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Interviene
Giustina Soave docente di diritto presso l’ITIS “Marconi” di Campobasso la quale dice di intervenie non per obiettivi corporativi, visto il drastico ridimensionamento delle discipline giuridico-economiche, ma per testimoniare un disagio. Occorre battersi perché la scuola sia davvero inclusiva e rigettare la riproposizione del modello gentiliano .
La scuola deve operare per costituire una cultura profonda che segni la formazione umana. In questo contesto le discipline giuridiche non sono per “gli addetti ai lavori”, esse, invece, contribuiscono alla diffusione della cultura della legalità, forniscono strumenti di cittadinanza, aiutano a decodificare la realtà e a costruire la capacità critica degli studenti. Il ministro vorrebbe invece evitare che si diffonda la consapevolezza della cittadinanza. Il recente attacco ai principi costituzionali dimostra il grado di cultura della legalità di coloro che ci governano. Per contrastare questa deriva occorre incontrarsi, riunirsi, costituire coordinamenti, dialogare con le istituzioni, gli studenti ed i genitori, occorre far mettere nell’agenda delle forze politiche dei robusti investimenti nella scuola pubblica e nella formazione. Può essere utile anche trovare forme unitarie, con Cisl e Uil, di mobilitazione fino ad arrivare ad una manifestazione nazionale.