Conferenza di Produzione ANSAS: "Idee in movimento"

  • 14:15

    Conclude i lavori Gianna Fracassi, Segretaria nazionale FLC Cgil.

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  • 13:45

    L'intervento di Giovanni Biondi, Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, chiude il dibattito.

    Il dottor Biondi sottolinea che la formazione in servizio è sempre stata un optional perché il contratto di lavoro non la prevede. Nella formazione ci sarebbero, infatti, sempre i soliti insegnanti magari quelli che non ne avrebbero bisogno. In passato era invece un diritto/dovere.

    Biondi ricorda la sua lunga esperienza nel settore. Ha assistito alla nascita del sistema IRSAE /DDP e ha seguito l’evoluzione di queste strutture.

    La prima missione è quella della formazione che naturalmente avrà anche uno stretto legame con la valutazione da svolgersi attraverso strutture autonome e indipendenti. Gli IRSAE avevano una loro autonomia senza la quale non ci può essere qualità. Per quanto riguarda i contenuti è evidente che si deve avere qualcosa da proporre alle scuole altrimenti si favorisce l’inerzia del sistema che riproduce se stesso. Questo non significa che si debbano utilizzare metodologi top down, l’obiettivo è il supporto alle scuole.

    Biondi ricorda il periodo in cui la formazione in servizio si chiamava aggiornamento e la reazione nelle scuole era “belle prediche”. La semplice diagnosi non fornisce strumenti. La formazione deve essere strettamente legata con la valutazione degli apprendimenti con il cambiamento e il miglioramento dell’insegnamento. I processi di apprendimento avvengono in classe e tutti i supporti devono riguardare la classe. Per fare un esempio i laboratori di informatica non possono essere luoghi separati dove si confezionano ipertesti pensati altrove.
    Molte buone pratiche sono sorelle ma se facciamo solo documentazione rischiamo di amplificare solo quello che c’è favorendo l’inerzia del sistema senza introdurre innovazione.

    L’Ente invece dovrà intercettare l’innovazione. Inoltre le buone pratiche documentate per essere consumate. Si deve, quindi, uscire da una logica di documentazione archivistica.

    Per quanto riguarda il rapporto con l’università per Biondi si deve sempre aver presente che la pedagogia proposta dalle facoltà è spesso vecchia.

    Nelle conclusioni Biondi ricorda la storia dell’Indire il cui fondatore è stato Giuseppe Lombardo Radice, mentre Lucio ne è stato un grande sostenitore. L’idea era quella di una scuola attiva, la scuola del fare. L’opposto della didattica di Stato. Si tratta del primo istituto di ricerca del nostro paese. Purtroppo un ministro ha avuto l’infelice idea di distruggerlo lasciandoci solo i cocci.

    Oggi però grazie al lavoro dei commissari si è entrati in un'ottica di sistema. Insomma, una fusione forzata ha portato alla costruzione di un rete perché bene o male si è stati costretti (ex irre ed ex indire) a convivere. E’ vero, prosegue Biondi, c’è stata una relazione spesso conflittuale, anche tra i lavoratori che in alcuni casi dura tutt’ora ma sono stati fatti grandi passi in avanti dal punto di vista dell’integrazione.

    Le relazioni sindacali ci sono state sempre (è il caso del primo accordo sui diritti dei collaboratori che in parte ha anticipato la normativa di legge.

    Per quanto riguarda il futuro, conclude Biondi, si dovrà costruire un grande ente di ricerca nazionale quindi dotato della sua autonomia, ma per fare ciò serve una vera dotazione finanziaria. Si sta lavorando per quello. I tempi del resto li detta la normativa taglia enti e la delega al Governo sul riordino.

  • 13:20

    Nel dibattito interviene Maria Brigida, Segretaria nazionale FLC Cgil.

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  • 13:15

    Claudia Perlmuter, Irre Toscana, condivide quanto detto dal Prof. Radiciotti sul rischio di depauperamento delle professionalità presenti negli Irre a causa di una situazione molto incerta: nell’Irre Toscana, ad esempio, sono rimasti solo sette ricercatori. Ritiene inoltre essenziale quanto già detto sul ruolo della ricerca-azione: le innovazioni possano venire dalle esperienze vissute direttamente nelle scuole e non da un processo che parte dall’alto.

