“Giornata della memoria”

  • 13:00

    E' Fulvio Fammoni, Segretario Nazionale della CGIL a concludere questa giornata.

    "Oggi non abbiamo partecipato ad una celebrazione ma ad una magistrale lezione di storia.

    La storia è memoria e la storia non può essere riscritta.

    Ricordo, quando ero bambino, che sotto casa mia abitava un partigiano che mi indusse a leggere, anziché libri che narravano avventure di guerra, libri sulla Resistenza.

    Da lì ho cominciato ad apprendere, a conoscere. Non c’è memoria senza conoscenza.

    Ragazzi, diffidate di chi vuol confondere la storia, di chi usa, ad esempio, il termine razza: la razza è una sola, quella umana.

    Ricordare serve anche a capire l’attualità. Come è ancora attuale la nostra Costituzione, e non va snaturata.

    La Costituzione si fonda su quattro parole: lavoro, pace, uguaglianza e democrazia.

    Parole che è ancora necessario conservare nei nostri valori.

    Valori che servono per non dimenticare la Shoah".

    Per questo il 27 di gennaio bisogna ancora ricordare, per conservare la memoria, perché tutto questo non accada mai più.

  • 12:45

    "I morti non sono tutti uguali. Ciò che fa la differenza, ha detto Enrico Panini, Segretario Generale dell’FLC Cgil, è ciò che si è fatto da vivi. “Vicino a casa mia viveva un signore che dietro la porta teneva un cappello da alpino. Ogni volta che entrava in casa diceva: "Dopo averlo ammazzato gliene ho fatte di tutti i colori". Deve essere chiaro che i fascisti non erano più buoni dei nazisti. In Italia si è praticata la tortura, ci sono state le leggi razziali e i campi di concentramento. Il Sapere e la Conoscenza sono per noi fondamentali, ma dipende da come vengono utilizzati. La nostra Scuola si fonda su valori precisi e persegue l’obiettivo della promozione dei soggetti in formazione. Negli attuali programmi di insegnamento sono state fatte alcune operazioni inaccettabili. Ad esempio la parola “fascismo” è scomparsa ed è stata sostituita dal termine “totalitarismo”. Francamente non è la stessa cosa. La cosa più importante credo sia la coerenza. I valori su cui si basa la nostra Repubblica non devono essere rimossi. Tanti hanno dato la vita per sconfiggere il fascismo e il nazismo. Sarebbe importante che i luoghi, i monumenti, i cippi, che ricordano questo sacrificio, fossero adottati dalle Scuole alimentando il desiderio di libertà.”

  • 12:30

    Vito Antonio Leuzzi Direttore dell’Istituto Pugliese per la storia dell’antifascismo dell’Italia contemporanea è partito dalla scuola, richiamando il grande tema che il prof. Canfora ha affrontato sulla cancellazione della memoria che, a partire dagli anni ’30, culminò nel minculpop. La bonifica del libro precedette le norme del 1938 e diede inizio alla persecuzione.

    Bari rappresentò per la nazione un aspetto importante poiché la Casa editrice Laterza fu la più colpita nelle operazioni di bonifica del libro. Infatti, subì il sequestro di importanti libri di autori come Salvemini e Sturzo.

    La persecuzione fascista nei confronti degli ebrei a partire dal 1937 fu feroce. Nella sede di Bari dell’archivio di Stato vi è molto materiale su questo tema. Il razzismo operò anche a Bari, le bambine della famiglia Levi furono cacciate così come furono cacciati dall’università trecento scienziati, menti eccelse molto utili per il sistema produttivo barese.

    Tra questi vi era Laszlo Brull un ebreo ungherese che nel 1938 sarà costretto dai fascisti di Bari ad un altro esilio, sua madre si suiciderà e tutta la sua famiglia sarà sterminata nei campi di concentramento. Lui morirà in Argentina nel 1941. Accanto alla vicenda di Laszlo ricordiamo quella di Max Majer ebreo di Bonn che nel 1933 si rifugerà a Bari con l’illusione di una vita diversa e sarà costretto poi a fuggire in Pakistan. Sarà Michele Cifarelli che, violando le leggi fasciste, lo aiuterà a sopravvivere. In Puglia furono istituiti molti campi di concentramento, il più feroce dei quali alle Isole Tremiti. Il prof. Terzulli sta tentando di recuperare i ritardi per costruire questa parte di memoria.

  • 12:15

    Hanno portato il loro contributo all’iniziativa alcune scuole di Bari, Caltanissetta e Castellaneta (Ta)

    Porta il suo contributo la prof.ssa Renata Bellini dell’I.C. Umberto I – San Nicola di Bari, che racconta come abbia riscontrato una perplessità nei docenti della scuola primaria nell’organizzare materiali per la Giornata della Memoria.

