Donne della conoscenza e pari opportunità

  • 13:05

    Interviene Rita Borsellino, parlamentare dell’Assemblea regionale siciliana.

    Conosce i problemi delle donne che lavorano perché è donna, lavoratrice e madre. Ora i figli sono grandi, è nonna, ma all’inizio i sacrifici sono stati tanti.

    Qui è come donna impegnata nella politica, ma è venuta soprattutto per ascoltare, perché la politica non deve avere la presunzione di sapere tutto.

    E’ importante sui problemi oggi in discussione sensibilizzare, informare ed educare. Da questo punto di vista la TV non ha sempre una funzione positiva.

    Nel caso della violenza e delle discriminazioni non c’è una grande differenza di ceto sociale, ma chi è più debole anche culturalmente non conosce i diritti e le tutele di cui può avvalersi, quindi subisce due volte. Bisogna formare una più forte consapevolezza dei diritti e delle tutele.

    La politica ha le sue responsabilità perché parla solo al maschile e le leggi quindi risentono di questo limite. Nell’assemblea regionale siciliana le donne sono 4 e 3 di esse sono “figlie d’arte”.

    La partecipazione è importante, ma la politica deve aprirsi alle donne. Le buone esperienza devono fare scuola, diventare norma. Dopo la sua elezione al consiglio regionale il cartello che la sosteneva ha costituito due forum, delle donne e dei giovani, per dare parola e ascoltare chi in genere non parla e non viene ascoltato.

  • 13:00

    Prof. Giuseppe Silvestri, magnifico Rettore dell’Università di Palermo

    Nel suo saluto apprezza che questo convegno si svolga nell’università, perché è giusto queste istituzioni aprano a questioni che hanno un impatto sociale così importante.

    La nostra società è impregnata di violenza. Basta accendere la TV che offre quotidianamente immagini offensive delle donne: deificate ed esposte. Quale modello possono trarne i bambini e soprattutto le bambine? Ma la Tv è un fenomeno corruttivo che agevola ma segue l’andamento sociale e la nostra società vive una preoccupante deriva culturale.

    Il Rettore rilancia l’importanza del ruolo dell’università per una rigenerazione culturale, soprattutto di fronte al compito di formazione dei docenti di cui è stata investita: in questa formazione è importante che si affermi una cultura di genere.

  • 12:25

    Isetta Barsanti Mauceri interpreta la conclusione del duetto illustrando la situazione in Italia.

    In Spagna, con l’emanazione della Legge Organica 1 del 2004, è stato fatto un notevole passo avanti nella tutela delle donne e contro la violenza di genere nella direzione di una maggiore consapevolezza dei fenomeni di violenza sulle donne e di volontà di reprimerli educando la collettività intera.

    In Italia a che punto siamo?

    E’ questo l’interrogativo al quale tenta di dare una risposta con questo intervento Isetta Barsanti.

    Secondo quanto testimoniato da un sondaggio di Eurobarometro i cittadini intervistati (1000 per ogni stato membro) ritengono che le cause della violenza domestica degli uomini sulle donne siano dovute in grande prevalenza all’alcolismo, alla tossicodipendenza, alla disoccupazione.

    In verità ciò non è, anzi spesso gli autori delle violenze sono persone istruite e con un lavoro e le violenze all’interno delle mura domestiche spesso avvengono in ambiente di benestanti.

    Non è, quindi, solo l’ignoranza che causa questi eventi, ma l’assenza di diffusione di una cultura della legalità, dei diritti delle donne e contro la violenza di genere.

    Occorre rispondere con la prevenzione che deve essere su vari livelli: occorre una nuova legge che come un TU riorganizzi l’intera materia, disciplinando la violenza in tutte le sue forme, sia materiale che morale, ed indicando gli strumenti di prevenzione da adottare, sia al livello di formazione, che al livello di adozione di provvedimenti di tipo cautelare.

