Conferenza di programma ... dal Brancaccio - Roma

  • 13:30

    Questo è il momento di Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil. A lui il compito di chiudere i lavori della nostra conferenza di Programma.

    “Questa conferenza di Programma – ha detto - ci ha permesso di costruire un sistema di valori, di proposte e di iniziative. Proprio il metodo utilizzato è la dimostrazione di ciò che si deve fare nell’elaborare un progetto per la “conoscenza”.

    Questa discussione dà il segno di come costruire il cambiamento. Purtroppo il Governo attuale sembra non apprezzare questi metodi: non rispetta neppure le regole minime di relazioni in democrazia. Lo fa per la arroganza, ma anche per la sua intrinseca debolezza.

    La Conferenza di Programma è un’occasione per fare un bilancio prima di tutto nel paese, sulla sua economia, sulla situazione sociale, sullo stato dei nostri settori.

    Il paese è fermo da quattro anni, - continua Epifani - il periodo più lungo della storia italiana. Abbiamo una produzione industriale che addirittura scende ed è in questo quadro che si colloca la sofferenza dei lavoratori della Fiat (oggi in corteo a Roma), di quelli delle piccole imprese, di quelli dei trasporti, dell’agroindustria, della chimica.

    Ma anche sul piano sociale nulla va bene: maggior divisione, maggior povertà, distanze che aumentano. Nella scuola, nell’università e nella ricerca le cose stanno come abbiamo detto: incertezza, devastazione, taglio delle risorse, improvvisazione, attentato all’autonomia professionale, attacchi al lavoro. Si va indietro.

    Persino le organizzazioni imprenditoriali vedono gli errori delle scelte. La “Conoscenza” è fondamentale come fattore principale e condizione dello sviluppo. Su questo settore, condizione essenziale per un ipotesi di ripresa in un mondo “globale” vanno fatti investimenti e reso disponibili risorse. Le scelte che il Governo sta per fare vanno in direzione opposta, inutile o sbagliata: occorre agire sulla qualità di ciò che si produce. Occorre intervenire sull’offerta, perché gli interventi sulla domanda non servono (vedi Tremonti bis). Il decreto sulla competitività, che sta per essere emanato, è frutto di una politica sbagliata.

    Occorrerebbe fare un piano delle risorse da investire sull’offerta, come altri paesi fanno. Oggi ci si dice che mancano le risorse. Certo! Però le risorse per gli investimenti ci sarebbero state se non fossero andate in riduzione di tasse ai più ricchi e, peggio, si vorrebbe continuare così.. Nel Governo si fanno scelte che purtroppo pagheremo a lungo. Nella scuola, nelle università si taglia e si bloccano i contratti. C’è dietro la volontà di comprimere e dequalificare il pubblico. Tutto ciò rende pesante il clima per noi, per i giovani, per i bambini. Dobbiamo andare avanti. Lo sciopero del 18 marzo è fondamentale per dimostrare come è la situazione reale, ben lontana da quella virtuale che il Governo ci propone. Non dobbiamo deprimerci, né farci dividere. La chiusura di Epifani è invece dedicata alla FLC. “La Flc è nata solo una anno fa, ma ha già fatto un grande lavoro. Intorno a questa scelta e intuizione - ha proseguito - il sindacato cresce e si ristruttura per affrontare il futuro. Un futuro che, per la FLC, dovrà abbracciare, organicamente e progressivamente, tutti i lavoratori impegnati nel campo della conoscenza.

  • 13:25

    Di seguito gli interventi della nostra categoria per i settori scuola, università e ricerca che erano previsti durante i lavori della mattinata ma che, per esigenze di tempo, non si sono potuti tenere.

    Patrizia Grifoni, ricercatrice CNR

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    Marina Rui, docente Università di Genova

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    Sandra Soster, insegnante di scuola secondaria superiore di Bologna

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  • 13:15

    Marco Panara, capo redattore di “Affari e Finanza” di Repubblica.