    La perplessità è legata soprattutto ai nuovi programmi di storia, poiché indicano che, anche pedagogicamente, nell’età dell’infanzia è più facile suscitare la memoria attraverso l’immaginazione.

    La prof.ssa Sonia Lipani dell’I.C. di Sommatine (CL) ricorda di aver pubblicato la propria esperienza in “Lettere ad una scuola media” e di come sia stata invitata per la sua passione per la Shoah, una passione nata grazie ad una famiglia dove la storia è stata sempre alimentata. Una famiglia dove è stato atteso invano il ritorno del nonno.

    Come insegnante si è posta il problema di avvicinare la grande Storia ai ragazzi. Fondamentale è stato l’incontro con l’unico sopravvissuto di Auschwitz che l’ha convinta a progettare un percorso per far rivivere la stessa esperienza ai suoi alunni.

    Ricorda come lo sterminio doveva servire e rendere la Germania forte. Oggi i ragazzi vivono circondati da immagini di forza, di bellezza: il rischio è che rimangano illusi da questi miti.

    La fiaccola della Memoria è importante perché “sta passando a noi” (Slomo Venezia)

    Il prof. Francesco Terzulli dell’I.I.S. O.Flacco di Castellaneta (Ta) ricorda che non si deve dimenticare che gli italiani furono alleati dei tedeschi. Nel 1944 un profugo slavo in un campo di passaggio di Taranto dichiarava che gli italiani si erano distinti anche per la crudeltà della repressioni in Jugoslavia. Lancia un invito alla politica a creare una carta geografica dei luoghi della Memoria: sia i luoghi di sterminio e di internamento sia i luoghi di ricordo di azioni eroiche.

  • 11:59

    Un minuto di silenzio qui, come nelle migliaia di scuole nel Paese.

    E' Serena Lonigro del Liceo Scientifico Majorana di Mola di Bari a leggere la poesia di Primo Levi "Se questo è uomo"

  • 11:30

    E’ il momento della Lezione Magistrale del Prof. Luciano Canfora del Dipartimento Scienze dell’antichità dell’Università di Bari.

    "Ogni anno, purtroppo, si levano voci, contenute anche in testate giornalistiche nazionali, tendenti a sovvertire il significato di questa giornata.

    Quest’anno gli argomenti usciti sono sostanzialmente due.

    1) la scuola con questa ricorrenza si politicizza

    2) il ricordo diventa un fatto obbligatorio

    Anche queste obiezioni sanno di vecchio perché negano la funzione civilizzatrice della Scuola e tentano di trasformare l’Olocausto in uno dei tanti massacri cui la Storia ci ha abituati.

    Contro questi tentativi di dimenticare non posso non citare Erodono, uno dei padri della storiografia occidentale che da millenni ci ricorda che la memoria è l’essenza della Storia.

    Come ci ricorda Wiesenthal ne “Gli assassini sono tra noi” la verità dell’Olocausto è così tremenda che difficilmente la si comprende.

    La tendenza all’oblio non è cosa nuova. Durante la guerra fredda e fino agli anni ’60 l’Italia ebbe il suo “armadio della vergogna” in cui vennero nascosti tutti i documenti relativi agli stermini delle SS in Italia per non intaccare l’alleanza con la Germania federale che era entrata con l’Italia nell’alleanza atlantica.

    Infine, vorrei ricordare che in Italia il fascismo fu complice del nazismo ed entrambi furono e sono ideologie pericolose perché esaltano e trasformano in valore le disuguaglianze fra gli uomini".

  • 11:15

    Michele Emiliano, sindaco di Bari sottolinea come nella città di Bari c’è un atteggiamento diffuso: c’è ancora chi scherza sull’ Olocausto o, peggio, chi pensa di potersi definire fascista, un’etichetta ostentata con leggerezza persino dai più giovani.

    Ciò è frutto di una rimozione e di una difficoltà a comprendere davvero.

    La risposta da dare a costoro non deve essere aggressiva, bensì fondata sulla trasmissione, dal profondo del cuore, delle testimonianze che oggi si ascolteranno: le sofferenze di bimbi, donne, vecchi alla morte dei quali altri avevano a lungo pensato pianificandone l’annientamento.

    Quindi non dimenticare per evitare che questo unicum sia considerato un fatto fisiologico nella storia dell’Umanità.

  • 11:00

    Domenico Pantaleo, Segretario CGIL Puglia porta il saluto agli intervenuti e a tutti i partecipanti della Confederazione regionale ricorda come la giornata della Memoria che celebriamo rientra fra le varie iniziative della CGIL per celebrare i suoi 100 anni.

