La conoscenza per l`inclusione sociale

  • 11:59

    In questo momento, in migliaia di scuole ed in tanti altri luoghi, si compie il gesto simbolico di osservare un minuto di silenzio, per non dimenticare.Anche noi partecipiamo.

  • 11:40

    I lavori si fermano e prende la parola Renzo Concezione, della segretaria nazionale della FLC che ricorda quel 27 gennaio del 1945 quando alle ore 11.59, l’esercito sovietico entrò ad Auschwitz.

    Il soldato dell’Armata rossa Yakov Vincenko, che fu il primo ad entrare nel recinto del campo di sterminio, racconta che l’aria era irrespirabile e che ebbe paura perché pensava di trovarsi di fronte a dei morti viventi.

    I pochi sopravvissuti, donne, bimbi e malati erano incapaci di muoversi perciò erano stati abbandonati nel campo. I nazisti in fuga non avevano avuto il tempo di ucciderli tutti.

    “Mi guardavano terrorizzati perché pensavano che fossi lì per ammazzarli. Quando dissi loro che erano liberi li vidi rivivere ma non avevano la forza per sopportare l’allegria. Solo a distanza di anni mi sono reso conto di aver partecipato all’apertura dell’inferno”.

    MAI PIÙ gridavano i deportati. MAI PIÙ diciamo noi oggi.

  • 11:35

    Il prof. Daniele Checchi docente dell'Università di Milano impossibilitato a partecipare ha inviato il proprio contributo.
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  • 11:00

    E' la volta di Adriana Buffardi, Assessore regionale all'istruzione e alla formazione della Campania sottolinea come sia importante collocare le questioni che riguardano la scuola dentro il contesto sociale, economico e politico del Paese facendo uscire la scuola dalla sua autoreferenzialità. Dobbiamo smettere di attestarci sulla critica per cominciare a costruire la nostra proposta. E' paradossale che non tutto il mondo politico abbia assunto il dato dell'inclusione come ineludibile del sistema scolastico e che siamo solo noi a rivendicarlo.

    Questo ci ha traumatizzato rompendo per la prima volta una progressività mai messa in discussione. La legge sul diritto allo studio in Campania parte da un dato di realtà sociale della regione, la qualità della formazione non corrisponde al tasso reale di scolarizzazione. Anche gli adulti devono poter recuperare pezzi di conoscenza non finalizzati direttamente al lavoro, senza limiti di età. La legge ha fatto un percorso condiviso con forze sociali e studenti; nasce dalle esperienze concrete, è una legge che estende i suoi effetti a tutto l'arco della vita. C'è un obbligo pubblico a sostenere le condizioni per il diritto allo studio; le condizioni materiali, i trasporti, le mense, i libri (comodato d'uso), le borse di studio e la qualità dell'insegnamento, sostenendo i POF, con elementi che possano qualificare un'offerta formativa (pace, diritti, ecc.); una carta di accesso agli studenti per le manifestazioni culturali e il sostegno ai disabili e agli immigrati.

    Sono state fatte iniziative per combattere la dispersione scolastica e per le zone a rischio. Un convegno porterà a sintesi tutto il lavoro mettendo in luce i motivi fondanti che hanno portato alla legge. Il momento è grave perchè la proposta ordinamentale della scuola superiore è forse più pesante e non recuperabile dal decreto sull'obbligo.

    La regione Campania sosterrà l'unicità del percorso statale, perchè ritiene che alle regioni non debba essere dato alcun "pezzo"; va bene il biennio unitario e dopo la pluralità di indirizzi. Così come va bene decentrare la gestione delle scuole.

  • 10:40

    Franco Buccino , segretario regionale della FLC Campania affronta il tema del seminario ragionando sul tema di "Una scuola che include" L'inclusione nella scuola si è diffusa e sviluppata in un contesto che vedeva il protagonismo dei docenti alla verifica di didattiche e pratiche inclusive e il protagonismo dei genitori e dei cittadini per una gestione collegiale e partecipata della scuola.

    Si sono concretizzati da allora significative politiche inclusive nella scuola che hanno dato luogo all’integrazione degli handicappati, l’istruzione degli adulti, lo sviluppo delle scuole carcerarie, la scuola in ospedale, la lotta alla dispersione scolastica, l’inserimento degli immigrati.

    La stagione delle riforme, dall’autonomia all’innalzamento dell’obbligo scolastico, all’obbligo formativo hanno profondamente influito nell’inclusione contribuendo a definirne meglio e allargarne il concetto.

