Conferenza di Produzione APAT: "Idee in movimento"
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13:00
Conclude Claudio Falasca del Dipartimento Ambiente della CGIL, in rappresentanza di Paola Agnello Modica che non ha potuto essere presente.
I passi avanti che il Commissario ha indicato sono reali, anche se c’è ancora molto da fare. L’APAT ricopre un ruolo di snodo per il futuro del paese. Infatti, il debito ambientale pesa più o meno come il debito pubblico. Recuperarne il 10% per anno costerebbe, infatti, circa 30M euro.
I requisiti di cui c’è bisogno per l’APAT sono:
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grande capacità di recuperare il pregresso e di definire nuove strategie.
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Capacità di garantire qualità ambientale per lavoratori e cittadini, essendo fuori da ogni conflitto di interessi e ridando fiducia ai cittadini. Il modello cui fare riferimento deve essere quello di programma, informa e decidi.
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Volontà di costruire un rapporto positivo con le forze sociali. In tal modo autonomia, terzietà e multireferenzialità diventano veri. L’APAT deve fare riferimento alla collegialità del Governo e non essere la lunga mano di un ministro.
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L’autorevolezza va valorizzata, ce ne è bisogno in Italia. Ovviamente occorre che il personale non sia precario e che gli organici siano rafforzati (ad esempio per il nucleare). La componente di ricerca deve emergere, l’ente non può essere un dipartimento del ministero e terra di clientele.
Sul disegno di legge chiediamo un confronto e la scelta di prevedere un’integrazione con le agenzie territoriali. Poi occorre accelerarne l’iter.
Ma ovviamente non possiamo aspettare i tempi della riforma. Molto può essere fatto subito. In tutti i testi sull’ambiente il ruolo dell’APAT va rafforzato, addirittura gli osservatori devono essere riportati nell’APAT.
Vanno poi potenziati i rapporti tra gli enti mantenendo la titolarità dell’APAT.
Molto può essere risolto con lo Statuto sulla cui stesura il sindacato deve essere coinvolto.
Ovviamente occorre certezza delle risorse.
Bisogna fare maggiore chiarezza sulle competenze dell’ente.
L’APAT dovrebbe operare su mandato parlamentale.
Le parti sociali hanno un ruolo cruciale. Con l’APAT c’è un protocollo, ma occorre creare qualcosa di stabile come una consulta in modo che l’ente possa relazionarsi correttamente con tutte le parti sociali.
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12:20
Giancarlo Viglione, Commissario dell’APAT, dopo avere ricordato il ragazzo ucciso ieri ed avere deplorato il clima e la cultura della violenza presente nel paese, ringrazia la FLC perché, organizzando questa iniziativa, ha offerto l’occasione per un dibattito e un confronto sicuramente utile.
Serene relazioni sindacali si basano su un sindacato che pungola l’amministrazione, denuncia ciò che non viene fatto, ma anche riconosce ciò che viene realizzato. La FLC ha dato in questo anno un contributo di idee e proposte importanti.
Il Commissario quando è arrivato ha trovato tanto precariato e un’agenzia precaria. Per eliminare il precariato in APAT occorre rafforzare l’agenzia. La pianta organica oggi ha molti posti non occupati. Se l’agenzia è forte verso l’esterno, può pretendere una pianta organica completa per svolgere il proprio ruolo.
L’autonomia dell’APAT non esisteva: era un dipartimento del ministero. Il Commissario, insieme con il Ministro, ha iniziato a realizzare una vera e propria riforma, iniziando ad eliminare le convenzioni che facevano sì che l’APAT fosse una sorta di agenzia interinale con tanto clientelismo.
I co.co.co. non sono aumentati. E l’APAT ha iniziato ad essere conosciuta nel mondo: è andata in Libano, ha affrontato i problemi dei rifiuti e una persona dell’APAT è oggi il responsabile dell’emergenza rifiuti in Campania. Vanno colmate le lacune nel nucleare, ma già oggi i controlli si fanno e sul sito di stoccaggio l’APAT verrà coinvolta.
Anche gli elementi di comunicazione sono importanti e l’organizzazione della Conferenza sul clima ha avuto anche questo ruolo. Oggi l’APAT è Centro di competenza sui cambiamenti climatici.
Sul personale: 185 sono gli stabilizzandi e di questi 125 hanno già i requisiti. Inoltre nella finanziaria in discussione ci sono due articoli che riguardano l’APAT.
L’impegno è quello di mantenere tutti i precari e di bandire concorsi per assorbire i co.co.co. senza prenderne altri.
Il CdA si insedierà a giorni e, essendo rappresentativo, potrà operare per dare stabilità all’APAT.