    La Memoria storica è COLLETTIVA.

    La Memoria consente di RISPONDERE alle DOMANDE sul PRESENTE.

    Durante lo stermino furono uccisi disabili, omosessuali, anti-nazisti, tutto quello che era DIVERSO rispetto alla IDEA di RAZZA SUPERIORE.

    Il Sindacato CGIL vuole, invece, contribuire alla costruzione di una Società che si apra alla DIVERSITA’.

    Ancora oggi, come emerge da una recente indagine, molti Cittadini italiani pensano che gli Ebrei siano una razza privilegiata. Non si ricorda che l’Italia con Mussolini e il Fascismo collaborò con il nazismo. Molti dei Nostri morirono internati nei campi di concentramento.

    Tutto questo non va dimenticato. E la Scuola ha il compito di trasmettere questa Memoria.

    La CGIL con i suoi 100 anni di storia conserva la MEMORIA di quanto tristemente accaduto.

  • 10:45

    Il dott. Giuseppe Fiori, Direttore dell'Ufficio scolastico regionale della Puglia: "Voglio portare comunque il mio saluto e brevemente illustrare come le scuole pugliesi hanno affrontato questa esperienza della Giornata della Memoria.

    Una celebrazione che sicuramente è stata affrontata all’inizio per l’indicazione della Legge, ma oggi per iniziativa anche delle singole Scuole progredisce la Pedagogia della Memoria: costruire un filo conduttore che ci porta dalle esperienze tragiche alla reazione a tutto questo, alla nostra Costituzione ed alla Scuola rinata sulla Costituzione.

    La giornata di oggi, tappa fondamentale della conoscenza, ha portato a far si che questo periodo sia un momento fondamentale dell’anno scolastico.

    In Puglia si stanno svolgendo diverse iniziative.

    A livello nazionale la partecipazione di scuole elementari, medie e superiori al Concorso per la presentazione di elaborati di diverso genere. E le nostre scuole si distinguono sempre sia per quantità che per qualità dei progetti presentati.

    Ci sono, poi, diverse iniziative a livello regionale. Innanzitutto il “Treno della Memoria”, oggi a Bari, ma che ha toccato diverse città pugliesi e che è stato visitato da tantissime scuole e cittadini.

    Poi spettacoli musicali per bambini e ragazzi.

    Senza contare anche le iniziative delle singole scuole che nascono per vera esigenza educativa. E questo da’ il significato di quanto la Pedagogia della Memoria sia entrata nella prassi educativa dei docenti.

    Siamo però ancora ai momenti iniziali di questo percorso, possono nascere attenzioni ed esperienze ancora maggiori".

  • 10:30

    Il presidente della Provincia di Bari, dott. Vincenzo Divella, dopo aver salutato esprime la condivisione della Giunta del Consiglio Provinciale per questa iniziativa.

    La Giornata della Memoria non è solo un appuntamento importantissimo ma rappresenta una premessa per un futuro di Pace.

    In questi giorni c’è un grande fervore per la celebrazione di oggi, l’auspicio è che non diventi un momento celebrativo, ma un momento perché non si ripeta mai più ciò che è successo.

    L’amministrazione provinciale sta cercando di recuperare due simboli della Shoah: uno si trova a Spinazzola e ricorda l’eccidio di 13 soldati, l’altro, “ La casa rossa”, si trova ad Alberobello. L’amministrazione sta organizzando, poi, altre iniziative: il 6 febbraio ci sarà una manifestazione pubblica insieme all’Ufficio Scolastico Regionale diretta proprio alle scuole secondarie di 1° e 2° grado per celebrare la Giornata della Memoria. Durante la manifestazione sarà presentato il libro di Nicoletta Moccia “ Alfredo Violante: dalla Puglia a Mauthausen”. Vogliamo far conoscere ai giovani la figura di Alfredo Violante, nato a Rutigliano nel 1888 e che partecipò alla Grande Guerra. Nel 1943 entrò a far parte attiva della Resistenza. Arrestato per motivi politici, fu poi trasferito prima nel campo di Fondi a poi a Mauthausen dove finì i suoi giorni ucciso in una camera a gas alla vigilia della liberazione.

    L’invito è quello a partecipare a questi due momenti di riflessione voluti proprio per diffondere il senso del vivere civile, della condivisione sociale, il valore della vita, del rispetto, della responsabilità personale, della legalità, della giustizia e della Pace.

Nonno, cos'è il sindacato?

Presentazione del libro il 5 novembre
al Centro Binaria di Torino, ore 18.

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