    Nella società odierna, dove si producono cambiamenti sempre più veloci, oggi più che mai, la scienza è connessa alla conoscenza. Ma in Italia, negli ultimi 15 anni, non siamo stati protagonisti, di questi cambiamenti, bensì solo spettatori e consumatori dei nuovi prodotti. Questo perché non si investe sulla ricerca, il governo la considera un costo e non un’opportunità di sviluppo. Alla stessa stregua si considera la scuola e l’università. L’innovazione e la conoscenza sono fondamentali per reggere alla competizione con i prodotti più a basso prezzo immessi sul mercato internazionale.

    Oltre all’ “economia della conoscenza”, con cui intende l’efficienza del settore della conoscenza a realizzare gli obiettivi che le sono propri, Panara parla di “cittadinanza della conoscenza” per acquisire la quale diventa sempre più importante la capacità critica delle persone che si trovano a dover fare scelte sempre più difficili e importanti per il futuro anche dell’umanità. La necessaria riforma della scuola che auspico, sarà fatta da un governo di centrosinistra, dovrà essere un progetto condiviso, credibile, coinvolgente, solido ma non rigido.

  • 13:00

    Tullio De Mauro ha preso la parola sottolineando l’importanza che un programma per la conoscenza sia patrimonio di tutto il sindacato, che tutto il sindacato assuma l’idea che senza un salto di conoscenza, competenza, capacità le società deperiscono, e i sintomi di deperimento in Italia sono ormai evidenti. E’ ancora più importante però che il “Cantiere della conoscenza” sia nella società tra la gente, è li che va diffusa la consapevolezza che oggi è forte qui. De Mauro ha voluto anche ribadire che non basta nemmeno il coinvolgimento delle categorie interessate, gli insegnanti, gli studenti, i genitori, perché la scuola della Repubblica è nostra, la paghiamo noi e chi va meno a scuola è quello che paga di più, in termini di soldi dati, ma soprattutto di mancata restituzione di cultura. Secondo De Mauro bisogna diventare bravi comunicatori per spiegare tutto questo alla gente, ai cittadini che imparino i nessi tra ricerca teorica che poi diventa ricerca applicata e poi produzione o magari riorganizzazione… De Mauro ha concluso il suo intervento dicendo che non c’ scatto etico se non c’è scatto intellettuale.

  • 12:45

    Natascia Magnani, del Comitato Genitori di Cinisello Balsamo, ha raccontato l'attività che svolgono a sostegno delle scuola e dei giovani in campo culturale. Il Comitato fa parte del Forum delle scuole milanesi, quella rete che è stata protagonista l'anno scorso della mobilitazione per il tempo pieno e il tempo prolungato. Magnani ha espresso il timore che rispetto allo scorso anno, quando il movimento è riuscito a ritardare gli effetti della legge Moratti, la tensione nelle scuole sia caduta e la "riforma" entri surrettiziamente, passando da una sorta di adattamento degli stessi insegnanti. Per questo Magnani chiede che il sindacato scuota il corpo docente dal pericoloso clima di attesa. Se non si fa nulla, quando ci scuoteremo sarà troppo tardi. Già la situazione è peggiorata: a Cinisello, a fronte di una presenza di alunni stranieri di oltre il 40%, non ci sono le risorse per i progetti di inserimento. La scuolacambiare, ma non nel senso della legge 53.

  • 12:30

    Clotilde Pontecorvo

    Mi complimento con l'iniziativa della Cgil Scuola: Università Scuola e Ricerca devono marciare insieme. Condivido fino in fondo l'intervento di Panini, la libertà si esprime nel confronto delle idee con gli altri. Abbiamo detto che si deve abrogare la legge Moratti, questo è giusto ma non è sufficiente. La Moratti ha fatto una riforma con supponenza e con delirio di onnipotenza, in questa controriforma non ha tenuto in alcun conto del punto di vista degli utenti, dei docenti, dei lavoratori. L'autonomia? Ha detto la Moratti: "Siete autonomi di fare quello che vogliamo noi".

    Noi dobbiamo avere la forza di riproporre una questione fondamentale alla scuola, la motivazione per i giovani. Bisogna recuperare la motivazione per la conoscenza. Non ci sono alternative, si impara ciò che ci interessa. La Pontecorvo a questo proposito ha portato come esempio la matematica di Emma Castelnuovo e ha sottolineato i valori degli stages come strumenti per la creazione della motivazione.