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12:05
Enrico Panini, Segretario generale della FLC, dopo avere ringraziato tutti gli intervenuti, ricorda che 5 anni di governo di centro destra hanno tramortito la comunità degli enti di ricerca. Per la CGIL è importante tutelare le condizioni di lavoro ma anche avere un pensiero lungo sulla ricerca come elemento centrale per la trasformazione del Paese.
Il Ministro non ha potuto essere presente oggi per impegni di governo; ci dispiace perché è proprio sugli enti dell’ambiente che si è maggiormente scatenata la furia distruttiva del precedente governo. Invece gli enti di ricerca dell’ambiente hanno un ruolo fondamentale.
La FLC non si ferma qui: andremo ad incontri tra enti e ad una iniziativa globale con la Confederazione.
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E’ fondamentale definire la missione dell’APAT che deve essere un ente di ricerca, non per perdere la sua identità, ma per acquisirne una più forte.
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Va affermata e sostenuta l’autonomia dell’ente sia come ente di ricerca sia come ente terzo per il paese.
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Occorre accelerare la costituzione degli organi di governo. I problemi affrontati sono stati tanti, ma molti altri aspettano ed occorre continuare velocemente.
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E’ urgente definire lo Statuto perché anche questo è fondamentale per fare uscire l’APAT dalla situazione di incertezza.
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Al Parlamento è in discussione la legge sul sistema agenziale e per l’APAT. Per noi è fondamentale un intervento complessivo e metteremo in campo tutte le nostre buone idee per il bene di chi lavora nell’APAT e del paese.
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12:00
Angela Imperi (coordinatrice del comitato degli iscritti APAT) ribadisce il ruolo del sindacato: tutela dei lavoratori e propositore di linee di sviluppo che nascono da un’elaborazione e, quindi, da una coscienza collettiva. Le proposte FLC sono sempre state proposte globali e non legate a specifici interessi. Siamo ora in attesa dell’attuazione completa delle azioni sul precariato, dell’approvazione della legge e della riorganizzazione dell’agenzia.
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11:50
Francesca Assennato pone i problemi principali per i precari, sia quelli che hanno bisogno di risposte immediate sia quelli di prospettiva.
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Vittoria Mazzetti presenta specificatamente la situazione dei precari atipici. I co.co.co. sono stati presi nell’APAT per fare fronte ad esigenze ordinarie anche a causa del blocco delle assunzioni. Hanno alta professionalità, ma nessun diritto. Occorre dare loro la possibilità di diventare almeno tempi determinati.
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11:40
Andrea Paina fa la storia del precariato in APAT che coincide fondamentalmente con la storia di un’Agenzia precaria.
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11:30
Paolo Marsili, dopo aver ricordato Giglia Tedesco, da poco scomparsa, che conosceva ed apprezzava l’APAT, affronta le tematiche relative al riordino dell’ente. Occorre creare le condizioni per cui le professionalità presenti si possano esprimere e l’APAT possa essere rilanciato. Il disegno di legge, ora in discussione, è la risposta della politica alle problematiche poste dai lavoratori FLC dell’APAT. E’ un inizio che dovrà portare l’APAT ad essere un interlocutore autorevole del Governo.
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11:20
Elvio Cipollone, parlando delle tematiche ambientali, sottolinea che per il paese è fondamentale una risistemazione complessiva delle diverse funzioni, tutte legate all’esigenza di tenere sotto controllo lo stato dell’ambiente, di ridurre le emissioni in atmosfera, di controllare tutti gli inquinamenti. Occorrono quindi competenze qualificate, professionalità e autonomia riducendo anche la frammentazione e operando in modo coordinato.
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11:10
Gennaro Pisanti parla del ruolo nel settore nucleare: è compito dell’APAT compiere i controlli su tutti gli aspetti della sicurezza nucleare. Sulla base delle leggi in vigore è l’APAT che deve operare misure, controlli ed autorizzazioni in questo campo. E questo vale sui siti Sogin sia di sua proprietà, sia assegnati dall’ENEA. Lo smantellamento è invece compito della Sogin ma ha ovviamente tempi molto lunghi. L’APAT deve compiere tutti i controlli. Ma oggi si trova ad avere solo circa 60 persone in età vicina alla pensione, occorrono quindi nuove risorse per fare fronte alle necessità del paese. Occorrono assunzioni a tempo indeterminato al più presto per avere la possibilità ed il tempo di formare le nuove professionalità.
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11:00
Martina Bussettini parla del ruolo dell’APAT in campo idrologico che ha visto durante la precedente gestione scarsità di risorse e addirittura di attenzione. A livello nazionale si svolge il coordinamento dell’operatività territoriale e l’APAT è anche stato riconosciuto come Centro di Competenza nazionale in materia di idrologia e rischio idraulico.