La giornata della memoria ... da Bologna
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12:45
Paolo Nerozzi, Segretario Nazionale Cgil, sottolinea innanzitutto come la Confederazione dia grande importanza all’iniziativa sulla memoria sia come momento di riflessione che di battaglia politica.
Successivamente il Segretario Nazionale svolge considerazioni su due argomenti: l’ antisemitismo e la memoria.
Per quanto concerne il primo punto, viene messo in rilievo il rischio mettere la Shoah a fianco dei tanti drammi del nostro presente e sottovalutarne la tragedia e l’orrore. Ciò servirebbe anche a giustificare in qualche modo i comportamenti degli italiani, che negano ad esempio l’atrocità delle leggi razziali e minimizzano i sentimenti di antisemitismo presenti anche da noi. In realtà forme di razzismo sono presenti nel nostro sentire e nella cultura personale. Dunque, ricordare oggi l’antisemitismo e la Shoah serve anche a fare chiarezza dentro di noi.
Per quanto riguarda la memoria, invece, Nerozzi evidenzia come forse non ci si renda abbastanza conto della pericolosità dell’iniziativa del governo Berlusconi 2. Non siamo di fronte solo alla distruzione della legislazione , ma ad un attacco ai valori fondanti e alla cultura che sostengono la nostra Costituzione. Ciò viene fatto anche affermando una cultura dell’illegalità che può trovare giustificazione e consenso di massa . L’operazione di revisionismo storico accompagna questa negazione della legalità. La ricostruzione di una memoria condivisa è allora fondamentale per l’affermazione dei principi della Costituzione e dei diritti di cittadinanza. Per far questo è importante recuperare anche la nostra storia superando il tentativo di banalizzare tante pagine importanti. Dobbiamo fare in modo che ciò che è accaduto non possa ripetersi perché in realtà quella vicenda è più vicina a noi di quanto normalmente non pensiamo e non è detto che ciò che oggi ci appare consolidato (ad esempio i diritti sindacali)fra pochi anni lo sia ancora.
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12:35
Enrico Panini Segretario generale Flc Cgil inizia il suo intervento notando, con soddisfazione, come oggi siano aumentate le iniziative rispetto ai primi anni dall'istituzione della legge per la Giornata della Memoria. Più iniziative nella Scuola, nel paese e sugli organi di stampa, ma c'è il rischio che questo avvenimento si stia "ritualizzando". Basta pensare come la Circolare ministeriale su questa giornata sia stata firmata da un Capo Gabinetto e non dal Ministro:segno, questo, di una mancata assunzione di adeguato livello politico-istituzionale. Memoria fatto fondamentale per tutti, in particolare nella scuola soprattutto ora, in un mondo in cui con l'informazione in tempo reeale tutto si appiattisce in un presente indifferenziato. Ricorda che anche il fascismo ha una sua responsabilità nell'Olocausto (in Italia cento campi di concentramento) e di come nei nostri giorni questo Governo cerchi di cancellare le colpe del Fascismo, di mettere da parte la Resistenza ed i fondamenti della nostra Costituzione: tutti vittime? Può essere? vittime e carnefici sullo stesso piano? Un passato che bussa al presente. un mandato fondamentale per i luoghi della conoscenza, per ricordare e far ricordare le radici dei fatti.
Perchè i fatti tragici che qui oggi ricordiamo, non si possono più ripetere
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12:25
Maria Virgilio, Assessore all'istruzione del comune di Bologna, inizia il suo intervento ricordando come molte siano le iniziative per la giornata dela memoria organizzate a Bologna. Ma la domanda da porsi è: cosa fare tutti i giorni dell'anno per non dimenticare? L'Assessore pone l'attenzione su alcune riflessioni relative alla violazione della legge ingiusta e all'incredile invisibilità di Auschwitz.
Senza ombra di dubbio è dalla scuola che bisogna partire per educare alla memoria e al rispetto.
La Shoah ci deve far riflettere sul nostro modo di rapportarsi all'altro: è necessario mettere in discussione se stessi per non rapportarsi all'altro in un modo che possiamo definire "di negazione".
In questo senso bisogna riaffermare il pluralismo all'interno della scuola e la libertà dell'insegnamento perchè quei fatti drammatici possano non avvenire mai più.
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11:59
Come previsto alle 11,59 si interrompono i lavori. Tutti i presenti si alzano in piedi rispettando "il minuto di silenzio" per ricordare quei drammatici giorni.
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11:40
Interviene ora Lucio Saltini, Segretario Spi Cgil Emilia Romagna.
