Convegno nazionale dei Dirigenti scolastici "L'Autonomia scolastica 10 anni dopo" - Seconda giornata

  • 12:45

    Terminato il dibattito, i lavori del convegno si avviano alla conclusione con l'intervento di Domenico Pantaleo, Segretario generale FLC Cgil.

    Il Segretario generale nel concludere i lavori ha sottolineato l'importanza di convegni come questo, di approfondimento e discussione, soprattutto in momenti come quello attuale. Egli è partito da alcune considerazioni di carattere generale relativamente alla situazione delle società attuali che si presentano profondamente in crisi e che sono alla ricerca di nuovi modelli che le facciano uscire da una grave condizione in cui il pensiero liberista le ha cacciate.

    Uno degli strumenti fondamentali per fondare nuovi paradigmi sociali e ideali su cui basare i rapporti sociali e umani è la ricerca di nuovi rapporti fra saperi e società.
    I Paesi più avvertiti che dominano oggi i processi globali (USA, Cina, India) investono nella conoscenza e nei saperi perché hanno consapevolezza delle domande nuove di benessere e apprendimento che le persone avanzano in modo assai più grande che nel passato.
    In questo contesto, centrale, senza dubbio alcuno, risulta il sapere, nell'ambito di una nuova considerazione che si deve avere dei beni pubblici.

    Purtroppo, il nostro Paese in modo particolare è attraversato da fenomeni preoccupanti dove la cultura non è più un valore fondante i rapporti sociali e ciò crea delle conseguenze assai gravi soprattutto nella costruzione delle identità delle nuove generazioni.
    Il Governo in questo contesto si sta muovendo in modo tale da dare l'impressione di sfiorare l'irresponsabilità nei confronti del sociale e delle nuove generazioni, anche se il disegno che sottende i suoi comportamenti è un disegno non privo di lucidità e di determinazione.

    Nel settore scuola, tuttavia, non propone nuovi modelli organizzativi e didattici ma ricorre a strumenti che appartengono al passato per cui è evidente una dose massiccia di ideologismo che non può che fare male ad una società aperta e avanzata come la nostra. Valga per tutti l'esempio del voto in condotta che non c'entra nulla con le risposte da dare alla domanda di nuova qualità dell'apprendimento-insegnamento di cui la scuola italiana a ha bisogno.
    Ma tale ideologismo si riversa anche nelle relaziono sindacali più strettamente intese.
    Qui il ritorno al passato assume le vesti della legificazione dei rapporti di lavoro nei settori pubblici e ne sono un esempio il ddl Aprea e la legge 15/2009 di Brunetta che si appresta a varare definitivamente i conseguenti decreti delegati.

    Alla fine di questo percorso del Governo il Sindacato che contratta le condizioni di lavoro e che difende il salario non ci sarà più se non fermiamo questa deriva che aprirà le porte non solo al vecchio corporativismo e clientelismo ma abbasserà drasticamente, altro che innalzare, la qualità dei servizi pubblici.
    In particolare, la logica che sottende il disegno del Governo nella scuola è una logica subalterna all'impresa e all'economia, cosa in fondo incompatibile con una scuola che voglia perseguire i diritti alla cultura e alla cittadinanza dei Paesi moderni e che quindi non può essere piegata a logiche aziendali.

    Tutto ciò chiama in causa il tema di cui stiamo dibattendo nel Convegno, cioè il tema dell'autonomia.
    Diciamoci apertamente che la politica non ha creduto veramente all'autonomia e che l'Amministrazione ha visto in essa solo un'occasione di decentrare problemi, decentrare adempimenti piuttosto che elevare la qualità del servizio dell'istituzione scuola.
    Per una ripartenza dell'autonomia occorre avere consapevolezza che non può esistere autonomia senza rappresentanza delle scuole autonome, come altre autonomie hanno saputo fare, per cui vediamo con favore non solo un nostro specifico impegno in questa direzione, ma anche un intervento di sostegno alle reti e alla rappresentanza delle scuole autonome, attraverso il rafforzamento del quadro legislativo e delle convenzioni.
    Tanto più ciò oggi è importante nel momento in cui sta andando avanti il processo federalistico che non esclude il rischio di una deflagrazione del sistema universalistico della scuola come lo abbiamo conosciuto e come la stessa Costituzione prevede anche dopo la riforma del Titolo V del 2001.

