Convegno Nazionale "Per una scuola interculturale" - Catania - Prima giornata

  • 11:40

    La giornata prosegue con l'intervento di Maurizio Gentile, Coordinatore dell’Osservatorio contro la dispersione scolastica dell’U.S.R. per la Sicilia.

    Il contributo dato ai nostri lavori è rivolto alla dispersione scolastica fra gli alunni di altra nazionalità. L'intervento, di cui sono allegati il testo integrale e le slide di presentazione, verte sui seguenti temi.

    • Andamento degli inserimento degli alunni “immigrati” nella scuola pubblica statale siciliana e loro provenienza.

    • La dispersione scolastica nella scuola siciliana di ogni ordine e grado a confronto con i valori nazionali.

    • Individuazione dei criteri per definire il problema degli immigrati in rapporto alla scuola:

    1. Chi sono gli immigrati?

    2. Quanti sono i bambini inseriti nelle scuole?

    3. Da dove vengono e dove abitano?

    4. Come vivono nelle nostre citta’?

    5. Qual è la qualità della loro integrazione socio-scolastica?

    • Caratteristiche strutturali che segnano la condizione iniziale del bambino immigrato

    • Principi di base a cui si ispira il modello di integrazione socio-scolastica italiano - Linee guida - La via Italiana all’Integrazione

    • Azioni positive della scuola in prospettiva interculturale

    • Particolare attenzione, da dare all’insegnamento dell’Italiano come L2.

    Vai al testo integrale dell'intervento.

    Vai alle slide di presentazione.

  • 11:25

    Emanuele Geraci, Presidente del Tribunale dei minori di Catania, richiama l'attenzione dei presenti sull'adesione dell'Italia al Trattato di New York che sancisce il "diritto soggettivo" dei bambini a ricevere l'istruzione. E' diventato un obbligo preciso per lo Stato tenere conto della presenza dei bambini stranieri. Non e né carità né benevolenza, ma l'adempimento di un dovere sancito dalla legge. Sono seguite dagli anni '90 numerosi circolari sul tema dell'inserimento e dell'integrazione degli alunni stranieri.

    Il principio dell'iscrizione con riserva consente di inserire nella scuola i minori anche se non sono in grado di produrre la certificazione richiesta.

    Cita il lavoro del 2004 dell'"Istituto degli innocenti" sul tema dell'accoglienza. L'accoglienza non significa omologazione o contaminazione, significa assumere e riconoscere l'altro nella sua integrità.

    Ci sono tre tipologie di minori stranieri che comportano l'emergere di problematiche diverse:

    • Immigrati con famiglia, regolari e con un lavoro;

    • immigrati clandestini;

    • figli adottivi provenienti dalle adozioni internazionali con età mediamente più elevata (anche fino ai 14-16 anni).

    Questi ultimi, pur essendo inseriti in un contesto famigliare presentano diverse difficoltà.

    Nell'affrontare la questione della presenza di minori migranti è necessario tenere conto di alcuni nodi problematici:

    • la lingua: è indispensabile che la scuola sappia individuare quanto le difficoltà linguistiche influiscano sui processi di apprendimento;

    • le difficoltà nel dare una corretta interpretazione a comportamenti che appartengono ad una cultura diversa;

    • dispersione dei clandestini non accompagnati.

    Questi sono accolti in strutture dalle quali in maggioranza scappano, per poi magari tornare.

    Ciò che spinge alla fuga sono ragioni di ordine economico: l'esigenza di trovare un lavoro per inviare soldi alle famiglie o per pagare coloro che hanno organizzato la loro uscita dal paese di origine.

    Nel lavoro dell'"Istituto degli innocenti" si individua come premessa all'accoglienza la necessità del mantenimento delle radici linguistiche e culturali dei migranti.

    Si rende necessaria quindi, conclude Geraci, l'attività di sensibilizzazione attraverso l'intervento di un mediatore culturale con lo scopo anche di compensare eventuali inadeguatezze che stanno alla base dell'insorgenza dei fenomeni di discriminazione.

  • 11:00

    Nella sua relazione introduttiva, Beniamino Lami, segretario nazionale FLC Cgil, sottolinea che lo scopo di questi tre convegni è di giungere alla definizione di una vera e propria piattaforma contrattuale, sulla base delle riflessioni nate dal confronto delle diverse esperienze territoriali che scuola, associazioni ed istituzioni, quotidianamente vivono e fanno vivere.