    Infine, ma non per importanza, il ruolo del Sindacato, sia per la precipua funzione della contrattazione, sia, specie la FLC Cgil per la importante funzione che i lavoratori della conoscenza possono avere nell’affermazione di una cultura di prevenzione e tutela della violenza di genere.

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  • 11:45

    Dopo le pensioni si affronta adesso il tema della violenza, cosiddetta di genere.

    Su questo tema si svilupperà un confronto di due legislazioni, Italia e Spagna. E si svolgerà attraverso un duetto tra Isetta Barsanti Mauceri, dell’Ufficio legale della FLC Cgil e Teresa Martìn Garcìa, del Consiglio nazionale della ricerca di Madrid. Le due relatrici mettono a confronto le leggi dei due paesi e il titolo dei loro interventi è: “Violenza di genere, dal ‘reato invisibile’ alla trasmissione di ‘valori’” .

    Apre il "duetto" Isetta Barsanti che ne spiega le modalità e cede la parola a Teresa Martìn Garcìa riservandosi il secondo intervento.

    La situazione in Spagna.

    In Spagna, la recente Legge 1/2004 di Protezione Integrale contro la Violenza di Genere fornisce una risposta globale alla violenza esercitata sulle donne e costituisce un importante strumento penale e procedurale per la loro assistenza e protezione integrale. Ma ci sono ancora diverse carenze di adattamenti normativi o modifiche regolamentari per cui l’applicazione della legge presenta molti ostacoli: ci sono forti disuguaglianze territoriali; non esiste un programma integrale e complessivo nei settori sanitario, assistenziale o giudiziario a livello nazionale con lo scopo di ottimizzare il contributo di questi settori contro questo tipo di violenza; mancano i mezzi e i programmi di sensibilizzazione, di formazione e di riqualificazione delle professionalità che intervengono in queste situazioni, ecc.

    Teresa Martìn Garcìa descrive dettagliatamente questi ed altri ostacoli, soffermandosi in particolare su quelli che più di altri impediscono o rendono difficile la protezione delle vittime di violenza di genere in Spagna. In conclusione sottolinea l’importanza dell’educazione nel rispetto della dignità delle donne e dell’uguaglianza tra donne e uomini. Nella realtà spagnola, le aggressioni sulle donne hanno una speciale incidenza, poiché oggi c’è una maggiore coscienza rispetto a epoche precedenti. Eppure la violenza contro le donne non solo è ancora un “reato invisibile”, ma produce anche un rifiuto collettivo e un evidente allarme sociale.

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  • 11:25

    Tocca a Luigina De Santis, della Presidenza dell’Inca e segretaria generale della Ferpa, la Federazione europea dei pensionati. La sua relazione ha per titolo “Le riforme delle pensioni in Europa e le loro conseguenze sulle pari opportunità” .

    Le riforme pensionistiche in atto in Europa si stanno muovendo secondo direttrici diverse: si aumentano gli anni di contribuzione per avere la pensione piena (la Francia, ad esempio, è passata da 37,5 a 40 anni) o il numero di anni presi in considerazione per il calcolo della pensione (Austria, Spagna e Finlandia); si rafforza il collegamento diretto tra contributi versati e rendimento pensionistico (Italia e Svezia); si parifica l’età pensionabile tra uomo e donna (Belgio) o, infine, si incrementa l’età legale di pensione (in Germania dal 2012 si andrà in pensione con oltre 65 anni).

    Le politiche pensionistiche sono di competenza nazionale, ma tutti i paesi europei si stanno muovendo su obiettivi comuni, tra cui quello di realizzare una maggiore uguaglianza tra donne e uomini. Come saranno le pensioni delle donne che oggi sono al lavoro? Anche se i dati sulle pensioni delle donne sono assai scarsi, esse riceveranno una pensione che rifletterà tutta la loro vita lavorativa, dall’età di accesso al lavoro ai percorsi di crescita professionale (la “carriera”), dall’ammontare della retribuzione percepita ai periodi di congedo per maternità o altre esigenze, dalle interruzioni del lavoro al conseguimento di una pensione complementare. Purtroppo non c’è parità sostanziale tra donna e uomo nel lavoro. Il tasso di occupazione delle donne, in Italia, è del 45,3% contro il 69,9% degli uomini; il loro salario, a parità di condizioni, è inferiore a quello degli uomini. Secondo l’ISFOL la discriminazione salariale aumenta con il crescere del livello di formazione: il differenziale salariale di genere, che nel totale della popolazione lavorativa è del 23%, arriva al 26% tra i laureati e dal 35% per chi ha titoli post-laurea. L’occupazione part-time interessa il 30,3% dei lavoratori occupati: per il 26% si tratta di donne, il 4,3% di uomini.