    E invece è proprio l'autonomia scolastica la risorsa che "raccorda" le istanze nazionali e locali in un sistema di sussidiarietà che mette al centro l'istituzione più vicina al cittadino e che si basa su un principio di rendicontazione sociale a cui i soggetti devono liberamente e francamente aderire come un elemento costante del loro essere professionisti.

    In questo contesto assume allora valore anche la richiesta di un investimento anche autonomo che gli enti locali possono fare sul sistema di istruzione nell'ambito dei traguardi nazionali fissati dai livelli essenziali delle prestazioni che sono oggi in costruzione.

    Una ripartenza dell'autonomia scolastica, come risorsa e leva fondamentale per elevare la qualità del bene pubblico istruzione, richiede alcuni passaggi ineludibili: una difesa intransigente dell'autonomia stessa e del suo Dirigente che oggi viene sottoposto, insieme a tutta la Dirigenza di stato, ad una incredibile sottrazione di autonomia gestionale e ad una sua riduzione a "controllore ed erogatore di sanzioni", con uno stravolgimento dei suoi compiti istituzionali; una rimotivazione del corpo docente, oggi mortificato e sotto attacco dal momento che viene gratificato da appellativi pesanti quali "fannulloni" "assenteisti" "peso e costo sociale"; rimotivazione del personale ATA che va sempre più visto come corpo professionale integrato ad un progetto di scuola definito in rapporto all'utenza e al territorio; sburocratizzazione del processo autonomistico da portare avanti con le rivendicazioni che abbiamo elaborato e che sono state qui riportate anche nell'intervento di Annamaria Santoro; riproposizione di un sistema di valutazione che sappia, innanzitutto, creare una cultura della valutazione, integrando l'autovalutazione delle scuole con il più vasto sistema della valutazione esterna e con la valutazione del personale, anche riprendendo le elaborazioni del protocollo d'intesa del giugno 2007.

  • 11:35

    Prima di dare spazio al dibattito, Elio Sarti, Dirigente della Regione Toscana, porta il suo contributo e la sua esperienza ai lavori del convegno.

    Il dibattito è aperto dall'intervento di Simonetta Salacone, Dirigente scolastico del 126° Circolo Didattico Iqbal Masih di Roma e prosegue con Antonio Giacobbi, Dirigente scolastico. Interverranno anche: Giuseppe Abramo, Dirigente scolastico, Ornella Mercuri, Dirigente scolastico, Michele Giacci, Dirigente scolastico.

  • 11:10

    Anna Maria Santoro, Centro Nazionale FLC Cgil, va subito al cuore del suo intervento, elencando una per una le proposte della FLC per una buona amministrazione. Alla base di queste c'è l'idea della semplificazione, della trasparenza, della certezza delle procedure, dell'unificazione delle funzioni.

    La scuola ha bisogno di disporre già dal 1 settembre di risorse certe e non tagliabili. Tutti i finanziamenti devono arrivare attraverso un unico canale e senza vincoli di destinazione. Oltre 140 milioni di euro della legge 440/97 (autonomia scolastica) potrebbero arrivare direttamente alle scuole tramite il "capitolone", ma così non è perché è ancora troppo poco contrastato sul piano culturale e politico il disegno di smantellare la scuola pubblica.

    L'organizzazione del lavoro Ata va finalizzata all'erogazione del servizio scolastico, valorizzando la relazione fra attività amministrativa e didattica. Le funzioni amministrative devono essere unificate e attribuite tutte ad unico ente. Gli organici devono essere stabili e funzionali al progetto didattico, come prevede l'Intesa sulla conoscenza. Nelle realtà più complesse è necessario l'inserimento di figure ad elevata capacità e professionalità per dare coerenza alla pratica del lavoro quotidiano che già all'interno dell'unità dei servizi è organizzato attraverso la responsabilizzazione dei diversi settori di attività.

    L'iniziativa di protesta e proposta portata avanti dalla FLC in tutti questi anni ha dato i suoi frutti. Le supplenze conseguenti alle maternità sono state spostate a carico del Tesoro; le scuole non pagano più la Tarsu, le voci di spesa finanziate col "capitolone" sono tutte nominate, è in arrivo il ripiano dei residui del 2007, mentre è cominciato l'iter per quelli del 2008 e per il reintegro dei fondi per il funzionamento 2008 e 2009.

    In questi ultimi dieci anni i dirigenti e i direttori della FLC hanno messo a nudo i problemi e hanno elaborato proposte concrete e lungimiranti.

