Convegno FLC Cgil - CGIL Piemonte: "L'Identità europea: Una sfida da promuovere - Una disciplina da apprendere" - Prima giornata

  • 18:10

    Conclude i lavori della prima giornata Paola Nicoletti, Ricercatrice ISFOL e autrice del libro "1957-2007 Dai Trattati di Roma all'Europa dei cittadini".

    Life Long Learning come un nuovo diritto di cittadinanza.
    La strategia del Life Long Learning serve all'acquisizione delle competenze e delle conoscenze necessarie per esercitare nel concreto il "Diritto alla Cittadinanza".
    Attraverso l'istruzione e la formazione permanente bisogna aiutare le persone ad esercitare i propri diritti.

    La risoluzione del 2002 sulla formazione permanente pone l'attenzione sul ruolo chiave dell'apprendimento per tutti in una accezione democratica. Interessante è il legame che ne segue tra: apprendimento - cittadinanza - democrazia.

    Le istituzioni europee si sono fatte promotrici già nel 2000 della formazione permanente attraverso:

    • il memorandum sull'istruzione;

    • prevedendo nella programmazione FSE 2000-2006 una misura appositamente dedicata al finanziamento della formazione permanente;

    • Strategia di Lisbona.

    Il Life Long Learning non è un "lusso" ma è una "necessità".
    Il benchmark sulla percentuale degli adulti (25 anni - 64 anni) coinvolti nella formazione permanente fissava un target del 12,5%. La media europea è al 9,6% l' Italia si ferma al 6,1%.
    La vera sfida per il Life Long Learning è dare concreta attuazione alle strategie individuate.
    Nella precedente legislatura sono stati presentati 3 disegni di legge: uno di iniziativa governativa e due di iniziativa parlamentare.
    Cittadini d'europa non si nasce ma si diventa quindi per l'identita europea serve anche un ruolo forte delle politiche educative e una vera e propria educazione all'Europa.

    Per essere cittadini europei non basta condividere dei valori ma bisogna anche esserne consapevoli .

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    I lavori si concludono alle 18,40 e riprenderanno domani mattina.

  • 17:50

    Prende la parola Enrico Panini, Segretario Generale della FLC Cgil, che sottolinea prima di tutto l'impegno del sindacato a proseguire le riflessioni e il confronto sui temi in discussione, temi che finora hanno avuto scarsa attenzione nel nostro paese.

    Ragionare d'identità europea significa, infatti, rileggere da un punto di vista più ampio la discussione in Italia: si pensi per esempio ai temi della diversità, delle culture diverse o alle sempre maggior rivendicazioni delle "radici cattoliche " da parte della Chiesa cattolica. Significa, anche, dover riflettere sulle fratture registrate dal punto di vista della rappresentanza, come si è verificato nelle elezioni passate, e di come ripensarne il ruolo nel contesto europeo e del ruolo che l'italia deve giocare.

    I temi sollevati nelle relazioni precedenti richiedono, inoltre, una presenza attiva del sindacato della conoscenza su molti fronti, da quelli prettamentevculturali - come la problematica dei contenuti dei libri di testi, l'apertura alle culture altre - a quelli più prettamente sindacali, come la formazione e la mobilità dei docenti.

    Domani, nel primo incontro con il nuovo ministro dell'istruzione, la FLC porrà da subito la questione di favorire una maggiore apertura della scuola e dell'istruzione superiore all'Europa.

  • 17:30

    Piccola interruzione per un coffee break. Si proseguirà con il contributo di Enrico Panini che anticipa il suo intervento per sopraggiunti impegni.

  • 17:00

    Alessandro Ferrara, Professore di Filosofia Politica, Università di Roma Tor Vergata, Presidente della Società italiana di Filosofia Politica.

    "Oggetto della relazione è un fare il punto sulle sfide che la idea moderna di separazione fra religione e politica, fra Stato e chiesa, si trova ad affrontare nel contesto di quella società europea che è stata chiamata “post-secolare” da Habermas. Comincerò col richiamare tre grandi resoconti che hanno come tema la nascita di una società secolare: il resoconto politico della nascita ed affermazione della tolleranza e della laicità a partire dalla catastrofe delle guerre di religione; il resoconto sociologico della privatizzazione della religione, e il resoconto fenomenologico della nascita ed affermazione di un “immanent frame”. Partendo da questi resoconti vorrei gettare luce sulle nuove sfide che il principio della separazione si trova di fronte in una società post-secolare. Fra le sfide a cui farò riferimento:

    • L’onere asimmetrico che affligge i cittadini credenti in una sfera pubblica laicizzata;

    • Il differenziale evolutivo che separa coscienza religiosa e secolare;

    • Il problema di fissare la soglia entro cui deve essere contenuto il ruolo pubblico delle religioni;

    Concluderò accennando alle altre sfide che rimangono aperte e riprendendo il concetto di società post-secolare."

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  • 16:20

    Alain Mouchoux, Presidente della commissione Educazione e Cultura ETUCE/CSEE. I punti principali del suo intervento in lingua originale.

    • Nos pays connaissent des manifestations d’intolérance, d’exclusions, de discriminations : pourtant il faut vivre ensemble sur notre continent.

    • L’Europe est exceptionnelle par la diversité de ses cultures, de ses langues de ses traditions, de son histoire. Il est vital de mieux les connaître tout en plaçant constamment cette diversité dans le cadre de l’universalité des Droits et des Valeurs.

    • Nos cultures ont été en évolution permanente, elles s’imprègnent les unes des autres. Notre culture ; celles des autres constituent un patrimoine commun et créent une multiple appartenance culturelle.