    La cosiddetta riforma Moratti e la politica scolastica di questo governo hanno messo in discussione certezze e politiche consolidate, riproponendo lo spettro dell’esclusione.

    Perché la scuola torni ad essere inclusiva e perché lo diventi davvero occorre un grande movimento di partecipazione con una riforma democratica degli organi collegiali; la certezza delle risorse; una riforma che presti attenzione alla continuità, alla scuola dell’infanzia, ai tempi distesi; una scelta non precoce fra i due canali di istruzione e formazione; l’obbligo a 18 anni, un’autonomia più forte con organico funzionale e reti di scuole; un diritto allo studio diretto a tutti e con sostegno al reddito.

    La scuola inclusiva punta soprattutto sugli insegnanti, sulla loro professionalità e la loro disponibilità.

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  • 10:15

    Wilma Casavecchia del Dipartimento Formazione-Ricerca Cgil dice che con la manifestazione del 19 ottobre 2004 abbiamo avviato un percorso che ha l'obiettivo della definizione di un programma. Vogliamo provare a dare una risposta. Per noi è possibile un'alternativa su questi temi guardando al Paese e alla sua crescita, allo stato dell'economia e del mercato, dell'occupazione e del salario.

    La ricerca, l'istruzione, la formazione sono il volano per lo sviluppo e per la competizione.

    Il percorso è aperto alle associazioni, alle istituzioni, ai movimenti. Il 10 e l'11 marzo ci sarà la Conferenza di programma e ci stiamo confrontando anche con i partiti dell'opposizione. La scelta è in continuità con il movimento che si è costituito contro le leggi della Moratti.

    Vogliamo rinnovare la scuola pubblica, quella laica e dell'uguaglianza delle opportunità. La difesa del welfare è il contesto dove inseriamo il nostro ragionamento sul sapere inclusivo (diritto per tutti). Il modello di istruzione si costruisce riprendendo ad investire nel settore. Dobbiamo ragionare sul rapporto scuola e lavoro. Il ciclo scolastico e universitario non è conclusivo, per noi, di un diritto, ma il diritto va esteso per tutto l'arco della vita. L'obbligo scolastico deve essere gratuito.

    Lo studente accede ad un diritto o ad un'opportunità. le 150 ore sono l'unico strumento o dobbiamo pensare ad altre forme di agevolazioni legislative e non solo contrattuali?

  • 09:30

    Antonella Pezzullo della segreteria regionale della CGIL porta il saluto della Confederazione e ricorda le difficoltà di vivere ed avere opportunità in una città come Napoli ed in una regione come la Campania dove la realtà è piena di contraddizioni. Esistono e convivono punte di eccellenza nella ricerca ed in altri campi e immense esclusioni che portano le persone ad aggredire altre persone e la società. Convive il sublime ed il degrado.

    Il mondo ci guarda e ci vede a due facce, perché due ne mostriamo e non servono né risposte semplicistiche né ottimismi eccessivi. Occorre dare a ciascun cittadino un capitale culturale per entrare in spazi sociali che non sono solo il mondo del lavoro. Occorre interrogarsi sul significato della Conoscenza e su cosa vuol dire offrire percorsi in tal senso. Non deve esistere una differenza fra la conoscenza che fa riferimento ad oggetti formalizzati ed il sapere che è ciò che fa di ogni persona il “pieno” di sé, elemento di cui siamo ricchi anche in questa regione. I due aspetti devono essere legati. Occorre che un progetto di welfare offra percorsi completi di conoscenza e di sapere che mettano in rapporto le persone con ogni luogo e di ogni contesto della società.

  • 09:00

    Siamo a Napoli per il nostro terzo seminario di approfondimento dei temi programmatici della Federazione Lavoratori della Conoscenza. L'argomento che affrontiamo oggi riguarda "La Conoscenza per l'inclusione sociale". La nostra scelta programmmatica parla dei diritti delle persone e dell'investimento sociale necessario perché i giovani e gli adulti siano messi nella condizioni di "incontrare il sapere". Perciò rivendichiamo un piano nazionale per il diritto allo studio e strumenti concreti che favoriscano percorsi formativi per tutto l'arco della vita.

Torna l’appuntamento in cui le lavoratrici
e i lavoratori di scuola, università, ricerca
e AFAM possono far sentire la loro voce.

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