    Al contrario, prosegue la Santoro, le proposte di legge in discussione e i provvedimenti (Brunetta) già approvati guardano al passato. E il caso del disegno di legge Aprea che cancella la contrattazione di scuola e la rappresentanza degli Ata dal Consiglio di Istituto, contraddicendo le finalità proprie delle istituzioni scolastiche. Tutto questo con lo scopo di colpire la scuola dell'autonomia, riversandole addosso una enorme quantità di sfiducia.

    Per la FLC, invece l'autonomia scolastica è una scelta culturale e politica da cui non è consentito tornare indietro.

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  • 10:35

    Una riflessione sul ruolo del Dirigente scolastico, a 10 anni dall'attuazione dell'autonomia scolastica, non può prescindere, secondo Gianni Carlini, Dirigente scolastico, dall'analisi delle incertezze del presente e dalla preoccupazione per quello che sta succedendo alla scuola.

    Nell'odierno scenario di cambiamenti dai risvolti imprevedibili il Dirigente scolastico della scuola della Repubblica non può stare a guardare come va a finire ma deve piuttosto rafforzare quella dimensione di presidio e di tutela del diritto allo studio di alunni e studenti che costituisce lo snodo strategico della sua professione.

    La funzione di promozione e coordinamento affidata al dirigente scolastico deve essere perciò declinata come ideazione di un percorso di acquisizione di consapevolezza da parte dei soggetti coinvolti nei processi decisionali ed un contestuale percorso di ricerca condivisa di soluzioni alle problematiche che si sono determinate all'interno delle scuole.

    E in questo difficile compito l'autonomia scolastica diventa l'unico faro che indichi a ogni Dirigente scolastico la rotta da seguire per uscire dal guado, con il sostegno della rete delle relazioni professionali costruite nel tempo, con un saldo rapporto con tutti i soggetti interessati alla presenza sul territorio di una scuola pubblica di qualità, che garantisca in ogni situazione e in ogni stagione politica l'assolvimento del compito che la Costituzione le ha assegnato di istruzione, formazione e crescita culturale degli Italiani.

    Scarica la comunicazione in versione integrale.

  • 09:50

    Vai alla web cronaca della prima giornata

    La terza ed ultima sessione del Convegno nazionale dei Dirigenti scolastici che si sta svolgendo a Firenze, è presieduta da Antonio Bettoni, Esecutivo Nazionale Proteo Fare Sapere. Saranno presentati alcuni contributi che sono stati raccolti sotto il titolo " Per un nuovo progetto sull'Autonomia: leve ed elementi pilota. Il Dirigente scolastico come risorsa centrale".

    Ricordiamo che il convegno può essere seguito in diretta video sul sito della FLC Cgil e su https://www.mogulus.com/inschibboleth. E' anche possibile visionare le registrazioni su www.inschibboleth.org a questo indirizzo (fare click sul link WEBTV e successivamente nella sezione ON DEMAND del visore (cartella "Convegno nazionale Dirigenti scolastici").

    Il primo intervento della mattinata è quello di Dario Missaglia, Dirigente Scolastico, CGIL Fondazione Di Vittorio, Responsabile Education, che presenta la sua comunicazione " Dirigenti scolastici e Autonomia: le proposte in campo tra luci ed ombre".

    L'autonomia oggi è aggredita, indebolita, minacciata sia sul terreno delle sue basi materiali (organici e risorse finanziarie) sia sul piano politico (neocentralismo e derive autoritarie del ministero e sue articolazioni).

    Sugli organici, evidenzia Missaglia, bisogna aprire vertenze locali in cui impegnare sindaci, amministratori, genitori. Il fallimento dell'operazione "iscrizioni" nel ciclo primario va ora trasformato in vertenza sindacale. Così come la scuola autonoma deve riprendersi tutto lo spazio sul terreno della "valutazione", invaso dai provvedimenti inaccettabili e culturalmente retrivi del Ministro.

    L'autonomia vive perché i processi sociali che sono in atto non consentono ritorni al passato; anzi, l'autonomia oggi trova un suo nuovo valore aggiunto: la crisi dei modelli educativi, il fallimento dei rapporti occasionali e a breve termine su cui questa forma di capitalismo pensava di aver costruito il proprio futuro è tra le cause del suo fallimento che non è solo economico. La scuola deve far vivere valori forti e durevoli nelle pieghe dei legami deboli che segnano la sua organizzazione. In questo modo sarà in grado di parlare ai giovani e di rappresentare una contraddizione positiva nell'attuale scenario sociale e politico.

Torna l’appuntamento in cui le lavoratrici
e i lavoratori di scuola, università, ricerca
e AFAM possono far sentire la loro voce.

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