    Inoltre la scuola non può risolvere tutti i problemi, dobbiamo convincerci che alla formazione culturale debbono concorrere le altre agenzie formative del territorio. Sembra che Trento sia fra le città più istruite d'Italia. Ma a Trento ci sono 120 biblioteche e 125 musei. Questo è il capitale culturale, questo è l'investimento di tipo sociale su cui una società deve investire se vuole una diffusione capillare dell'istruzione.

    Si impara perchè ci si immette in quello che si fa. E' quello che i pedagogisti chiamano motivazione alla competenza.

  • 12:15

    Laura Acquistapace, studentessa quindicenne dell’Unione studenti democratici di Campobasso. Nonostante la sua giovane età, sembra aver ben chiare le idee sulla scuola e sui suoi problemi. Esordisce dicendo che non va per niente volentieri a scuola perché i programmi, i metodi sono vecchi di anni. Il suo è un appello agli insegnanti affinché vengano rispettati gli articoli contenuti nello Statuto degli studenti e delle studentesse, rendendo effettivo il diritto allo studio; per essere consultati nelle decisioni che li riguardano ecc.

    Critica la riforma Moratti, sia per quanto riguarda la reintroduzione del voto di condotta, la riforma degli organi collegiali, la scelta obbligata a 13 anni che favorisce, anziché combattere la dispersione scolastica.

    Citando don Milani dice che “La scuola cura i sani e respinge i malati”, per dire che la scuola, così come la società, è classista.

    Ricorda l’appuntamento del 18 marzo e si augura che in piazza, oltre a studenti e insegnanti, sia presente anche la società civile.

  • 11:55

    Dopo Enrico Panini il primo intervento del dibattito è quello di Stefania Cornacchia del Coordinamento Genitori Democratici di Amelia.

    I bambini hanno diritto alla salute, al rispetto, alla dignità. Questi non sono elementi di carattere privato, ma hanno una dimensione sociale. Abbiamo per questo creato ad Amelia una ludoteca, non solo per i bambini, ma anche per i genitori in modo che genitori e bambini possano giocare insieme. Noi vogliamo per i nostri figli uno scambio di idee, un vivere insieme in modo da costruire uno sviluppo sociale e culturale.

    La Riforma Moratti sta andando nella direzione opposta, sta trasformando la scuola in mercato. Se si leggono i testi della riforma si capisce che si sta trasformando la scuola per individui tendenti a vincere. Ma se ci saranno i vincenti, dovranno esserci anche i perdenti! Non è questa la scuola che vogliamo. Noi genitori vogliamo essere parte attiva, partecipata, per una scuola di qualità.

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  • 11:15

    Una relazione durissima quella che Enrico Panini, segretario generale della FLC Cgil, ha letto a una platea attentissima.

    I provvedimenti del governo su scuola, università, ricerca si richiamano a un modello inaccettabile, non sono emendabili e vanno abrogate. Panini ha parlato di disastri sulla scuola, quelle che erano state presentate come "scelte epocali" si sono dimostrati fotogrammi sbiaditi che hanno svilito e prostrato tutto il nostro sistema della conoscenza. D'altronde l'opposizione a queste politiche e al governo nel suo insieme sta crescendo, nonostante l'apparato mediatico e costoso messo in movimento per fare digerire queste politiche. Oggi, dice Panini, la tattica preelettorale è cambiata e l'indifferenza e i toni bassi hanno sostituito le grancasse. Gran parte dei provvedimenti attuativi sono rinviati al 2006! Panini si è poi soffermato sul modello mercantile che sottende le proposte Berlusconi-Moratti, per cui si riceve ciò che si riesce a comprare. Gli effetti di queste politiche sono sotto gli occhi di tutti in termini di scadimento qualitativo, sottrazione delle risorse, delusione delle famiglie, degli studenti e di chi lavora in questi settori. In 3 anni alle scuole sono stati tagliati 871 milioni di euro per gli stipendi dei supplenti, mentre i fondi per il loro funzionamento sono stati ridotti di oltre il 43%. Le spese per il sostegno sono state tagliate di oltre il 66%. Le scuole private, invece, hanno ricevuto in 2 anni 84 milioni di euro e gli stanziamenti a loro favore previsti per il 2005 sono superiori del 53% a quelli del 2004. Le università private hanno avuto un incremento del 25% dei finanziamenti mentre il Cnr ha avuto una riduzione di risorse del 18%. Panini ha anche parlato della precarizzazione crescente dei nostri settori e dall'attacco all'autonomia. Ha poi ribadito l'importanza del ruolo pubblico per quelle politiche di inclusione e di elevamento del livello medio di istruzione e conoscenza del nostro paese, condizione anche per uno sviluppo di qualità. Ripercorrendo le tappe del lavoro di preparazione della Conferenza di Programma, Panini ha proposto il lancio di un'iniziativa unitaria aperta a tutto il mondo del lavoro "Un Cantiere per la Conoscenza".

