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Per Pino Patroncini, centro nazionale FLC Cgil, la scuola italiana ha corso il rischio alcuni anni fa di perdere l’istruzione professionale, ciò l’avrebbe posta fuori dall’Europa. In Europa tutti i paesi, infatti, offrono una istruzione professionale di tipo scolastico, seppur accanto ad altre forme. Dopo di che occorre prendere atto che mentre in italia c’è una tripartizione tra istruzione liceale, tecnica e professionale, altrove c’è solo una distinzione tra istruzione liceale e istruzione professionale.

Le differenze tra i paesi europei suggeriscono, prosegue Patroncini, che occorre capire, non copiare. Conviene perciò sottolineare alcune differenze tra Italia e altri paesi:

  1. l’originalità dell’istruzione tecnica italiana che ha una vocazione al tempo stesso generale e professionale.

  2. La brevità della scuola media italiana, che da un ruolo al biennio secondario superiore nell’orientamento, altrove collocato negli ultimi anni di una scuola media più lunga.

  3. Il fatto che scuole medie più lunghe, fino ai 16 anni, non pongono il problema di altri percorsi prima dell’assolvimento dell’obbligo.

  4. Una alternanza scuola lavoro dopo i 16 anni più robusta e fondata su una diversa concezione della formazione professionale.

  5. Una formazione iniziale degli insegnanti non solo accademica ma anche professionale.

  6. Una cultura del lavoro a cui si rivolgono tecnici e professionali fondata sui diritti del lavoro non sul suo sfruttamento.

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