Manifestazione nazionale a Roma

  • 12:45

    Alle 12.45 conclude la manifestazione il segretario generale della Uil Luigi Angeletti che ha salutato la grande manifestazione e lo sciopero che ha bloccato la scuola italiana.

    “Difendere la scuola – ha esordito – significa difendere il nostro futuro e quello di tutto il paese. Per dare una prospettiva migliore a tutti i cittadini c’è bisogno di un sistema educativo migliore. Tagliare risorse alla scuola è tagliare sul nostro futuro. E’ questo che dobbiamo spiegare ai cittadini che oggi non hanno potuto mandare a scuola i loro figli. Si parla tanto di competitività, ebbene la competitività del paese non si costruisce sui bassi salari e sul precariato, ma su una maggiore conoscenza. La scuola – spieghiamolo bene al governo – non è una cosa qualunque da tagliare, ma un bene a cui aggiungere risorse perché è nella scuola che si formano i cittadini migliori: non tagli, dunque, ma investimenti”.

    Angeletti ha criticato la miopia delle politiche governative su scuola e formazione tacciandole di stupidità. “Parlano di libertà di scelta, ma questa si esercita se l’offerta formativa è ampia e non se viene ridotta. E’ insensato anche creare 20 sistemi scolastici diversi. La scuola pubblica è una, laica e repubblicana”.

    Sul rinnovo dei contratti il segretario della Uil ha detto che "le persone a cui affidiamo la formazione e l’educazione dei nostri figli non possono essere frustrate e poco motivate, ma, al contrario, valorizzate. Il contratto della scuola ha, quindi, una duplice ragione perché la ripresa economica del paese non passa attraverso un impoverimento generalizzato del lavoro dipendente. Bisogna aumentare i redditi e ridurre le tasse non ai ricchi, ma al lavoro dipendente.

    Il sindacato ha una grande responsabilità: evitare che le cattive politiche portino il paese al disastro.

    Noi siamo forti, ma la nostra forza sono le persone".

  • 12:30

    Prende la parola Anna Maria Furlan, segretaria confederale della Cisl.

    “La manifestazione di oggi – esordisce – con la partecipazione, insieme al personale della scuola, di famiglie, studenti e cittadini dimostra una diffusa volontà e determinazione a impegnarsi contro il degrado della scuola pubblica che sta diventando sempre più povera e sempre più arretrata. Nella cultura del sindacato confederale la scuola è considerata l’unica possibilità di sviluppo ed emancipazione del paese all’insegna della solidarietà. Invece ci troviamo di fronte a un susseguirsi di scelte sbagliate a cui i sindacati hanno risposto con grande chiarezza. La scuola pubblica di tutti non piace a chi ha una visione mercantile del sapere e della scuola e li considera strumenti di selezione. Il governo deve cambiare l’agenda delle sue priorità: la riduzione delle tasse, questo mitico sogno, si traduce solo in meno tasse ai ricchi finanziata sacrificando le risorse dello stato sociale. Cgil, Cisl e Uil hanno espresso un giudizio fortemente negativo sulla legge finanziaria che sarà ribadito con lo sciopero generale del 30 novembre. Si confermano i tagli agli organici con gravi conseguenze sui soggetti più deboli, come gli handicappati. Si conferma l’assenza di investimenti. Qui non c’è riforma, ma solo tagli al personale”. Furlan ha ricordato al governo che su queste cose il sindacato si è mobilitato facendosi interprete del disagio generale, perché rappresenta il paese reale. E contro il sindacato e contro la contrattazione continua a muoversi il governo, ma anche contro la categoria che, con la legge sullo stato giuridico, si vuole ridurre a più miti comportamenti. Qui non c’è nessuna innovazione, c’è l’attacco alla libertà di insegnamento, c’è il mancato rispetto di qualunque impegno e qualunque protocollo. Non c’è innovazione ma un modello organizzativo che cancella la collegialità, l’inclusione, la solidarietà. Un modello che indebolisce l’offerta formativa crea un sistema scoordinato e mette fine alle pari opportunità. E invece non ci si rende conto che la scuola pubblica ha reso migliore questo paese.