    Infine ha ricordato i 9 punti irrinunciabili del Programma, che si basa sui valori della nostra Costituzione e sulle parole chiave della nostra cultura europea: libertà, uguaglianza, fraternità.

    Eccoli i nove punti, il cui primo è di metodo: la costruzione di un programma aperto e condiviso dai soggetti del mondo della conoscenza. E poi, il diritto allo studio,l'autonomia, gli investimenti, l'obbligo scolastico a 18 anni e la conseguente modifica delle norme di accesso al mercato del lavoro, l'educazione degli adulti, l'aumento del numero di laureati, la collocazione dei lavoratori del settore, la loro dignità e le loro retribuzioni. E a questo proposito, Panini ha chiuso rilanciando l'iniziativa sindacale per il rinnovo dei contratti. Il programma verrà presentato al mondo della scuola, dell'università, della ricerca, al mondo della cultura, alle forze politiche.

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  • 11:00

    Introduce i lavori di questa giornata il segretario generale della CGIL Roma Lazio, Walter Schiavella, ricordando il lungo percorso di discussione e confronto che ci ha impegnati dal 19 ottobre scorso quando alla Sapienza abbiamo presentato i tratti fondanti la nostra proposta.

    Da quel giorno centinaia le iniziative realizzate, con un grande dibattito nel paese che ha contribuito significativamente a precisare meglio quella proposta iniziale, che oggi qui presentiamo.

    Mettere in campo una proposta programmatica sulla conoscenza significa partire dai valori: pace e rifiuto della guerra e della violenza, diritto alla formazione per tutto l’arco della vita, dimensione pubblica e laica dei settori della conoscenza,tutela delle persone,autonomia,l’Europa come modello di riferimento.

    Da qui la proposta della CGIL e della FLC Cgil: conoscenza e diritti,conoscenza e beni comuni,conoscenza, sviluppo e lavoro.

    Oggi più che mai è importante essere costruttivi e contribuire con proposte, partendo da un forte e deciso no a tutte le riforme legislative di questo Governo e del Ministro Moratti.

    Tra noi e loro c’è uno scontro:

    noi consideriamo istruzione e formazione diritti per l’esercizio della cittadinanza, determinanti per le pari opportunità, sempre più il sapere è la vera ricchezza di ciascuno.

    Loro puntano al familismo, all’individualismo, su una competitività che esclude i soggetti deboli.

    Conoscenza,istruzione e formazione sono per noi gli unici propulsori per uno sviluppo sostenibile, sia a livello nazionale che locale.

    La città e la regione che ospitano questa iniziativa esprimono al meglio sia le potenzialità che le criticità dei settori della conoscenza: nel Lazio ci sono 7 università pubbliche, 38 centri di ricerca universitari e 3 parchi tecnologici, con un totale di circa 30.000 addetti. Il 23% dei ricercatori opera nel Lazio, il 30% delle ricerche italiane si realizza qui. Nel contempo, un rapporto molto rarefatto tra queste eccellenze e le dinamiche produttive e sociali.

    C’è un nesso inscindibile tra questa iniziativa e la lotta per il contratto, che ci porterà nuovamente in piazza il prossimo 18 marzo, insieme per rivendicare il rinnovo dei contratti del pubblico impiego.

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Torna l’appuntamento in cui le lavoratrici
e i lavoratori di scuola, università, ricerca
e AFAM possono far sentire la loro voce.

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