L’educazione per l’intero arco della vita: un’emergenza nazionale
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11:40
Orazio Colosio, Dirigente scolastico CTP Asolo (TV), si pone una prima domanda: di quale DS necessita un Centro Provinciale per l’istruzione degli adulti per funzionare bene?
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Di un DS professionalmente preparato. Deve conoscere le principali teorie sull’EdA, la normativa italiana ed europea, le linee d’indirizzo delle politiche europee; come tutti gli altri DS deve avere competenze relative all’organizzazione dell’azione formativa, alla gestione del personale, alla cura degli aspetti amministrativi, ma in aggiunta deve possedere una notevole capacità di intessere relazioni ed interagire con gli attori sociali del territorio di pertinenza.
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Di un DS in grado di dedicare efficacemente tempo e attenzione al CPA. Un DS che dedica tempo e attenzione al CPA e solo al CPA è la condizione prima e irrinunciabile per far fare un salto di qualità alle istituzioni che operano sul fronte dell’EdA, istituzioni dove attualmente non è sempre rinvenibile la necessaria cura da parte dei DS, che notoriamente rivolgono, e non vuole essere un’accusa ma una constatazione, il loro massimo impegno alla gestione dell’Istituto Scolastico di cui sono dirigenti e solo in via residuale possono dedicarsi al buon funzionamento del CTP-EdA o dei corsi serali per l’acquisizione della licenza di scuola secondaria di II grado.
Ora, essendo consapevole che rispetto al ruolo che i DS ricopriranno nei nascenti CPA non risulterà indifferente la forma che i CPA stessi prenderanno, bisognerebbe chiarire alcuni passaggi del comma 632 della finanziaria 2007.
Purtroppo il famoso comma rimanda, per la risposta a questi quesiti, a un decreto che il Ministro della P.I. è tenuto a emanare. Per cui, per dare un senso di concretezza alle riflessioni iniziali,avanzerò una prima ipotesi di organizzazione dei CPA elaborata sulla base della mia personale esperienza di DS di un CTP-EdA, ma frutto anche del confronto con molti altri operatori dell’EdA.
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Il nuovo CPA dovrà insistere su un territorio corrispondente ai distretti socio sanitari
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L’organico deve contenere il personale dei CTP e dei serali che insistono su tale territorio e questo punto è necessario pensare alla funzione unica docente
I compiti istituzionali saranno non solo il rilascio dei titoli, ma anche l’alfabetizzazione e i corsi. Occorre pensare ai percorsi triennali nelle superiori (vedi Polis) e alla unicità dell’area comune per tutti gli indirizzi.
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11:20
Gli interventi proseguono con Betty Leone, segretaria generale SPI Cgil.
L’Italia, più che di una legge per l’educazione degli adulti, ha bisogno di una legge per l’apprendimento per tutto l’arco della vita. Infatti noi ci troviamo, già oggi, ad affrontare un problema di grande rilevanza sociale: l’invecchiamento della popolazione adulta.
Secondo i dati in nostro possesso, nel 2015, il 25 % della popolazione italiana avrà più di sessant’anni. Questo periodo della vita è un periodo lungo, non a caso si parla non solo di terza ma anche di quarta età. Per questo motivo non si può pensare a questa età della vita solo in una logica assistenzialista, si deve al contrario pensare ed agire in un’ottica diversa dove la formazione permanente diventa strategica per consentire a questa fetta di popolazione la stessa partecipazione democratica. Per lo SPI Cgil, è assolutamente un obiettivo strutturale nella propria attività sindacale, in quanto strumento per rivendicare diritti, per evitare l’emarginazione.
La nostra società è complessa, non c’è solo un problema di analfabetismo di ritorno, c’è anche un problema di analfabetismo tecnologico e addirittura di non comprensione dei linguaggi generazionali. E’ chiaro che in un contesto così variegato anche i bisogni sono differenziati.
La nostra platea di riferimento infatti è composta da chi vuole affinare i propri saperi, ad esempio linguistici o artistici. Ma soprattutto, ed è questo il reale problema, è composta da tutti quegli anziani con bassa scolarità, che non riescono neppure ad esprimere la domanda di formazione. Noi ci siamo posti il problema di intercettare questi anziani, anche e soprattutto attraverso l’attività dell’AUSER.