    • Connaître l’Histoire, celle des peuples pour mieux vivre ensemble sans oublier notre passé commun en s’en instruisant pour résoudre les difficultés contemporaines.

    • L’enseignement de l’histoire, de la philosophie, et celui des sciences sont déterminants pour la compréhension collective de notre époque et de notre environnement.

    • Créer partout les conditions favorables au respect mutuel, au développement de l’intégralité des droits nécessite la formation à la citoyenneté par l’éducation formelle et non formelle, par les médias, tout au long de la vie, en réalisant de multiples partenariats pour laquelle la société civile doit jouer un rôle majeur.

    Questa la traduzione

    • i nostri paesi conoscono manifestazioni d'intolleranza, d'esclusione, di discriminazione: è quindi necessario saper vivere insieme nel nostro continente.

    • l'Europa è caratterizzata in modo eccezionale dalla diversità delle sue culture, delle sue lingue, delle sue tradizioni, della sua storia: è quindi vitale meglio connettere tali diversità, ponendole all'interno del quadro dell'Universitalità dei diritti e dei valori.

    • Le nostre culture sono in perenne evoluzione, esse s'impregnano le une dalle altre. la nostra cultura e le culture altrui costituiscono un patrimonio comune e creano un'appartenenza culturale molteplice.

    • Conoscere la Storia, quella dei popoli, per vivere meglio insieme senza dimenticare il nostro passato comune e per essere in grado di risolvere le difficoltà contemporanee.

    • L'insegnamento della storia, della filosofia e quello delle scienze sono determinanti per la comprensione collettiva della nostra epoca e del nostro ambiente.

    • Creare ovunque le condizioni favorevoli al rispetto reciproco,allo sviluppo dell'integralità dei diritti necessita una formazione alla cittadinanza attraverso l'educazione formale e non formale, i media, per tutto l'arco della vita, realizzando molteplici partenariati nei quali la società civile deve giocare un ruolo più importante

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  • 15:45

    La relazione introduttiva viene svolta da Joelle Casa, Segretaria Nazionale FLC Cgil Dipartimento Politiche europee: "Cittadini d’Europa non si nasce, ma si diventa attraverso molte forme di apprendimento.

    Il processo di integrazione, di unificazione e di allargamento dell’Unione si è sviluppato soprattutto su base economica e mercantile, nonostante i tentativi di scrivere una Costituzione comune e l’approvazione di una carta dei diritti dei cittadini europei.

    Non esiste ancora una politica comune e pesano ancora molto gli interessi nazionali. Finché l’Europa non sarà considerata una patria comune, il senso di appartenenza dei cittadini alla propria regione sarà vissuto in termini di chiusura ed esclusione.

    Un’identità europea non si costruisce annullando le diversità, ma valorizzandole. Non imponendo una lingua comune, ma imparando a comprenderle tutte. Non imponendo valori religiosi, ma rispettando e ampliando la libertà religiosa. Ciò che gli europei hanno in comune è la struttura democratica dei loro paesi, la libertà, lo stato laico, il welfare state. Se questi valori vanno in crisi, va in crisi l’idea stessa di Europa.

    Il diritto allo studio, alla formazione per tutto l’arco della vita, l’aumento delle conoscenze per tutti, la mobilità di studenti, docenti, ricercatori sono lo strumento non solo per fare dell’Europa l’economia della conoscenza più sviluppata (Lisbona), ma anche per offrire i diritti di cittadinanza a tutti.

    La conoscenza, figlia dell’illuminismo, i diritti, la tolleranza, l’inclusione, la libertà, la sicurezza sociale sono quindi i cardini su cui piantare la costruzione dell’identità europea e il suo corredo di valori.

    La FLC, il sindacato che lavora nei settori della conoscenza, è impegnato nella costruzione dell’identità europea, perché essa si basa su un’ampliamento delle conoscenze ed è nell’interesse dei lavoratori, perché senza conoscenza non c’è emancipazione."

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  • 15:30

    Un acquazzone improvviso ha rallentato l'inizio dei lavori. A Rodolfo Aschiero, Segretario Generale della FLC Piemonte, il compito di aprire i lavori e porgere il saluto della FLC e della CGIL piemontese.

    "Cittadini d'Europa non si nasce ma si diventa attraverso l'apprendimento, la costruzione di una identità nuova e soprattutto attraverso la disponibilità ripetuta e continuativa a rimettere in gioco il proprio punto di vista per ascoltare ed accogliere quello degli altri, per valorizzare le somiglianze piuttosto che rilevare le differenze tra gli individui e tra i popoli".

    Questo il senso del suo intervento che si chiude con un invito a che tutto il mondo della conoscenza si faccia carico di questo compito per dare una speranza vera al futuro dell'Europa.

  • 15:00

    Vai alla web cronaca della seconda giornata

    La conoscenza come presupposto fondante dell'identità europea e la formazione di suoi cittadini. Questa l'ipotesi di lavoro che verrà affrontata nel convegno " L'identità europea: una sfida da promuovere, una disciplina da apprendere " che sta per aprirsi qui a Torino nell'elegante salone d'onore del Valentino. Un'identità che va costruita attraverso la conoscenza in tutti i suoi aspetti, creando una generale contaminazione tra le culture diverse che costituiscono la nuova realtà europea. Studiosi provenienti da varie parti d'Europa si confronteranno su questo tema dando un contributo al progetto della FLC Cgil.

Torna l’appuntamento in cui le lavoratrici
e i lavoratori di scuola, università, ricerca
e AFAM possono far sentire la loro voce.

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