    Eppure le donne sono la maggioranza, il 58,1%, tra gli adulti con elevato titolo di studio. In tutta Europa, le donne sono meno presenti nelle posizioni dirigenziali; in Italia, nel 2005,tra i dirigenti troviamo solo il 31,9% di donne, nonostante l’eccellenza formativa dimostrata. L’Unione europea insiste sulla necessità di puntare alla piena occupazione e sulla creazione di servizi sociali per l’infanzia e le persone non autosufficienti, che consentano a uomini e donne di conciliare lavoro e vita personale. “Gli obiettivi di Barcellona” erano chiari: assicurare l’accesso alle strutture per l’infanzia ad almeno il 33% dei bambini tra 0 e 3 anni e al 90% dei bambini tra 3 anni e l’età di inizio della scolarità obbligatoria. Cosa succede in Italia? Il tasso di occupazione delle donne con figli di età inferiore a 6 anni è pari al 53% contro il 78% della Svezia, il 65% della Francia, il 57% della Germania. L’Istat ci dice che quando la mamma lavora il 52,3% dei bambini di 1 e 2 anni viene accudito dai nonni e solo il 13,5% dai nidi pubblici. Ai bambini tra 0 e 3 anni la Danimarca assicura posti in asili nido per il 60%, la Francia e la Svezia per il 40%.

    Vi è una correlazione stretta tra tasso di occupazione e tasso di fertilità. Le donne fanno figli se lavorano.

    Le attuali riforme pensionistiche rendono più complicato l’accesso ad una pensione adeguata, che consenta di vivere dignitosamente la vecchiaia, una fase della vita in costante aumento.

    E’ il momento dell’impegno su due grandi questioni: nelle prossime settimane il sindacato aprirà il confronto con il governo sull’insieme dei problemi pensionistici ed entro giugno molte lavoratrici si troveranno a dover scegliere la migliore destinazione del loro TFR.

    Scarica la relazione integrale.

  • 11:10

    Prende la parola Joelle Casa, segretaria nazionale della FLC Cgil per l’intervento introduttivo.

    In occasione dell’Anno europeo delle pari opportunità, come è stato proclamato il 2007 dall’Unione europea, si svolgeranno moltissime iniziative per informare i cittadini del loro diritto alla non discriminazione e alla parità di trattamento, per promuovere le pari opportunità per tutti ed evidenziare i vantaggi della diversità.

    La FLC Cgil ha voluto promuovere questo incontro perché anche in Europa, e in Italia, e anche nei settori della conoscenza non c’è una vera uguaglianza tra donne e uomini e la parità di opportunità non è sempre garantita.

    L’informazione è importante perché c’è una bassissima percentuale di cittadini che sa dell’esistenza di norme antidiscriminatorie, quindi non se ne serve o non se ne servirebbe.

    In Italia le donne sono pochissime nei luoghi decisionali della politica e dell’amministrazione e anche nel mondo del lavoro, pur essendo la maggioranza tra gli insegnanti della scuola, finiscono per sparire, quasi, nella docenza universitaria e nei ruoli dirigenziali di tutti i nostri settori.

    Anche da noi a parità di lavoro non corrisponde parità di stipendio e quindi di pensione. Il lavoro di cura e la famiglia pesano ancora solo sulla donna che per questo è svantaggiata nel lavoro e nella pensione.

