Conferenza di Produzione INGV: "Idee in movimento"

  • 13:30

    Gianna Cioni, della Segreteria nazionale FLC Cgil, conclude l’iniziativa ringraziando quanti sono intervenuti ed hanno lavorato per la riuscita dell’iniziativa. L’obiettivo è quello di far ritornare protagonisti i lavoratori perché sono loro che producono la ricerca.
    La valorizzazione della ricerca è un fatto raro nel nostro paese.
    L’INGV è un ente piccolo che è cresciuto in dimensioni e in qualità sia per i suoi risultati di ricerca sia per la sua importanza per il paese.
    La crescita è stata rapida e tumultuosa, ora occorre riflettere per mettere ordine e darsi una vera organizzazione. La FLC ha chiesto che si aspettasse la legge di riordino anche per non seguire esempi che si sono dimostrati sbagliati come i dipartimenti del CNR.
    Oggi la legge c’è. La FLC ha operato perché fosse migliorata ed oggi chiede che i suoi principi valgano per tutti gli enti di ricerca e non solo per quelli vigilati dal MiUR, come un ordine del giorno recepito dal Governo impegna i ministri a fare.
    Anche l’Intesa sulla conoscenza firmata da OO.SS. e Governo impegna il Governo per tutta la legislatura a valorizzare la ricerca, a dare più fondi per le missioni degli enti pubblici, a ridare agli enti autonomia ed al personale che vi opera i diritti senza i quali non si fa ricerca.
    Tutto questo vale per l’INGV, per il quale chiediamo più risorse stabili in modo che anche il suo ruolo di tutela e monitoraggio del territorio rispetto ai rischi sismici e vulcanici possa essere svolto nel migliore dei modi con un forte e stabile ancoraggio alla ricerca fondamentale.
    L’INGV non ha paura di essere valutato sia per la ricerca che produce sia per il suo ruolo per il Paese.
    Sul riordino è fondamentale che anche in questo ente siano definiti momenti formali e sostanziali di partecipazione del personale di ricerca alla programmazione. Le linee generali, le priorità, la missione sono responsabilità del Governo ma la programmazione deve vedere un forte contributo della comunità scientifica interna sia attraverso un Consiglio Scientifico con una forte presenza elettiva di ricercatori e tecnologi dell’INGV (indicativamente il 70%), sia attraverso consigli scientifici delle strutture di ricerca, sia attraverso momenti di incontro di tutti i rappresentanti del personale di ricerca.
    Rispondendo ad alcune battute del Presidente, afferma che ben vengano aumenti degli stipendi del personale che opera negli enti, a cominciare da quanti li hanno troppo bassi ed in particolare dai ricercatori che, dopo anni di precariato, entrano stabili con uno stipendio assolutamente troppo ridotto. Ma la responsabilità della situazione attuale non è certo dei sindacati: dove è l’atto di indirizzo che i Presidenti degli enti continuano a ritardare lasciando il comparto con un contratto scaduto da troppo tempo?
    Sul precariato, che è sicuramente il problema principale occorre che ciascuno faccia correttamente ed in modo trasparente la propria parte.
    La finanziaria 2007 deve essere attuata integralmente: stabilizzazioni per tutti coloro che hanno un contratto stipulato prima del settembre 2006 (che diverrà settembre 2007 con la prossima finanziaria) appena raggiungeranno i 3 anni, tempi determinati per gli atipici, concorsi che premino l’attività di alto livello svolta durante gli anni precedenti.
    La finanziaria 2008 deve allargare il fronte del personale stabilizzabile agli atipici (vedi Campagna Perché noi no?), deve far sì che sia normale assumere personale a tempo indeterminato, deve ampliare il numero di concorsi riportandoli ad una effettiva valutazione del merito.
    La FLC si sta battendo per migliorare a questo proposito la finanziaria in corso di discussione al Senato e perché, d’ora in avanti, esista un solo tipo di contratto dopo la formazione, la tenure track. Negli enti di ricerca devono essere banditi tutti gli altri rapporti di lavoro e si dovrà arrivare a considerare lavoro, sia pure a termine, anche il periodo della formazione, come dice la Carta Europea dei ricercatori.
    Ma all’INGV ed al suo vertice chiediamo di andare avanti nella definizione dei criteri per le priorità nelle stabilizzazioni, che devono essere discussi con le OO.SS., di inserire tutti i tempi determinati nel percorso verso la stabilizzazione e di operare con assoluta trasparenza nei riguardi di tutti gli altri precari: tutti devono avere opportunità per il futuro.
    Quindi non devono essere 200 i precari che non vanno a casa, ma 299 + 110.
    Grazie a tutti.