Questa la sintesi del suo intervento: "Per la prima volta i canali di trasmissione "spontanea" della memoria e dell'esperienza alle nuove generazioni si sono interrotti.
Così si crea una situazione potenzialmente pericolosa. Possono essere compiuti errori che in passato hanno già prodotto tragedie immense.
Le grandi trasformazioni tecnologiche e sociali producono anche questo: giovani ed anziani dispongono di linguaggi diversi, costituiscono mondi incomunicanti.
E' un problema serio, che affida alla scuola ed alle organizzazioni un compito nuovo e delicato. Una grande responsabilità, quella di prevenire il ripetersi degli errori del passato.
Nella scuola ci sono le competenze professionali con le quali la risorsa costituita dalla memoria può essere valorizzata. Gli anziani sono portati a riflettere sul passato e sui cambiamenti intervenuti, sentono il bisogno di esprimersi ma non sanno come fare.
E' possibile favorire un lavoro comune tra queste due risorse? Superando il limite costituito dalla episodicità di belle esperienze generate dall'incontro fortuito tra sensibilità personali? Non è facile ma è possibile. La presenza di grandi organizzazioni che assumano questo obiettivo può aiutare."
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11:15
L’Istituto Comprensivo C. Tura di Pontelagoscuro e Barco (Fe) lavora da anni sul tema dei diritti in collaborazione con la locale sezione dell’ANPI e tutte le organizzazioni e i comitati locali. Negli anni scorsi abbiamo viaggiato in Italia e all’estero per ritrovare i luoghi della memoria insieme ai ragazzi e agli anziani, testimoni della memoria, abbiamo partecipato ad un lavoro regionale chiamato “Adotta un diritto” e l’anno scorso abbiamo partecipato al concorso nazionale “I giovani ricordano la Shoah” organizzato dal MIUR e dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Con tutto quanto era stato fatto in precedenza è stato naturale condurre i ragazzi ad elaborare un ipertesto “Per non dimenticare” che è poi stato premiato a Roma presso la sede del MIUR di Viale Trastevere. È un percorso aperto che avrà sviluppi nel futuro della nostra scuola nel segno della affermazione dei diritti di libertà e di pace che devono caratterizzare ogni azione educativa rivolta alle generazioni che ci seguono.Un esempio di questi lavori:
RIFLESSIONI
Ho visto ragazzi giocare felici
in un campo di girasoli:
come fiori, orientati verso il Sole.
Correvano incontro alla vita:
Nè lingua, nè razza
ostacolavano la loro amicizia:
la giovinezza era il nerbo
dell'entusiasmante partita.
Ho visto ragazzi piegati dal giogo,
umiliati, esiliati
privati di ogni diritto,
fantasmi costretti a vagare.
Nei loro occhi ancora un riflesso
dei girasoli nel campo;
il flebile suono dei sogni ormai vuoti,
lontani e poi il NULLA.
di Alessandro Tonioli
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10:40
Stravolgendo l'ordine dei lavori si passa alla presentazione dell esperienze didattiche di alcune scuole. Il primo degli interventi è quello di Ombretta Piccinini che lavora nell' archivio storico del comune di Mantova ed è testimone di un'esperienza reale di recupero della memoria: il Laboratorio Didattico di "Villa Emma" del comune di Nonantola (Mo). Ciò che è successo tra il '42 e il '43, infatti, non può essere dimenticato: alcuni profughi ebrei, già orfani, in fuga dal'40, dopo aver soggiornato in Slovenia con mille peripezie sono stati ospitati per un anno e mezzo a "Villa Emma" e dopo l'8 settembre, grazie all'aiuto di Don Arrigo Beccari e del medico condotto Giuseppe Moreali, sono stati nascosti nel seminario di Nonantola per poi riuscire a fuggire in Svizzera. L'episodio è rimasto in sordina fino agli anni 60 quando Eva Vaccari, la prima ad occuparsene, scrisse un libro facendo una ricognizione storica dell'episodio, inquadrandolo come una delle prime forme di resistenza civile. Successivamente un altro scatto sul recupero dell'evento è stato la creazione del libro "I ragazzi di Villa Emma", adottato nelle scuole elementari e medie. Dal 1995, così, il comune di Nonantola collabora con i comuni vicini per non dimenticare l'accaduto e, grazie ad una serie di studi, sono stati rinvenuti documenti e fotografie relative a quel periodo e ai "ragazzi di Villa Emma". Ora presso l'archivio storico di Nonantola si è sedimentato un archivio della memoria. Dal 1999 si è dato vita ad un torneo di calcetto dedicato a "Villa Emma" organizzato da alcuni ragazzi del servizio civile, che ha avvicinato a quell'evento anche i ragazzi più grandi. Nel 2001 è stata allestita una mostra fotografica con tutte le immagini emerse dalla ricerca anche negli archivi esteri. Dal 2001 tutti i 27 gennaio viene distribuita a tutti i bambini una cartolina dedicata al giono della memoria. Quest'anno la cartolina porta una frase di Don Arrigo Beccari, il quale rispondendo alla domanda ""cosa si prova ad andare contro una legge ingiusta?", disse: " Molto piacere. C'era un gusto....andare contro una legge ingiusta provoca un piacere meraviglioso".