Infine, in una legge per l’educazione degli adulti a mio parere occorre tener presente, in un’ottica di sussidiarità orizzontale, anche dell’azione di altri soggetti, come le associazioni di volontariato e le associazioni sindacali. Infatti, le stesse associazioni sindacali sono soggetti formativi, penso ad esempio all’attività di formazione sindacale che come SPI portiamo avanti nei confronti dei nostri tantissimi delegati.
In conclusione, ritengo che le istanze e le necessità formative degli anziani dovrebbero trovare accoglienza negli stessi piani di zona; in questo senso credo sarebbe necessario che, su questo tema, il Ministero della Solidarietà Sociale e il Ministero dell’Istruzione riuscissero ad effettuare un’azione integrata.
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11:00
La Dott.ssa Maria Grazia Nardiello, Direttore generale del Ministero della Pubblica Istruzione, interviene ringraziando Maria Brigida per come, in modo attento e puntuale, è stato affrontato l’argomento.
Continua la dott.ssa Nardiello dichiarando che c’è la necessità di una legge sull’apprendimento permanente che superi glisteccati dei vari segmenti formativi ampliando il concetto di educazione per gli adulti.
Nel 2000 si partì sulla base di una sussidiarietà verticale, oggi è c’è la necessità di passare ad una sussidiarietà orizzontale, una maggiore collaborazione tra scuole ed enti locali.
Nella logica dei processi,senza cancellare nulla delle esperienze passate, bisogna migliorare le esperienze positive che si sono realizzate con risorse minime.
Il comma 632 della Legge Finanziaria scaturisce da innumerevoli vincoli che lo limitano pesantemente. Le indicazioni dell’UE , l’innalzamento dell’obbligo scolastico, saranno momenti che accelereranno questo percorso con le indicazioni che si avranno sui diritti alla cittadinanza.
Prioritaria sarà la riorganizzazione della rete dell’educazione permanente; ci saranno molto presto confronti con le OO.SS. per l’attuazione del comma 632, per la prima volta non si parlerà più una rete di scuole ma una rete di scuole e istituti per adulti. Un momento fondamentale sarà il confronto con gli enti locali per una nuova riorganizzazione territoriale degli istituti, oltre alla necessità di investimenti sui centri territoriali.
Con il comma 632 si afferma una forte soggettività dei centri territoriali, una soggettività espressa sul modello di rete, unico modo per raggiungere l’utenza debole.
Un nodo da affrontare sarà l’impegno di nuove risorse, riuscire ad integrare le risorse in modo congruo.
Si pone la necessità di formare i docenti sia in fase iniziale che in itinere, i centri devono avere un piano di formazione prioritario, sulla base di integrazione con altri soggetti si potrà ampliare l’offerta.
C’è la necessità di fissare un sistema unitario formale e non formale per le certificazioni oltre a criteri per l’accreditamento delle strutture formative.
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10:20
Maria Brigida, segretaria nazionale FLC Cgil, nella sua relazione ha affrontato il tema dell’educazione degli adulti da tre punti vista.
Il primo è la sempre più pressante esigenza di una legge quadro sull’EDA, come evidenziato nel documento elaborato dalla FLC, dalla CGIL dallo SPI e dall’Auser.
Questa esigenza nasce dall’emergenza alfabetica in Italia, ma anche da alcuni recenti provvedimenti legislativi sull’EDA, in particolare il comma 632 della finanziaria per il 2007.
In questo senso è necessario sollecitare i decisori a procedere entro questa legislatura a costruire una legge cornice, leggera, ma efficace che sia in grado di governare il sistema e di dare i necessari stimoli alle regioni, per procedere sulla strada di un sistema integrato di educazione degli adulti che veda in prima linea il territorio e gli enti locali proprio per intercettare al meglio la domanda debole.
