Manifestazione Nazionale per la Scuola Secondaria Superiore - Roma

  • 12:10

    Secondo Silvia Acquistapace, docente del liceo scientifico "Righi" di Roma, gli studenti cercano di scegliere una scuola che non sia povera di risorse. Infatti oggi si assiste ad una diminuzione di risorse strutturali e umane in tutta la scuola italiana. La riduzione del personale porta i docenti ad aumentare il proprio orario di lavoro, considerato che non è possibile nominar supplenti. In questo modo si assiste anche ad un aumento del rapporto docenti/alunni.

    Il primo attacco della Moratti però è stato condotto nei riguardi dell’esame di maturità, pregiudicandone il valore legale. Le forze politiche che subentreranno all’attuale maggioranza governativa devono sì abrogare la legge di riforma ma anche ripensare a un esame di stato che abbia senso. I ragazzi devono essere dotati di competenze spendibili in Europa. La Francia, per esempio, mette in campo più risorse finanziare e strutturali.

  • 12:00

    Interviene Giustina Soave docente di diritto presso l’ITIS “Marconi” di Campobasso la quale dice di intervenie non per obiettivi corporativi, visto il drastico ridimensionamento delle discipline giuridico-economiche, ma per testimoniare un disagio. Occorre battersi perché la scuola sia davvero inclusiva e rigettare la riproposizione del modello gentiliano .

    La scuola deve operare per costituire una cultura profonda che segni la formazione umana. In questo contesto le discipline giuridiche non sono per “gli addetti ai lavori”, esse, invece, contribuiscono alla diffusione della cultura della legalità, forniscono strumenti di cittadinanza, aiutano a decodificare la realtà e a costruire la capacità critica degli studenti. Il ministro vorrebbe invece evitare che si diffonda la consapevolezza della cittadinanza. Il recente attacco ai principi costituzionali dimostra il grado di cultura della legalità di coloro che ci governano. Per contrastare questa deriva occorre incontrarsi, riunirsi, costituire coordinamenti, dialogare con le istituzioni, gli studenti ed i genitori, occorre far mettere nell’agenda delle forze politiche dei robusti investimenti nella scuola pubblica e nella formazione. Può essere utile anche trovare forme unitarie, con Cisl e Uil, di mobilitazione fino ad arrivare ad una manifestazione nazionale.

  • 11:50

    Luigi Caramia, docente del conservatorio di Monopoli (Bari), inizia il suo intervento descrivendo la storia dell’istruzione musicale in Italia come storia di una separatezza, che si è riprodotta nell’impianto di questa riforma. La musica era infatti relegata al solo liceo musicale. Solo dopo proteste anche autorevoli il Miur ha inserito musica anche in altri percorsi ma con soluzioni improvvisate, approssimative e improbabili (esempio la disciplina di italiano arte e musica!), mentre del liceo musicale è rimasta una visione elitaria che è poi la stessa vidsione che passa nei conservatori. Per questo le due riforme, quella della scuola e quella dei conservatori, devono collegarsi favorendo l’integrazione musicale da un lato e la molteplicità degli esiti dall’altro.

  • 11:40

    Luigi Caramia, docente del conservatorio di Monopoli (Bari), inizia il suo intervento descrivendo la storia dell’istruzione musicale in Italia come storia di una separatezza, che si è riprodotta nell’impianto di questa riforma. La musica era infatti relegata al solo liceo musicale. Solo dopo proteste anche autorevoli il Miur ha inserito musica anche in altri percorsi ma con soluzioni improvvisate, approssimative e improbabili (esempio la disciplina di italiano arte e musica!), mentre del liceo musicale è rimasta una visione elitaria che è poi la stessa vidsione che passa nei conservatori. Per questo le due riforme, quella della scuola e quella dei conservatori, devono collegarsi favorendo l’integrazione musicale da un lato e la molteplicità degli esiti dall’altro.

  • 11:35

    A questo punto della giornata ormai anche gli ultimi ritardatari (in realtà bloccati sul raccordo da un incidente) sono arrivati e la sala è proprio piena.

  • 11:30

    Mauro Casola, studente dell'Unione degli Studenti, sottolinea che sono state molte le lotte degli studenti contro la Legge 53 soprattutto dopo le ultime bozze sul secondo ciclo come ha dimostrato la giornata del 18 marzo, momento centrale a fianco dei docenti. Legge 53 significa abbassamento dell'obbligo scolastico, forza lavoro regalata alle imprese e scelte precoci. Rende ancor più precario ogni soggetto. E' una legge che porta ancora più indietro. Una vera riforma deve essere condivisa, partecipata, rivolta a una scuola inclusiva, caratterizzata da percorsi formativi che tutti possono fare, aperta a tutti, con mediazioni tra discipline "alte" culturali e discipline del saper fare. Occorrono livelli culturali più elevati per tutti con un sistema scolastico arricchito. Le scelte vanno rinviate più avanti, a 16 anni. Va sostenuto l'obbligo scolastico a 18 anni perchè tutti possano imparare di più, fare esperienza di democrazia, diventare cittadini preparati e critici.

