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Prende la parola Anna Maria Furlan, segretaria confederale della Cisl.

“La manifestazione di oggi – esordisce – con la partecipazione, insieme al personale della scuola, di famiglie, studenti e cittadini dimostra una diffusa volontà e determinazione a impegnarsi contro il degrado della scuola pubblica che sta diventando sempre più povera e sempre più arretrata. Nella cultura del sindacato confederale la scuola è considerata l’unica possibilità di sviluppo ed emancipazione del paese all’insegna della solidarietà. Invece ci troviamo di fronte a un susseguirsi di scelte sbagliate a cui i sindacati hanno risposto con grande chiarezza. La scuola pubblica di tutti non piace a chi ha una visione mercantile del sapere e della scuola e li considera strumenti di selezione. Il governo deve cambiare l’agenda delle sue priorità: la riduzione delle tasse, questo mitico sogno, si traduce solo in meno tasse ai ricchi finanziata sacrificando le risorse dello stato sociale. Cgil, Cisl e Uil hanno espresso un giudizio fortemente negativo sulla legge finanziaria che sarà ribadito con lo sciopero generale del 30 novembre. Si confermano i tagli agli organici con gravi conseguenze sui soggetti più deboli, come gli handicappati. Si conferma l’assenza di investimenti. Qui non c’è riforma, ma solo tagli al personale”. Furlan ha ricordato al governo che su queste cose il sindacato si è mobilitato facendosi interprete del disagio generale, perché rappresenta il paese reale. E contro il sindacato e contro la contrattazione continua a muoversi il governo, ma anche contro la categoria che, con la legge sullo stato giuridico, si vuole ridurre a più miti comportamenti. Qui non c’è nessuna innovazione, c’è l’attacco alla libertà di insegnamento, c’è il mancato rispetto di qualunque impegno e qualunque protocollo. Non c’è innovazione ma un modello organizzativo che cancella la collegialità, l’inclusione, la solidarietà. Un modello che indebolisce l’offerta formativa crea un sistema scoordinato e mette fine alle pari opportunità. E invece non ci si rende conto che la scuola pubblica ha reso migliore questo paese.