    Joelle Casa ha richiamato il ruolo del sindacato non solo nella difesa dei diritti delle lavoratrici e delle donne che vogliono entrare nel mondo del lavoro senza sacrificare la sfera affettiva e familiare, ma anche nel favorire lo sviluppo di una cultura meno maschilista nel lavoro. Importante è anche favorire la partecipazione e la “carriera” delle donne nel sindacato.

    In conclusione Casa ha illustrato i tre argomenti in discussione al convegno: le pensioni, la violenza e la costruzione di una rete paneuropea delle donne.

    Scarica la relazione introduttiva integrale.

  • 11:00

    Apre i lavori Santo Inguaggiato, segretario regionale della FLC Cgil.

    Con un intervento breve e brillante Inguaggiato illustra i lavori della giornata e presenta le relatrici e i vari oratori.

    Questo convegno – ha detto – è il primo dei tanti che la FLC promuoverà nel 2007, l’anno europeo delle pari opportunità. E’ il primo, quindi ci stiamo muovendo con grande tempestività.

    Tra i tanti obiettivi dell’impegno del nostro sindacato sulle pari opportunità il più importante è allargare la consapevolezza e la coscienza del problema.

  • 10:00

    Palermo, 15 febbraio al Rettorato universitario, lo splendido Palazzo Steri, sta per iniziare un convegno in cui si parlerà di donne. In modo serio, senza lustrini e immagini patinate. Insomma si parlerà dei problemi di tutti i giorni e si cercherà di capire perché nella civilissima Europa le donne che lavorano guadagnano, mediamente, a parità di mansioni meno dei loro colleghi uomini; e perché il sistema pensionistico le penalizza. Si cercherà di capire perché ancora oggi, anche nella civilissima Europa, la violenza contro le donne, la violenza di genere, continua e si perpetua, anche e soprattutto all’interno della famiglia. Ma non sarà solo una denuncia della situazione, infatti si parlerà anche di azioni per rimuovere le cause delle discriminazioni e della violenza, si parlerà di pari opportunità, di interventi legislativi e culturali, di educazione. Ecco perché il convegno si chiama: “Donne della conoscenza e pari opportunità”. Ecco perché il convegno chiama in causa il sindacato: perché le pari opportunità sul lavoro sono anche affar suo e perché il sindacato della conoscenza nelle sue elaborazioni, nella sua battaglia delle idee non può essere estraneo ai contenuti di civiltà dell’educazione.

    Mentre aspettiamo che i lavori abbiano inizio siamo affascinati dalla bellezza del palazzo che ci ospita. Ha la forma di una larga torre medievale, il Palazzo Steri, infatti venne costruito all’inizio del 1300 da Manfredi Chiaromonte, la cui potente famiglia tenne il palazzo fino alla fine di quel secolo.

    Nel ‘600 il palazzo divenne sede del Tribunale dell’Inquisizione.

    Oggi ospita il Rettorato universitario.

    La sala dove si svolge il convegno è la Sala Magna o dei Baroni che ha un soffitto ligneo affrescato del XIV secolo dove sono riprodotte diverse storie di argomento biblico, mitologico e cavalleresco. Al Palazzo Steri Guttuso ha regalato il grande quadro che raffigura la “Vucciria”, il più grande mercato di Palermo.

    Mentre i partecipanti al convegno cominciano ad affluire, approfittiamo per fare un giro all’esterno. Siamo in quartiere storico di Palermo, La Kalsa, che, in pieno recupero architettonico, sta svelando l’eleganza e la raffinata bellezza di palazzi, cortili, chiese e giardini. Palermo ci regala stamattina una giornata primaverile, 19° gradi, e proprio di fronte al Rettorato c’è uno splendido giardino la cui curiosa attrattiva è un ficus con una chioma maestosa e un tronco gigantesco formato dalle sue stesse radici.

    Ma è ora di andare a seguire i lavori del convegno.

Torna l’appuntamento in cui le lavoratrici
e i lavoratori di scuola, università, ricerca
e AFAM possono far sentire la loro voce.

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