminare. Scendo velocemente per via Cavour. L’atmosfera è rilassata. Il camion degli studenti medi “spara” musica a tutto volume. I ragazzi ballano, un pizzico d’invidia per la loro età e la loro voglia di vivere. Lungo il corteo noto quasi un’atmosfera da gita. I bar vengono presi d’assalto. Gelati e acqua a volontà. Infatti c’è una nota positiva. C’è caldo. Dopo tanta pioggia e freddo, oggi, il sole ci ha fatto compagnia. Naturalmente il motivo ufficiale per il quale si abbandona il corteo e si acquistano i gelati riguarda la presenza di bambini. Però io ho visto anche tante mamme e tanti papà, poi, mangiare i gelati. Un segno di grande serenità e di normalità che fa bene. Arrivo ai fori imperiali. Corro letteralmente verso l’altare della Patria: intendo scattare delle foto dalla scalinata. Un poliziotto cortesemente mi invita a non salire sui gradini del monumento. Cerco di insistere, mi servono delle foto. Niente da fare. Mi infilo in un gruppo di turisti in un angolo della piazza. Lo spettacolo è
    affascinante: una fiumana umana quella che dai Fori imperiali, dopo aver attraversato P.zza Venezia, imbocca Via della Botteghe oscure. Tanti colori e la solita miriade di “mongolfiere” con la scritta FLC Cgil, scritta che sostituisce quella, certamente oggi più conosciuta, della Cgil Scuola. Dovremo abituarci. La FLC Cgil, infatti, sarà il nome che apparirà quando si parlerà di scuola o di università. Un nuovo sindacato che si occuperà, in maniera complessiva e coerente, di tutto il ciclo del sapere e della conoscenza dalla scuola dell’infanzia sino all’università e alla ricerca.

  • 15:15

    Ancora non ci siamo mossi. Ormai piazza della Repubblica è stracolma. Si fanno le prime stime che confermano il successo della manifestazione dai 30 mila ai 50 mila. Queste le cifre che più attendibili. A mio modesto parere siamo molto vicini 50 mila. Seguendo gli accordi, dopo le scuole, comitati e coordinamenti dei genitori, tocca alle associazioni occupare il proprio posto nel corteo. Non mancano gli studenti universitari, i coordinamenti dei ricercatori e gli studenti medi.

  • 14:30

    Mi aggiro in Piazza Repubbblica. Proprio tre, quattro bambini sostengono il “mini” striscione che aprirà il corteo con questa scritta: “Letizia, non siamo 4 gatti”.
    Subito dopo quello ufficiale: “Dalla scuola all’università, fermiamo la Moratti”. Ecco l’altra saldatura: tutto il mondo della conoscenza è in piazza, scuola università e ricerca compatti ed uniti per esprimere un rifiuto netto alle scelte politiche di questo governo. Una babele di coordinamenti dei genitori, scuole medie e scuole elementari, scuole dell’infanzia. Tantissimi gli striscioni in un tripudio di colori e fantasia. Ma ancora i bambini potagonisti: “La scuola è dei bambini, andate via mostricini”. Questo lo slogan urlato da un gruppetto di quattro/cinque bambini dentro un megafono troppo grande per loro. Interessante anche uno striscione esibito da un gruppo di docenti: “Meno tempo pieno, meno proposte formative, meno maestri=più soldi alle scuole private”. La scuola Bellocchi difende il Tempo pieno, la scuole elementare Bergonzi chiede il ritiro del Decreto. Un altro striscione: “Spazziamo via la riforma Moratti”. Il più simpatico? (si tratta di un giudizio tutto personale) Quello dedicato indirettamente a
    Darwin, dove si legge”la scuola torna sugli alberi” con una teoria dell’evoluzione al contrario e la descrizione grafica del conseguente viaggio a ritroso dalla posizione eretta alla vita sugli alberi. Un brusio ed un applauso mi incuriosisce. Ecco il motivo: passa la Lilly Gruber. Evidentemente la giornalista di Rai uno è popolare da queste parti. Devo aver catalogato una cinquantina di striscioni dei vari coordinamenti … Ma ve li risparmio.

  • 14:00

    Eccolo ancora il popolo della scuola. Ancora in piazza per contrastare il disegno politico predisposto dal governo per la scuola italiana. Forse il Ministro pensava che la partita fosse ormai chiusa: fatta la legge, emanato il primo Decreto attuativo, dispiegato un fronte di fuoco mediatico di tutto rispetto per spiegare le bontà di una riforma targata “Moratti”, scomodato il Presidente del Consiglio per decantare la grande modernità di questa nuova scuola … Tutto Ok, quindi, o no? No! Incredibilmente il popolo della scuola dice ancora,
    testardamente, contro ogni previsione, con sempre maggiore fermezza, questo popolo dice NO alla Legge Moratti. Già in Piazza della Repubblica si sentono i primi slogan che esprimono una semplice e secca richiesta: ritiro del Decreto attuativo e abrogazione della Legge 53. E’ lo stesso popolo che ha già sfidato il gelo e la pioggia, la grandine e il vento durante i precedenti cortei e che caparbiamente, ancora, non si è arreso. Si è, al contrario, irrobustito saldando alleanze insolite: docenti e genitori, partiti e sindacati, enti locali ed associazioni professionali. Una bocciatura solenne di questa Legge che non piace per i contenuti pedagogici, non piace ai genitori, non piace agli Enti Locali e non piace ai bambini. E i bambini sono tanti, qui al corteo, con la paura che questo sia l’ultimo cui possono partecipare.

Torna l’appuntamento in cui le lavoratrici
e i lavoratori di scuola, università, ricerca
e AFAM possono far sentire la loro voce.

LEGGI LA NOTIZIA