  • 13:00

    Prende la parola Rino Falcone, consigliere del Ministro dell’università e della ricerca Fabio Mussi, che considera questa iniziativa importante perché va al di là del solo impegno sindacale per affrontare tematiche proprie dello sviluppo del Paese. Questo fa parte della storia della CGIL e del ruolo che tale organizzazione svolge da tempo. Anche le comunità scientifiche dovrebbero farsi maggiormente protagoniste.
    La situazione che il Ministro ha trovato all’atto del suo insediamento nella ricerca pubblica era di assoluto declino, mentre nel resto del mondo si andava avanti.
    Mille miliardi di dollari investiti in tutto il mondo per la ricerca nello scorso anno, un sistema della ricerca sempre più multipolare. Ad esempio, il Brasile investe più dell’Italia e l’Asia nel suo complesso è quella che investe di più. Va però detto che nel resto del mondo i sistemi delle imprese sono ben più presenti che non in Italia.
    Il Governo ha iniziato a invertire la tendenza. Si è pensato subito al ciclo virtuoso programmazione-autonomia-valutazione.
    Sulla valutazione è stato istituito l’ANVUR, purtroppo con resistenze, difficoltà burocratiche e lentezze. Ma alla fine dell’anno dovrebbe partire e, intanto, è stato comunque riattivato il CIVR per valutare le attività di ricerca del periodo 2004-2006.
    I risultati delle precedenti valutazioni sono già stati usati per distribuire una parte dei fondi aggiuntivi agli enti di ricerca. La quota totale assegnata porterà ad un incremento di 40M di euro, ma forse ce ne saranno anche altri 90.
    Gli enti che sono stati maggiormente beneficiati perché più sofferenti sono stati INGV e INAF. Sull’autonomia c’è la legge di riordino degli enti, una legge diversa dal passato perché non impone un’altra riforma, ma vuole dare autonomia agli enti.
    Lo statuto dovrà essere preparato dalla comunità scientifica interna ed esterna agli enti.
    Il Governo legifera solo su missione, organi di governo e principi che stanno alla base degli statuti.
    Comunità scientifiche e sindacati devono contribuire al lavoro che il Governo si appresta a compiere.
    Partirà poi il FIRST perché è quasi pronto il regolamento. Il PRIN oggi è solo un elemento di passaggio reso necessario per il blocco della Corte dei Conti a cambiamenti più decisi ed immediati.
    Anche nella nomina dei nuovi vertici degli enti è prevista la partecipazione della comunità scientifica.
    C’è una convinzione troppo diffusa che il finanziamento debba essere guadagnato. Occorre invece recuperare il senso del finanziamento ordinario. Le scelte di politica della ricerca vanno fatte a monte, anche sulla base dei risultati della valutazione, non da parte del mercato.
    Ci deve essere un incrocio tra bottom up e top down. Le proposte della comunità scientifica sono fondamentali: possono emergere dal basso anche nuovi settori.
    C’è un tavolo sulle grandi infrastrutture di ricerca, occorre costruire una road map per l’Italia, occorre selezionare aree di ricerca avanzate, far collaborare i ricercatori, ma anche avere in questo modo ricadute nel territorio. Arriveranno tanti finanziamenti, soprattutto come fondi strutturali. La rete di rilevazione INGV potrebbe entrare in questo contesto.
    Sul precariato occorre andare avanti e risolvere questo problema nell’ambito del ruolo dei giovani nella ricerca.

  • 12:40

    Prende la parola Francesco Obrizzo (responsabile del coordinamento INGV della FLC) che presenta le proposte FLC.

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  • 12:00

    Dopo un breve coffee break prende la parola il Presidente dell’INGV Prof. Enzo Boschi che loda e ringrazia per l’iniziativa per lui inattesa. Egli afferma che all’INGV si fa ricerca di base e si costruiscono le strumentazioni necessarie. Gli impegni sono tanti rispetto alle attuali dimensioni. La missione sta ampliandosi anche, ad esempio, al settore dei cambiamenti climatici e non solo a tale settore. Anche per questo l’INGV dovrebbe avere un organico di 1500 persone.
    La crescita è stata tumultuosa. Ora occorre riflettere e riorganizzarci. Stavamo per farlo, ma ci siamo fermati in attesa della legge, ma anche visto il sostanziale fallimento dei dipartimenti del CNR.
    Sui rapporti con la Protezione Civile va detto che questa è stata fondamentale per il rilancio dell’ente. Oggi la Protezione Civile vorrebbe addirittura presiedere pezzi dell’ente. Chiediamo che la convenzione sia trattata dal MUR in modo da garantire l’autonomia dell’ente.
    Su molti problemi sarebbe importante discutere, ad esempio sul problema della presenza delle donne e delle loro carriere, sui numeri di tecnologi e ricercatori. Sulla programmazione per la carenza di fondi si è fatto poco.
    Il Presidente parla poi degli stipendi troppo bassi dei ricercatori rispetto agli universitari. Il personale delle ricerca deve lavorare di più. Dice anche non ci dovrebbero essere 3 livelli, ma 2, evitando così anche i troppi concorsi.
    Occorre cancellare le situazioni di ricattabilità, prima di tutto per i precari. Il fenomeno del precariato deve finire. Oggi si stanno aspettando le cifre per le stabilizzazioni da fare nel 2007. Occorre stabilire le priorità per i Tempi Determinati da stabilizzare.
    Poi c’è il problema degli altri precari. Alcuni hanno fatto un’istanza per avere la possibilità di essere stabilizzati.
    Il finanziamento dell’INGV è aumentato di 5 milioni di euro nel 2007 con un’assegnazione basata sulla base della valutazione.
    Non verrà mandato via nessun precario. Si sta andando avanti con l’applicazione del contratto (es. art. 15).