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10:30
Simonetta Fasoli, vicepresidente di Proteo Fare Sapere, aprendo la celebrazione del quinto “Giorno della Memoria” ha paventato il rischio di una deriva retorica, ricordando subito dopo che l’antidoto a un tale pericolo è l’intreccio di questa celebrazione “con le ragioni dell’educazione e con l’universo reale della scuola”. Quello che è accaduto il 27 gennaio di sessant’anni fa quando i sovietici entrarono ad Auschwitz “più che una liberazione fu un’apertura sull’orrore e sulla ‘banalità del male’”. Spetta a noi e a alle generazioni successive il peso di ricordare e tramandare i fatti.
Quale memoria? Si è chiesta Fasoli.
“Una memoria collettiva”, anche in risposta all’individualismo esasperato oggi in auge. E non può essere diversamente perché la memoria, a differenza del molto privato ricordo, richiama un fatto sociale.
“Una memoria generativa”, perché, anche se intrisa di lutto, non guarda alla morte, ma alla vita, affinché il futuro non sia una ripetizione del passato.
“Una memoria formativa” che ha a che fare , come l’educazione, con il rapporto tra le generazioni.
“Fare memoria prelude alla storia come strumento di indagine e attraversamento critico del tempo”. Ma la memoria può aiutare i giovani a recuperare la “dimensione tridimensionale del tempo” che la società consumistica vorrebbe cancellare perché li vuole “consumatori istantanei” schiacciato su “un eterno presente”.
Fasoli ha concluso l’intervento ricordando anche il valore etico della memoria per contrastare le operazioni di “amnesia collettiva che vorrebbero far uguali, da morti, coloro che da vivi scelsero opposti schieramenti e opposti orizzonti etico-politici.
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10:15
Paolo A. Rebaudengo, Assessore Istruzione-Formazione e Lavoro della Provincia di Bologna, inizia il suo intervento ringraziando e ricordando che la provincia di Bologna ospita con grande piacere questo incontro per non dimenticare. Il 27/01/1945 le truppe sovietiche liberarono il più grande campo della morte, il campo di Auschwitz e oggi, a 60 anni da quella data, è ancora più importante ricordare perchè si sente imminente la scomparsa della "memoria viva" di coloro che hanno vissuto quell'orrore.
L'olocausto da patrimonio delle vittime deve divenire patrimonio universale e in questo senso è fondamentale trasmettere nelle scuole la memoria di quel momento, attraverso autori come Primo Levi, ma anche tramite l'insegnamento alla resistenza, contro la sottomissione all'autorità, per superare il semplice manicheismo tra carnefici e vittime.
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10:00
Fiammetta Colapaoli, Presidente di Proteo Fare Sapere Emilia Romagna, introduce i lavori e la celebrazione della giornata della memoria. Questa la sintesi del suo intervento: "L’iniziativa di Proteo Fare Sapere e della Flc Cgil si inserisce in una articolata presenza di appuntamenti che oggi animano la città di Bologna in occasione della Giornata della memoria .
Dal nostro punto di vista esso assume un particolare significato come strumento di conoscenza e di formazione per le nuove generazioni.
Mantenere viva la memoria vuol dire allora per gli educatori e le educatrici rispondere alla domanda che i giovani si pongono e ci pongono: come è potuto accadere? Il sapere storico, attraverso l’indagine rigorosa nella concatenazione degli eventi e dei quadri culturali, ci permette di individuare, come afferma George Mosse che la culla del razzismo è stata l’Europa del XVIII secolo. Nel corso dell’Ottocento una serie di studi pseudoscientifici avvalorò le tesi delle gerarchie tra le razze, aprendo la strada alle posizioni etico-politiche che della supremazia razziale fecero la legittimazione di un disegno politico di supremazia e di aggressione totale.
Proprio per contrastare ogni assunzione di pensiero che teorizza la supremazia di una razza sull’altra, è necessario impegnarci attraverso gli strumenti della conoscenza per educare alla pace e alla tolleranza.
Solo così assolveremo al compito che la Costituzione affida alla Scuola.