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Per Pino Patroncini, centro nazionale FLC Cgil, la scuola italiana ha corso il rischio alcuni anni fa di perdere l’istruzione professionale, ciò l’avrebbe posta fuori dall’Europa. In Europa tutti i paesi, infatti, offrono una istruzione professionale di tipo scolastico, seppur accanto ad altre forme. Dopo di che occorre prendere atto che mentre in italia c’è una tripartizione tra istruzione liceale, tecnica e professionale, altrove c’è solo una distinzione tra istruzione liceale e istruzione professionale.
Le differenze tra i paesi europei suggeriscono, prosegue Patroncini, che occorre capire, non copiare. Conviene perciò sottolineare alcune differenze tra Italia e altri paesi:
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l’originalità dell’istruzione tecnica italiana che ha una vocazione al tempo stesso generale e professionale.
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La brevità della scuola media italiana, che da un ruolo al biennio secondario superiore nell’orientamento, altrove collocato negli ultimi anni di una scuola media più lunga.
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Il fatto che scuole medie più lunghe, fino ai 16 anni, non pongono il problema di altri percorsi prima dell’assolvimento dell’obbligo.
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Una alternanza scuola lavoro dopo i 16 anni più robusta e fondata su una diversa concezione della formazione professionale.
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Una formazione iniziale degli insegnanti non solo accademica ma anche professionale.
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Una cultura del lavoro a cui si rivolgono tecnici e professionali fondata sui diritti del lavoro non sul suo sfruttamento.