  • 11:20

    Filippo Rizzo, insegnante tecnico pratico dell'Itis "Malignani" di Udine, curatore del sito del coordinamento nazionale degli ITP, espone la sua esperienza di insegnante tecnico pratico. Da tempo cerca di valorizzare le attività di laboratorio. Non esistono le discipline senza le attività laboratoriali. Che senso ha studiare chimica se poi non vengono svolte attività di laboratorio? In queste attività si mettono in atto le possibilità di esprimere il “saper fare”. Il punto di partenza è l’esperienza e una serie di strategie che consentono lo sviluppo professionale.

    Cita Confucio: "se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco" (è il motto del sito che cura).

    Se vogliamo salvare la scuola - conclude - salviamo le attività di laboratorio.

  • 11:10

    Fulvio Fammoni,della segreteria nazionale confederale della Cgil, ha esordito sottolineando la gravità delle affermazioni di un primo ministro che sembra disprezzare non solo le forze sociali ma anche il parlamento, proprio nel momento in cui i risultati elettorali suonano come una domanda di partecipazione e di cambiamento. Per questo dalle regioni la Cgil si attende in primo luogo un comportamento diverso da quello del governo, un comportamento che sappia ascoltare le forze sociali e la scuola. L’attacco alla scuola costituisce un aspetto del declino produttivo del paese e la legge 53 e la legge 30 insieme sono il concentrato di una linea politica autodistruttiva in cui il lavoro intellettuale viene considerato uno spreco. La scuola ha già dato vita a un movimento persino più lungo del previsto, ma occorre andare avanti ancora.

    Luisella De Filippi dà poi lettura del telegramma di Nichi Vendola, Presidente della Regione Puglia

    “Precedenti e inderogabili impegni istituzionali mi impediscono di essere presente alla vostra manifestazione sui decreti attuativi della legge 53 relativi alla scuola superiore. Me ne scuso, anche perché sono convinto che la forte domanda di cambiamento che attraversa il Paese e che è emersa visibilmente nelle recenti tornate elettorali parli anche della necessità di una politica diversa sulle questioni della conoscenza e del sapere.

    In questi anni abbiamo assistito ad un processo costante di umiliazione e di spoliazione dell’istruzione pubblica. Sono state ridotte le risorse, sono stati tagliati i servizi e l’occupazione, si sono affermate le logiche di privatizzazione e di mercificazione dell’istruzione.

    Le Regioni, nello scenario costituzionale disegnato dal nuovo titolo V°, hanno finito spesso per giocare un ruolo di esecuzione e perfino di anticipazione di alcuni dei contenuti più regressivi delle leggi di riforma poi approvate dal parlamento.

    Credo, invece, sia necessario rilanciare con forza il ruolo delle Regioni a sostegno del diritto allo studio, nel rispetto delle reali competenze delle istituzioni regionali, senza “sconfinamenti”, salvaguardando il sistema nazionale di istruzione. Nichi Vendola”

  • 11:00

    Prosegue con gli interventi Grazioli Cesare docente del BUS (biennio unitario sperimentale) di Reggio Emilia.

    Racconta soprattutto l'esperienza sperimentale del biennio unitario a Reggio Emilia, l'esperienza ormai trentennale utile a dare una risposta, non solo con dei NO ma anche con dei SI, alla controriforma Moratti.

    La controriforma invece non solo prevede un doppio canale ormai assodato, ma anche l'eccessiva frantumazione dei percorsi nel primo biennio dei licei. Nell'esperienza del BUS di Reggio, c'è invece il rinvio delle scelte con un biennio unitario orientativo.

    Per questo un modello futuro dovrebbe prevedere un biennio fortemente unitario e scelte di indirizzo nel triennio anche per contrastare la scelta precoce della via professionale.

    In una prossima riforma non bisogna ripetere il sistema dello spezzatino: molta suddivisione con ridotto numero di ore, perchè un po' a tutti significa niente a tutti.

    Va infine salvaguardata l'autonomia nel suo complesso di processo e di opportunità per una offerta formativa articolata e di qualità.

  • 10:50

    La parola passa a Marilena Fotia docente del Liceo Classico "Orazio" di Roma.

    Presenta l’esperienza didattica di un liceo classico di Roma. Confessa la preoccupazione di sentirsi contrapposti ad altri sistemi di formazione. Tutti gli interventi del Miur invece sono nell’ottica della riduzione anche nei licei. In questa riforma anche i licei sono coinvolti. Se ci sono degli abbandoni nella università vuol dire che il sistema contiene dei meccanismi che vanno modificati.

    C’è un continuo attacco all’autonomia delle scuole e alla loro capacità progettuale. La quota opzionale lasciata alle regioni può costituire un pericolo. Altresì la quota lasciata alle scuole può innalzare la stessa progettualità.

    Il concetto di laboratorialità va ulteriormente allargato e bisogna coniugare ancora di più il fare e il saper fare. Bisogna mettere al centro, oggi più di ieri, l’autonomia progettuale delle scuole. L’utenza è disorientata perché bisogna salvaguardare la specificità dei licei. Un'ultima questione riguarda l’introduzione della parola “comportamento”: può assumere il significato di controllo dei comportamenti.

Torna l’appuntamento in cui le lavoratrici
e i lavoratori di scuola, università, ricerca
e AFAM possono far sentire la loro voce.

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