  • 12:00

    Prende il microfono Enrico Panini, segretario generale della FLC Cgil che dà il benvenuto a nome dei sindacati confederali alle decine di migliaia persone che affollano piazza Navona. Ringrazia tutti per l’impegno di questi anni, un impegno che ha fatto rimbalzare la scuola all’attenzione generale. Lo sciopero è riuscitissimo – ha esordito Panini -, la scuola si è fermata e le scuole si sono svuotate, le manifestazioni hanno visto una partecipazione altissima. “Questo è un dato politico incontrovertibile, al di là del prevedibile balletto di cifre sulle adesioni”. Questo risultato vuol dire che il paese non condivide la politica del governo sulla scuola anche se stasera da tutti i TG il Ministro tornerà a dirci che va tutto bene, come il regolare inizio dell’anno scolastico (falso) e gli insegnanti tutti al loro posto fin dal primo giorno (falso) fino al taglio dei 14mila posti docente di cui Moratti dice di non saper nulla. Eppure, continua Panini, fin dal 2001, il Ministro concordò con il Tesoro di Tremonti tagli pesanti a tutto il personale. Ai 14mila insegnanti se ne aggiungono 3mila Ata: tagli che servono a finanziare la riduzione delle tasse ai redditi più alti. Tutti questi tagli si traducono in costi aggiuntivi per le famiglie.

    Non va tutto bene. La situazione nella scuola è pesante sotto tutti i punti di vista. Il primo biennio economico del contratto è scaduto 11 mesi fa, il contratto dei dirigenti scolastici è scaduto da due anni. “Le nostre retribuzioni continuano a perdere potere e il 3,5% non è sufficiente. I soldi dei contratti non devono essere stornati per coprire i buchi della finanza creativa. Nella legge finanziaria non ci sono risorse per la scuola, ma norme che parlano solo ai furbi e agli evasori. Questa finanziaria è una dichiarazione di guerra contro la scuola pubblica.

    Vi è un accanimento contro questa categoria e le sue rappresentanze: con la legge sullo stato giuridico si mina la libertà di insegnamento e si viola la Costituzione introducendo l’assunzione per chiamata diretta. Un ritorno indietro su tutta la linea. Eppure il vicepresidente Fini aveva firmato un accordo col quale si impegnava non solo a trattare con i sindacati tutte le materie soggette a contratto, ma anche a difenderle da improprie irruzioni della legge”.

    Dal palco di piazza Navona Enrico Panini ha chiesto, a nome di Cgil, Cisl, Uil, risorse vere e certe per la scuola, la parola fine al precariato, la realizzazione di condizione che permettano il pieno diritto allo studio per tutti i ragazzi, anche i diversamente abili.

    La legge 53 – ha detto Panini – non è una riforma, è una legge sbagliata. “Noi vogliamo più scuola pubblica per tutti, una scuola che valorizzi il personale e dia opportunità ai giovani. Di questo non è mai stato possibile parlare con questo governo e con questo ministro. Noi siamo per una scuola pubblica di qualità e per i suoi valori per noi irrinunciabili. Sono i valori della Costituzione che si vogliono cancellare anche dai libri di scuola.

    Non c’è consenso su questa legge – ha concluso Panini -, altrimenti il Ministero non sarebbe ricorso alle minacce di sanzioni contro i dissenzienti. Questa legge e questa politica offrono solo ricette da azienduccia un po’ di capi e tanti esecutori. Non è questa la scuola vogliamo”.

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  • 11:45

    Tocca ad Anna Maria Santoro,della FLC Cgil, a presentare i primi oratori.

    Rompe il ghiaccio Costanza Boccardi, del movimento dei genitori, viene da Napoli ed è madre di tre figli. Parla da mamma, ma col piglio di un capopopolo. Ricorda a tutti l’emergenza criminalità a Napoli che coinvolge purtroppo anche i bambini. “Vi racconto la storia di un ragazzino napoletano nato nei quartieri spagnoli – lo chiamerò Sasà: suo padre sta in galera e sua madre è disoccupata. Sasà ha di fronte due strade per il suo futuro: l’una quella di diventare emigrante e andare verso il nord come tanti altri prima di lui; l’altra di diventare cittadino della camorra fare tanti soldi facili e morire giovane sulla strada. Ma Sasà si è ribellato, non ha scelto né l’una né l’altra: è andato a scuola e ora si prepara per andare all’università. La scuola pubblica lo ha salvato dalla strada, gli ha salvato la vita. Questa scuola scassata che funziona nonostante tutto”. La storia di Sasà è per Boccardi una delle mille ragioni per chiedere l’abrogazione della L. 53, “che non è emendabile perché sono sbagliati i principi che la ispirano. Se la scuola è un business il più forte va avanti e il più debole va fuori. Con la scuola della Moratti Sasà non avrebbe avuto scampo”. Non a caso Boccardi ricorda i maestri di strada che lavorano nelle realtà più difficili per salvare i bambini napoletani dalla strada. La scuola va sostenuta, migliorata anche nei suoi edifici: a Napoli le scuole a rischio sono circa 600. Conclude Boccardi: “Diminuire gli insegnanti significa aumentare poi le guardie carcerarie”.