    Prevediamo quindi una iniziativa che terremo probabilmente a Roma, nell'ambito del percorso generale di mobilitazione che la nostra confederazione ha promosso in merito alla questione immigrazione.

    La politica dell'attuale governo ha determinato continue trasformazioni che sono andate a peggiorare le condizioni preesistenti.

    Se non fosse stato per la voce della Cgil, l'Italia sarebbe apparsa un paese totalmente consenziente ed appiattito sulle posizioni governative, il cui gradimento popolare ci viene quotidianamente sbandierato come in continua crescita.

    Le riuscite e partecipate manifestazioni della CGIL “Diritti in piazza” del 27 settembre, hanno indotto le altre organizzazioni sindacali a seguirci.

    In questi cinque mesi abbiamo compreso qual'è l'idea di società che pervade le menti di chi ci governa e che vediamo applicata anche nelle scelte di politica economica e sociale.

    Si punta ad una società autoritaria, culturalmente povera, insofferente delle diversità e delle differenze siano esse di genere, di cultura, di religione, di colore della pelle e di provenienza territoriale. Una società che è governata da una classe dirigente che mette al bando i valori della solidarietà, dell'accoglienza e dell'universalità dei diritti.

    Siamo entrati in una fase critica per la democrazia del nostro paese, una fase di “sonno della ragione e delle coscienze”; è un paese che funziona alla rovescia quello che considera reato l'immigrazione clandestina e non si interroga e non prova orrore per lo scandalo di questo nuovo mercato degli schiavi.

    Vai alla relazione integrale.

  • 10:50

    Francesco Battiato, segretario generale della Camera del Lavoro di Catania, ringrazia la FLC Cgil nazionale per aver scelto questa città come sede finale per la tappa conclusiva del percorso iniziato nei mesi scorsi sulla scuola interculturale. Un ringraziamento particolare lo rivolge alle compagne e i compagni della FLC di Catania per l'impegno e il lavoro svolto per rendere possibile il convegno.

    La Sicilia, come ricordava Lillo Fasciana, da sempre è stata un centro di incontro positivo tra etnie e culture. Il frutto di questi incontri è ancora sotto i nostri occhi, pensiamo ad esempio al grande patrimonio dell'architettura arabo-normanna. Ancora oggi etnie e culture si incontrano in questa terra, e spesso i primi incontri avvengono nel mondo del lavoro e a scuola.

    La scuola dell'intercultura e della cittadinanza è il grande impegno della FLC, perché la scuola è, per la sua natura intrinseca, il terreno privilegiato per portare avanti politiche di integrazione. I rapporti interculturali oggi, nei processi di globalizzazione, possono solo arricchire gli studenti italiani.

    I processi di globalizzazione, il mercato mondiale, infatti, ci pongono quotidianamente di fronte a nuovi fenomeni sociali oltre che economici. Pensiamo alle nuove direttrici dei mercati: verso Est e verso Sud. La Sicilia, nel cuore del Mediterraneo, sarà il baricentro dei flussi economici. Ma i fenomeni economici sono sempre accompagnati da fenomeni sociali. Basti pensare all'arricchimento linguistico dei nostri studenti, al bisogno crescente di conoscere le lingue dei nuovi mercati: arabo, russo e cinese.

    Arricchimento anche di possibilità: molti imprenditori catanesi hanno sempre più interessi verso i nuovi mercati del sud e dell'est del mondo. Molti tecnici e operai catanesi si trovano a lavorare in queste aree. Tuttavia, di fronte a questi fenomeni, prosegue Battiato, ci troviamo di fronte ad un esecutivo incapace di governarli. Le politiche governative non aiutano affatto i processi di integrazione.

    La Riforma Gelmini nei fatti è solo un taglio di spesa senza alcun puntello pedagogico. Tagli di spesa imposti dal Ministero dell'Economia, il vero autore delle politiche scolastiche del governo è Tremonti, che rimodula la spesa pubblica per attuare il federalismo. Tagliando risorse alla formazione e alla ricerca si toglie però il futuro alla nazione, la si impoverisce. È una politica miope. Si smantella, ad esempio, la scuola primaria, fiore all'occhiello del sistema di formazione italiano, con l'introduzione del maestro unico. Un ritorno al passato. Si aumentano gli alunni per classe. Si riduce drasticamente il tempo scuola. Il tutto senza alcun bisogno da parte della Gelmini di un confronto né in Parlamento né con le forze sociali.

