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Francesco Sinopoli, centro nazionale FLC Cgil, ci ricorda che i numeri complessivi del personale tecnico amministrativo, ci parlano di un deficit strutturale che si trascina dal 1993. Come potevano le università far fronte alle esigenze che hanno dovuto affrontare negli ultimi 20 anni? La risposta è semplice: stando ai dati del 2005 sarebbero circa 6000 i lavoratori a tempo determinato e circa 7000 i parasubordinati.
E’ necessaria una decisa inversione di tendenza che richiede scelte di natura finanziaria legislativa e contrattuale, in questo caso anche scelte del sindacato.
E’ indispensabile la riforma del contratto a tempo determinato come punto di partenza per un ripensamento complessivo della legislazione su lavoro che superi anche questa assurda mistificazione delle collaborazioni coordinate e continuative. In questo senso la legge finanziaria per il 2007 contiene primi timidi segnali fornendo un chiaro indirizzo al datore di lavoro pubblico: quello di ricondurre i contratti precari nell’alveo della legalità quindi del lavoro a tempo indeterminato o comunque della subordinazione.
L’iniziativa sindacale e la contrattazione, sono anche importanti, essendo strumento imprescindibile di controllo dell’organizzazione del lavoro. Strumenti che si aggiungono alla necessità di avviare la stabilizzazione del personale precario prevista oltre che dal comma 519 dal comma 417 e la conversione dei contratti di collaborazione in contratti di lavoro subordinato a termine anch’essa favorita dalla legge finanziaria. Bisogna valutare seriamente della possibilità di reinternalizzare progressivamente alcuni servizi (cooperative biblioteche e servizi generali) in quanto funzioni istituzionali dell’università.
E’ poi necessario introdurre una «anagrafe delle professionalità e dei rapporti di lavoro», in grado d’evidenziare le competenze e i percorsi di tutti i lavoratori non strutturati cioè le reali anzianità di servizio dei lavoratori precari tenendo conto di tutte le attività prestate indipendentemente dal tipo di contratto.
Nelle more della stabilizzazione regolamentare l’utilizzo dei rapporti di lavoro parasubordinato riconoscendo a tutti di diritti e tutele: maternità, malattia, ferie, diritti sindacali ecc. come già abbiamo fatto in alcuni atenei attraverso specifici accordi.
Esiste poi l’altra grande priorità il diritto ad eleggere le proprie rappresentanze da parte dei lavoratori precari.
In conclusione Sinopoli ricorda che per la FLC questa è una rivendicazione fondamentale: l’inclusione nella sfera della democrazia e della cittadinanza dei lavoratori che non hanno un contratto a tempo indeterminato è il banco di provacoerenza stessa dell’organizzazione.