  • 11:30

    La testa del corteo è già arrivata a Piazza Navona. Come per incanto una piazza vuota si riempie all'improvviso.

    Arrivano le bande musicali che hanno accompagnato il corteo.

    I colori austeri dei severi palazzi che fanno da cornice alla piazza vengono resi vivaci dai palloni della FLC Cgil. Dal palco si cominciano a senire i primi interventi di saluto ai manifestanti. E' di nuovo un mare di colori e di suoni: tamburi, fiati e cori continuano a rallegrare l'atmosfera. Il flusso della gente continua incessante; è incredibile ma si sta stretti in piazza Navona. A breve inizieranno i primi interventi ufficiali che chiuderanno la manifestazione. Di questi interventi nelle prossime ore presenteremo una sintesi molto dettagliata.

  • 11:29

    Sono con i compagni di Arcore, che confina esattamente con la villa del Presidente del Consiglio. Mi raccontano che questa primavera hanno fatto una festa nel parco della villa di Arcore: molto ben riuscita; ora sono qui tutti quanti. Lo sciopero sembra andato benissimo, anche da Treviso hanno ricevuto segnali di una buona adesione allo sciopero. Buone notizie anche da Vicenza, le quali scuole superiori, che sembravano meno propense, si sono invece dimostrate molto partecipi.

  • 11:20

    La pioggerellina ha fatto aumentare il passo al corteo: alle 11.15 la testa del corteo ha lasciato largo Argentina e comincia ad entrare a piazza Navona. Un'orchestra di fiati, trombe, tromboni, clarinetti e corni, con l'accompagnamento di un tamburo, passa dalla marcia dei bersaglieri alla marcia trionfale dell'Aida. In questo momento il corteo sta passando sotto Palazzo Vidoni, sede della funzione pubblica: un coro di fischi assordante si è levato in direzione del Ministero.

    La pioggia non ha scoraggiato, quindi! Oltre ai fischietti aumentano canti e cori. C'è un bel clima, nonostante il freddo. Una bella manifestazione, anche se, come mi dice una docente, molti sono rimasti a casa perché non potevano aggiungere alla trattenuta per lo sciopero il costo del viaggio a Roma.

  • 11:15

    Incontriamo il compagno Francesco di Carpi (Modena), che assieme ad un gruppo di modenesi porta delle bandiere gialle a quadretti rossi, con su scritto "Riforma Moratti: BOCCIATA!"

    Gli chiedo se hanno scelto il giallo canarino perché è il colore del Modena: "No, è perché il giallo è il colore delle infezioni a bordo delle navi, e noi siamo il virus che farà morire la riforma Moratti".

    Infatti, tra i movimenti è passata la parola d'ordine di colorare di giallo le manifestazioni proprio per questo motivo.

    Più avanti ci sono quelli del coordinamento docenti di laboratorio, che da tempo gestiscono un sito che rappresenta la raccolta migliore di dati sulla riforma della scuola secondaria superiore. Ci ringraziano per il lavoro che stiamo svolgendo sul fronte anche degli insegnanti tecnico-pratici. Ci sono poi i compagni di Sondrio, i quali sono arrivati fino a Milano aggirando la frana che ha tagliato in due la strada e la ferrovia del lago di Como. Nonostante ciò sono arrivati ieri sera a Milano e sono riusciti a prendere il treno per giungere a Roma per la manifestazione.

  • 11:00

    La testa del corteo sta per giungere in largo di Torre Argentina, mentre la coda del corteo sta iniziando a muoversi adesso da piazza Bocca della Verità.

  • 10:50

    Oh Moratti, non rompere perché siam venuti tutti a Roma a protestare contro te!". Sul motivo di "Oh Susanna" cantano così un gruppo di studenti di Caltanissetta, armati di rumorosissimi tamburi. Alla domanda: "Perché siete qui?" rispondono in coro "per la scuola pubblica".

    Sui moltissimi cartelli la scritta predominante chiede l'abrogazione della Legge Moratti.

    Da Bari un gruppo di precari folto e agguerrito chiede al sindacato maggiore tutela.

    Il corteo si muove molto lentamente perché qui la gente è tantissima, anche se la pioggia che lentamente ha iniziato a cadere su Roma comincia a scolorire qualche cartello scritto col pennarello. Inutile dirlo che alle prime gocce di pioggia si è levato il facile slogan: "Piove, Governo ladro!".

Torna l’appuntamento in cui le lavoratrici
e i lavoratori di scuola, università, ricerca
e AFAM possono far sentire la loro voce.

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