    Serve urgentemente una mobilitazione da parte non solo degli operatori della scuola ma anche delle famiglie che saranno fortemente private di percorsi formativi adeguati per i propri figli.

    Il pensiero della CGIL va anche agli effetti devastanti dei tagli sull'occupazione, alla riduzione drastica dei posti di sostegno. Si priva lo studente diversamente abile del diritto allo studio, altro che integrazione del diverso.

    A Catania, la giunta di centrodestra, appendice politica e culturale del governo Berlusconi, sta eliminando la scuola “Andrea Doria” in via De Nicola, perché ricade all'interno di un'area con forti interessi speculativi. Si elimina l'unico presidio democratico di un quartiere a rischio, a forte impatto migratorio, con gravi fenomeni di criminalità giovanile, per lasciare spazio agli affari.

    Se si smantella la scuola si distrugge la democrazia. Nelle ultime settimane sotto gli occhi di tutti si sono verificati casi gravi e ingiustificati di xenofobia, la paura dello straniero è incentivata da una crisi economica con toni sempre più preoccupanti.

    Ma il sindacato oggi così come nel passato deve rappresentare una barriera contro ogni razzismo e nuove forme di autoritarismo. Oggi più che mai il sindacato deve dare risposte a quei giovani italiani, figli di migranti, che si sentono respinti.

    Battiato conclude il suo intervento ricordando le battaglie di Martin Luther King, con riferimento alle prossime elezioni negli USA e alla probabile elezione di un presidente di colore. Battiato pensa al frutto di quelle lotte ed è convinto sempre più che oggi come ieri è fondamentale l'impegno e la sensibilizzazione delle persone. In questa battaglia, la scuola italiana con le donne e gli uomini che vi lavorano, ne deve rappresentare il motore.

  • 10:40

    Raffaele Zanoli, Dirigente dell'Ufficio Scolastico Provinciale di Catania, porta i ringraziamenti dell'USP agli organizzatori e ai partecipanti del Convegno. L'intercultura, afferma, è un patrimonio che appartiene al nostro DNA e che prende le mosse dai comportamenti di accoglienza degli stranieri.

    La nostra scuola è aperta all'accoglienza e all'integrazione del diverso. Non lo era, lo è diventata a partire dall'inserimento degli alunni diversamente abili. E' diventata quindi una scuola inclusiva passando attraverso la lotta contro la dispersione fino a giungere ad affrontare il problema dell'accoglienza dei bambini stranieri.

    In chiusura del suo intervento, Zanoli, illustra alcune delle esperienze di prima alfabetizzazione (anche informatica) denunciando il fatto che spesso esse si interrompono per la mancanza di adeguati finanziamenti.

  • 10:30

    Giovanni Litrico, presidente Proteo Fare Sapere della Sicilia, ci introduce ai lavori della giornata.

    "Questo convegno dal titolo "Per una scuola interculturale" che si tiene qui a Catania è la terza iniziativa a carattere nazionale su immigrazione e scuola organizzata dall'associazione Proteo Fare Sapere, dalla FLC Cgil e dalla CGIL. I primi due appuntamenti hanno avuto come titoli: Alunni immigrati, quale scuola? e Immigrati, scuola e diritti di cittadinanza.

    Il nostro convegno invece sarà occasione di confronto sui temi della didattica, della dispersione scolastica, della presenza a scuola dei bambini rom, del ruolo del personale ATA in una scuola interculturale.

    Cercheremo di avere una idea più chiara circa la specificità della nostra regione relativamente alle difficoltà che si registrano nei confronti dell'accoglienza degli alunni immigrati nelle nostre scuole e proveremo a far emergere soluzioni condivise.

    Ciò sarà possibile se tutti insieme, chi opera nelle scuole innanzitutto, ma anche le organizzazioni sindacali, le istituzioni presenti nel territorio, le associazioni, metteremo a confronto le nostre esperienze al fine di creare le migliori condizioni per trasformare l'integrazione in interazione interculturale e contribuiremo alla presa di coscienza di una nuova cittadinanza multiculturale laica e democratica.

    Sono convinto che l'approfondimento che si farà sulla didattica per una scuola interculturale partirà dal concetto chiave che la presenza degli alunni stranieri nelle classi non debba essere trattata come emergenza bensì come normalità e come tale affrontata.

