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“Literacy , life skills, inclusione e occupabilità”* è il tema trattato da Paolo Serreri, vice presidente Proteo Fare Sapere.

"Cominciamo con una domanda: l’analfabetismo degli adulti rappresenta oggi per l’Italia un’ emergenza sociale? La risposta è no, se per analfabetismo intendiamo quello strumentale del saper leggere, scrivere e far di conto. Se invece ci riferiamo al livello di alfabetizzazione funzionale ( Literacy ovvero letteratismo) ed all’ampia gamma degli alfabeti necessari per il lavoro, per l’esercizio della cittadinanza attiva e per una vita da vivere nellapienezza dei diritti della personain una società complessa e postmoderna come la nostra, la risposta è sì. I risultati della recente indagine “ALL” ( Adult Literacy and Life skills) portano dati inequivocabili e solidi argomenti a giustificazione ed a sostegnodi questo giudizio di emergenza sociale. Nell’economia di questeo breve intervento mi limiterò a “isolare”, per meglio metterlo a fuoco, un tema in qualche modo più circoscritto e più circoscrivibile, ossia il rapporto competenze alfabetiche/occupabilità/inclusione. Un tema cruciale, delicato e strategico che contiene al proprio interno una contraddizione che rischia di essere lacerante. Vittoria Gallina nella presentazione dell’indagine “ALL” l’ha colta molto bene: “il mercato del lavoro per un verso richiede competenze sempre più elevate e per un altro accentua la tendenza a incrementare il numero di quanti non riescono a stare al passo con questi processi e restano ai margini di uno sviluppo, in cui inclusione ed esclusione appaiono essere i due aspetti fondanti dei nuovi paradigmi.”

L’indagine ALL definisce le lifeskills. come le capacità di agire efficacemente; capacità che si esprimono attraverso tre diverse modalità generali di rapportarsi all’ambiente: come adattarsi all’ambiente, come modificare l’ambiente, come selezionare nuovi ambienti.

Declinate dal versante del lavoro, esse si dispongono a ventaglio su sei aree: della comunicazione , delle abilità matematiche , del problem solving , delle capacità intrapersonali , delle capacità interpersonali ed, infine, l’area della tecnologia . Ciascuna di queste aree comprende una o più capacità specifiche.

In estrema sintesi, riassumendo con altre parole, le lifeskills comprendono la literacy (la capacità di usare i testi scritti), la numeracy (la capacità di usare i numeri) e le competenze emotive, ovvero gli alfabeti di base dell’agire nel lavoro e nella vita che comprendono sia le competenze personali - ovvero il modo in cui controlliamo noi stessi (consapevolezza di sé, padronanza di sé, motivazione) - che quelle sociali, ovvero il modo in cui gestiamo le relazioni con gli altri (empatia e abilità sociali, comprese quelle comunicative).

Le lifeskills, così intese , assumono la rilevanza di competenze strategiche per l’ occupabilità. Lo sviluppo della quale, a sua volta - come è a tutti noto - è posto dalla strategia di Lisbona 2000 come un concetto chiave e come un obiettivo cruciale di snodo sotto i profili occupazionale, della coesione e della crescita.

Intendiamo per occupabilità la capacità di trovare un lavoro, di conservarlo, di cambiarlo oppure di migliorarlo. Essa si pone quindi in relazione con le capacità individuali,con la qualità del lavoro e con i profili di carriera e di mobilità verticale e orizzontale. Inoltre, è definibile sotto forma di processo interattivo triangolare tra soggetto, mondo delle imprese e reti sociali di riferimento del soggetto stesso. Presuppone il possesso da parte di questo ultimo di un “paniere” di competenze di cui le lifeskills rappresentano una parte fondamentale. E tra queste, le competenze comunicative ed emotive giocano, a loro volta, un ruolo di primaria importanza. Ne discende un ruolo decisivo della formazione e dell’apprendimento: di quello formale per la literacy, la numeracy e le tecnologie e di quello maturativo (accompagnato e guidato), non formale ed informale, per le competenze emotive. Solo chiudendo il cerchio delle competenze, dell’occupabilità e della formazione così intesa si possono creare le condizioni per sbarrare la strada ai processi di marginalizzazione/esclusione a cui rischiano di andare in contro tutti coloro che presentano un deficit o un ritardo anche solo su uno dei lati di questo triangolo.

Ma la rilevanza del tema dell’occupabilitàcosì definita ( e delle correlate life skills), appare con chiarezza anche se la misuriamo con il metro del vantaggio economico e competitivo. Finora, come afferma Scott Murray, i decisori e gli esperti di politica economica “partendo dal presupposto errato che i maggiori ‘ritorni’ dovevano essere ricercati altrove, hanno sottovalutato il ruolo fondamentale svolto dai sistemi di istruzione che generano capitale umano.”

Quest’ordine di considerazione per l’Italia vale ancora di più. E qui torniamo alla domanda iniziale, l’analfabetismo funzionale degli adulti rappresenta un’emergenza? Stando ai risultati dell’indagine ALL sembrerebbe proprio di sì: una percentuale vicina al 50% di italiani adulti evidenzia un punteggio molto basso di literacy . Secondo le scale di valutazione internazionali, il Paese corre un grave rischio. Resta il problema di come intervenire per evitare il rischio di esclusione che colpisce le fasce che presentano i più bassi livelli di competenze di literacy e numeracy. E’ questa la vera grande sfida che oggi la società italiana deve fronteggiare. Ma n on si tratta solo di una esigenza impellente dal punto di vista economico o sociale, ma dal punto di vista del mantenimento e dello sviluppo della democrazia partecipativa.

I riscontri empicipesano come un macigno. Per fare un solo esempio, i punteggi sulla scala delle prose literacy vanno da un massimo di 290 punti per la Norvegia fino ad un minimo di 241 punti per l’Italia. Ultima tra i Paesi che hanno partecipato all’indagine internazionale. E non disponiamo di valutazioni sul resto delle competenze che compongono quello che è stato chiamato il “paniere” delle competenze per l’occupabilità".

* Questo intervento anticipa alcuni contenuti di un più ampio articolo che apparirà nel prossimo numero della rivista on line “LLL Focus on Lifelong Lifewide Learning” in linea dal 1° marzo p.v.