  • 11:10

    Inizia il dibattito

    Massimo Cocco ricorda che l’ente è nato da pezzi che non si conoscevano. Oggi è una federazione di sezioni. Deve diventare un ente con una programmazione unitaria.

    Gianfilippo De Astis commenta la legge istitutiva e richiama l’esigenza di maggiore partecipazione che deve essere ancora più forte nelle strutture. E’ anche fondamentale una maggiore circolazione delle informazioni.

    Simone Atzori ricorda che la proliferazione di progetti esterni che fa aumentare il precariato dipende dalle poche risorse per l’ente. Il transitorio è difficile: che cosa succede con i vincoli, pur giusti, posti dalla nuova finanziaria?

  • 11:00

    Piero Bonfanti affronta il problema del precariato, a partire dalla sua storia, che porta come esempio. Nell’ultimo ventennio chi si è trovato nel posto giusto nel momento giusto è entrato. Ma si sono perdute intere generazioni di ricercatori. Oggi ci sono tipologie di precari diverse senza una logica, ma solo legate al caso. Tutto ciò crea conflitti: guerre tra poveri. Occorre un solo percorso verso un ruolo stabile. Oggi nell’INGV ci sono 524 tempi indeterminati, 299 tempi determinati e 110 assegni e altri precari. Un rapporto 1 a 1 tra personale di ruolo e precari. Molti precari rivestono ruoli di responsabilità e il loro lavoro è fondamentale per l’ente e per il paese. Rimanere precari, oltre ai problemi personali, significa non poter fare carriera, non avere possibilità di farsi riconoscere l’anzianità. Ora la Finanziaria 2007 qualcosa sta facendo, altro si dovrà fare. Qui 202 persone sono state ammesse alla stabilizzazione e c’è la dichiarata disponibilità di ampliare la platea. La stabilizzazione è necessaria per l’INGV.

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  • 10:50

    Sofia Mariano, assegnista che si occupa di programmi europei, parla della partecipazione dell’INGV ai progetti europei, delle difficoltà attualmente esistenti e delle grandi potenzialità presenti nell’ente.

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  • 10:40

    Marco Neri presenta la sua esperienza nella sezione di Catania, strettamente influenzata dalla presenza dell’Etna. Tutelando i cittadini dai rischi si è riusciti a definire nuovi risultati di alta ricerca. Il ruolo di monitoraggio è uno strumento per crescere scientificamente. Non deve essere considerato solo come un servizio. Quando le emergenze durano a lungo c’è però il rischio che tutte le risorse finiscano lì e nella vada alla ricerca di base. Tutta la presentazione è accompagnata dalle immagini delle eruzioni dell’Etna fino a quella dello Stromboli nel 2007. Oggi è però necessaria una riorganizzazione, un maggiore approfondimento, cioè più ricerca di base a più ampio raggio. Il merito deve essere premiato in modo trasparente.

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  • 10:30

    Giuseppe De Natale fa il punto sull’eccellenza dell’Ente. Ci sono stati e ci sono ancora problemi sull’integrazione dell’Osservatorio Vesuviano dentro l’INGV. Alcune difficoltà sono simili a quelle di tutti gli enti di ricerca. Non si può prescindere dall’autonomia e dalla valorizzazione del proprio personale. Un problema specifico è quello della ricerca di base che rischia di essere ridotta. I contributi della Protezione Civile sono preponderanti e sono legati alla ricerca applicata e dipendono da convenzioni di breve durata. Si propone un Consiglio Scientifico e un’assemblea rappresentativa dei ricercatori.

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  • 10:20

    Antonella Marsili affronta il problema della valorizzazione del personale tecnico e amministrativo. E’ necessaria maggiore formazione ed aggiornamento da parte dell’ente mirata alla missione specifica. Esempi sono la formazione su progettualità europea, sulle novità legislative e sulle finanziarie. Una volta organizzato il lavoro per obiettivi, occorre coinvolgere il personale sulla scelta degli strumenti.

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