    L'educazione interculturale costituisce infatti una dimensione dell'insegnamento che accompagna tutto il percorso formativo ed orientativo e non riguarda solo alcuni campi di esperienza della scuola dell'infanzia e ambiti disciplinari della scuola primaria o discipline della scuola secondaria. È indispensabile progettare l'azione didattica con modalità innovative prevedendo che i docenti vengano stimolati a mettersi in gioco volontariamente, sperimentando nuovi metodi di insegnamento, soprattutto sul versante delle relazioni, e pur mantenendo i contenuti delle nuove indicazioni, occorre esplicitarli attraverso una nuova trasversalità.

    In un momento in cui si diffonde l'allarme per il dilagare di manifestazioni preoccupanti ed ingiustificabili di disprezzo e di discriminazione razziale deve maturare la coscienza della necessità di investire maggiori risorse ed energie per aprire le istituzioni scolastiche alla diversità realizzando una più efficace integrazione degli alunni stranieri.

    Il problema più serio ha spiegato il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è costituito dal rischio di fenomeni di oscuramento dei valori fondamentali come quello della dignità umana. Il Capo dello Stato osserva una "emergenza educativa" anche nel nostro paese ed è nostra comune responsabilità superare tale emergenza.

    Bene focalizza la questione Tommaso Pincio nel suo romanzo "Cinacittà". Dalla sua analisi si evince che l'Italia sta diventando sempre più razzista e non bisogna minimizzare parlando di casi isolati o di bullismo. Il problema dice Pincio è complesso, il razzismo non è questione di pelle o nazionalità ma di insicurezza: quando uno si sente debole ha paura dell'altro. Si assiste ad un diffuso e crescente timore di non riuscire a continuare a vivere un'esistenza dignitosa, di non arrivare a fine mese. E gli stranieri danno corpo alle nostre paure. Gli attribuiamo comportamenti generalizzati e così i rumeni diventano solo stupratori, gli africani spacciano, gli zingari rubano i bambini. E tutti ci rubano il lavoro.

    Ed allora al bambino immigrato alla ricerca del consolidamento della propria identità, nel senso indicato da Maurizio Gentile nel suo documento sulla dispersione scolastica redatto per USR e cioè dipendente dalla relazione dinamica tra fattori relativi al mondo interno della persona e quelli relativi al mondo esterno, che opportunità potremo offrire per superare tutto il suo malessere che nasce dal vivere in una famiglia impegnata a risolvere questioni di sopravvivenza economico-sociale e dal condividere il panico e l'angoscia dei genitori che non si sentono accettati da una società che non li vuole?

    La scuola è stata una delle prime istituzioni a gestire l'emergenza dell'arrivo degli alunni immigrati, provvedendo alle necessarie misure per accoglierli. Questo non significa però che una vera e propria educazione interculturale, intesa come costruzione di dialogo e confronto a partire dalle differenze, nella ricerca di un difficile equilibrio tra valori universali e diritti specifici delle minoranze immigrate, sia stata effettivamente messa in atto nella scuola, né che il sistema scolastico nel suo insieme abbia recepito le trasformazioni derivanti da questo cambiamento, veramente epocale: in sintesi, il passaggio all'intercultura, ovvero a strategie di confronto con la diversità a vari livelli, è tuttora da compiere. L'approccio interculturale non ha sviluppato, perlomeno fino a questo momento, la forza di imporsi come un modello per l'intero insegnamento, infatti non si può limitare alle strategie di accoglienza degli stranieri, pena il ritrovarsi in un "ghetto pedagogico".

    Il rischio è che la Lega possa ottenere quello per cui si sta battendo e cioè il via libera alle classi ponte, classi ad hoc per gli immigrati, nelle quali gli studenti dovrebbero recuperare il gap linguistico che li separa dagli italiani: i primi alfabeti della lingua italiana, e non solo quelli, saranno appresi dagli immigrati nelle classi-ghetto, con buona pace del processo di integrazione, comunicazione, relazione fra diversi, auspicato da tutti noi.

    Le riflessioni fin qui fatte lasciano chiaramente intendere quanto importante sia la responsabilità educativa affidata ai dirigenti scolastici, ai docenti, al personale ATA tutto, ai quali è richiesta l'acquisizione di competenze non tradizionali e ottenute come esito di ricerca educativa agita.

    Proteo Fare Sapere è un'associazione professionale, autonoma da partiti e sindacati, che si rivolge a docenti universitari, ricercatori, insegnanti, ispettori, dirigenti scolastici, direttori amministrativi, amministrativi, tecnici ed ausiliari che operano nel mondo della conoscenza.

    È per la ricerca libera e responsabile, per il rispetto delle idee di tutti e considera la laicità un principio di convivenza civile e di democrazia.