Il secondo punto di vista è come interpretare e applicare il comma 632 della finanziaria alla luce delle esperienze in atto nei CTP e nei corsi serali e quale effetto avrà la creazione dei “centri provinciali per l’istruzione degli adulti” sull’intero sistema EDA. Non si tratta solo di ingegneria istituzionale, ma di intervenire sul lavoro dei docenti e sull’intera offerta formativa. Sarà necessario anche pensare ad una profonda revisione dei percorsi dei corsi serali, ora troppo lunghi e troppo simili alla scuola del mattino.
Questa operazione parla anche al dimensionamento della rete scolastica e ad una qualificazione dell’offerta formativa in particolare per la secondaria superiore alla luce dell’elevamento dell’obbligo e dei poli tecnico professionali.
Dall’intervento della Dott.ssa Nardiello, Direttore generale del MPI, che ringraziamo per la partecipazione, ci attendiamo di capire quali sono le intenzioni dell’amministrazione rispetto al decreto da emanare.
Il terzo punto di vista riguarda l’utilizzo delle risorse professionali sotto il profilo ordinamentale e contrattuale.
E’ innegabile l’esigenza di una specifica formazione per chi opera nell’EDA, non solo i docenti, ma anche per i Dirigenti e il personale ATA.
E’ anche evidente che non si può pensare ad un organico, ad una organizzazione del lavoro e del calendario scolastico uguale alla scuola del mattino. Ma questo impone investimenti e riconoscimenti contrattuali.
Per tutte queste ragioni c’è bisogno di uno sforzo corale, che deve contare sull’impegno di tutti, non solo dei soliti addetti.
La costruzione del sistema nazionale di educazione degli adulti ha lo stesso grado di urgenza e centralità di altri interventi che pure cominciano a realizzarsi in campo economico e finanziario.
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10:15
E' Bice Tanno, docente del CTP "Nelson Mandela" e Segretaria Generale della FLC Cgil Roma Centro, che apre i lavori.
Bice è per tutta la scuola di Roma un punto di riferimento nell'ambito dell'Educazione degli Aldulti. La sua scelta di lavorare nelle 150 ore, prima, e nei CTP, dopo, è stata meditata ed è il frutto del suo impegno personale nella tutela dei diritti di cittadinanza. E' nel 1997, infatti, che dopo l'introduzione dei CTP, scelse di lavorare in questa scuola e nella scuola media "Mazzini" per dedicarsi all'Educazione degli Adulti convinta dell'importanza della formazione per tutto l'arco della vita.
Bice si dice orgogliosa di accogliere nel suo CTP questa iniziativa e ringrazia la FLC, l'Auser, lo Spi e la Cgil per l'elaborazione comune portata a questo Convegno. Sottolinea quanto oggi sia ancora più necessaria una ulteriore riflessione sull'educazione degli adulti.
Dopo aver brevemente illustrato la storia di questa scuola, dà la parola a Maria Brigida per la relazione introduttiva.
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10:00
“L’educazione per tutto l’arco della vita” è il titolo del nostro Convegno di oggi qui a Roma.
Siamo ospiti del CTP “Nelson Mandela” e non potevamo che scegliere questa storica scuola per i nostri lavori. E’ questa, infatti, una delle scuole nelle quali nascono le 150 ore negli anni ’70. In seguito con il concorso di tutti e sotto la guida e la determinazione del Preside Cacco, oggi purtroppo scomparso, nasce l’Educazione degli adulti.
Oggi la scuola è frequentata da 4000 alunni che vanno dai 3 ai 73 anni in rappresentanza di ben 108 Paesi! La scuola prende il nome di Nelson Mandela nel 1999 con una bellissima cerimonia alla quale, insieme al Sindaco di Roma Veltroni e a tutta la comunità scolastica partecipa anche l’ambasciatore del Sud Africa, perché gli alunni avevano inviato a Nelson Mandela un video nel quale raccontavano della “loro scuola” e di come qui si praticasse davvero, senza ipocrisie e ideologie, l’integrazione di culture e religioni per l’affermazione del diritto di cittadinanza per tutti. Con le immagini di quel video gli alunni informavano Mandela che proprio per le caratteristiche di questa scuola avevano scelto di intitolarla a lui. La sua lotta, infatti, che è stata il simbolo di tutte le lotte, piccole e grandi, per il diritto alla democrazia, all’istruzione e all’integrazione rappresentava per loro un simbolo importante da custodire.