    Proteo offre ai propri associati opportunità di formazione e di ricerca sui temi funzionali al miglioramento della propria professionalità.

    In particolare quest'anno sono stati individuati come rispondenti ad una esigenza di formazione, iniziale e in servizio e che abbia come sfondo "il ruolo della scuola nella società multiculturale", i seguenti temi:

    • il ruolo dei dirigenti;

    • la gestione delle relazioni: insegnanti/alunni, fra alunni, scuola/genitori, fra genitori;

    • la conduzione delle classi eterogenee e differenziate;

    • lo sviluppo e l'apprendimento nella migrazione con particolare riguardo a quello della L2.

    Tutto ciò presupporrebbe la volontà del governo di investire nella scuola con un continuo impegno per migliorare la qualità dell'inclusione degli alunni migrati, ma purtroppo invece quella a cui assistiamo oggi è in realtà una politica scolastica di riduzione del tempo scuola, fatta di tagli e finalità economicistiche, e ciò avverrà sulla pelle degli alunni più deboli e sulla credibilità della scuola pubblica.

    Noi in ogni caso non demorderemo e faremo sempre sentire quanto più forte possibile la nostra voce".

  • 10:20

    Lillo Fasciana, segretario generale FLC Cgil Catania, porta il saluto della segretaria provinciale della FLC Cgil e ringrazia la segreteria nazionale della FLC e l'associazione Proteo Fare Sapere per avere scelto la Sicilia e Catania per affrontare un tema così importante in un momento in cui le ansie e le paure nei confronti degli stranieri esplodono in modo prepotente e rigurgiti di intolleranza e xenofobia attraversano l'intero territorio nazionale.

    La Sicilia si è caratterizzata storicamente per essere terra fertile nell'accogliere nel suo grembo soggetti provenienti da tutte le parti del mondo. Francesco Renda nella sua storia della Sicilia rileva che al tempo della guerra del Peloponneso la nostra terra era abitata da una pluralità di etnie che la popolavano: dagli elimi ai sicani dai fenici ai siculi. Insomma, i Greci trovarono alla fine del V secolo a.c. una Sicilia multietnica e non il dominio di un popolo sull'altro.

    Oggi l'intero territorio nazionale vive il problema dell'accoglienza dell'integrazione dell'interculturalità. "Non mi sento pervaso - prosegue Fasciana - da pessimismo cosmico se ravviso nelle scelte governative ostacoli che rallentano i processi di integrazione nel nostro Paese". La scelte di cambiare il quadro valoriale di riferimento in ordine al sistema di istruzione in Italia, trasformandolo da bene comune a bene a domanda individuale, oltre a riportarci indietro nel tempo, non agevolerà i processi di integrazione e imporrà ai soggetti deboli percorsi formativi minimi che non permetteranno di poter accedere ai livelli più alti di istruzione. È un problema che supera gli interessi di categoria e che investe l'intera società.

    La FLC, conclude Fasciana, sarà presente con forza per contrastare il disegno a perdere del ministro Gelmini.

  • 10:10

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    Il Convegno nazionale che si tiene oggi a Catania “Per una scuola interculturale ”, costituisce il terzo incontro del percorso iniziato nel mese di maggio a Reggio Emilia e proseguito a settembre a Collegno in provincia di Torino.

    La sede del convegno è lo storico palazzo del settecento che ospita il Rettorato e la Biblioteca Regionale Universitaria. La nascita di questa università fu voluta nel 1434, da Alfonso il Magnanimo e restò per lungo tempo, l’unica università della Sicilia. Il catanese Giovan Battista Piparo affrescò il primo piano e la volta della sontuosa Aula Magna che oggi ci ospita.

    Salvatore Tripodi, centro nazionale FLC Cgil, accoglie i partecipanti e sottolinea che il Convegno, organizzato dalla FLC nazionale, regionale e provinciale, da Proteo Fare Sapere e dalla CGIL, costituisce un importante momento di scambio e di riflessione tra operatori della scuola, istituzioni del territorio e associazioni che hanno contribuito e contribuiscono a dare forma alla necessità di costruire politiche di accoglienza, di integrazione e di cittadinanza. L’obiettivo di questa iniziativa è trovare soluzione condivise, nella prospettiva di pervenire all’elaborazione di una piattaforma nazionale.

Torna l’appuntamento in cui le lavoratrici
e i lavoratori di scuola, università, ricerca
e AFAM possono far sentire la loro voce.

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