  • 13:10

    Riportiamo di seguito l'intervento di Raffaella Patroni, ex Indire.

    "Tempo fa abbiamo fatto un corso di aggiornamento e, noi lavoratori di Indire, insieme al direttore e ai coordinatori, ci siamo identificati nella metafora del cervello. Abbiamo puntato molto su una metafora che ci restituisce identità come lavoratori intellettuali, con un’immagine di assoluta interconnessione tra le parti.

    Se questo è ancora vero, cogliamo l’invito fatto anche dal primo intervento di Francesco Sinopoli della FLC Cgil che parlava di coesione tra le parti, per andare verso una maggiore informazione reciproca e trasparenza di ruoli, mi riferisco anche al fatto che finalmente sentiamo la voce dei Commissari che relazionano sul loro operato.

    Questo modo di lavorare condiviso dovrebbe ricevere impulso proprio dalla direzione (tra l’altro questa promessa, fatta anche all’inizio del mandato di Radiciotti, è stata disattesa). Tra l’altro il metodo della trasparenza porterebbe come risultato minor perdita di tempo e meno chiacchiere a vuoto, chiacchiere frutto di mancata informazione-comunicazione".

  • 13:05

    Leonardo Tosi, ex Indire, evidenzia alcuni aspetti principali dell'attività che viene quotidianamente svolta nell'istituto, in particolare quella che riguarda la sezione Didattica e Formazione.

    "Nel nostro lavoro riconduciamo all’interno dei progetti che sviluppiamo gli spunti di ricerca e gli elementi innovativi (relativi a metodologie di insegnamento/apprendimento e a modelli di formazione dei docenti) che emergono dal confronto e nel dibattito internazionale a cui partecipiamo. Tale approccio è necessario per evitare forme d’intervento ormai obsolete che ripetono modelli consolidati sul territorio che non sono in grado di produrre risultati concreti nella direzione del supporto e del sostegno ad una nuova figura di professionista dell’educazione, che presenta oggi caratteristiche e requisiti nuovi che devono essere in grado di rispondere alla società contemporanea.

    L’attività è dunque strettamente legata alla collaborazione internazionale e all’attività di ricerca che rappresenta un ingrediente fondamentale delle attività di formazione che conduciamo".

  • 13:00

    Donatella Nucci, ex Indire, in risposta al commento del Direttore Radiciotti, che osservava che la discussione svolta in mattinata era più a favore del sindacato che dei lavoratori, in misura che le idee esposte erano conosciute alla maggioranza dei presenti, ritiene che la realtà sia molto complessa e che ci siano diverse sfaccettature, talvolta sconosciute ai lavoratori stessi.

    C’è il livello locale, nazionale e internazionale. E dunque è necessario tenere conto delle diverse prospettive per definire la mission dell'Ente.

    Questo è il punto di partenza per riallacciarsi alla definizione di ANSAS come Ente dialogante, che rappresenta una definizione calzante.
    Parlando delle attività di ricerca, la Nucci non è d’accordo con l’enfasi posta sulla ricerca–azione: in questa non si può esaurire l’attività di ricerca dell’ente.

  • 12:40

    Il prof. Massimo Radiciotti, Direttore ex Indire, afferma che "in questo ente siamo tutti precari, compresi i direttori che sono in scadenza". Sottolinea che con l'iniziativa di oggi è stato possibile presentare al sindacato l'attività" che si svolge presso l'Indire.

    E' necessario, prosegue Radiciotti, che il sindacato comprenda che "siamo tutti nella stessa barca" e che oltre a salvare il salario, è necessario salvare le professionalità. In particolare l'esperienza "culturale", radicata all'interno degli IRRE che in questi ultimi è stata impoverita da un esodo di professionalità, dovuto alla situazione d'incertezza. Non si può pensare un ente "macrocefalo" ma bisogna immaginare un Ente ben radicato nel territorio. Quindi, non si possono chiedere solo stabilizzazioni a prescindere dalle professionalità di cui l'ente necessita.

  • 12:35

    Per Sara Pagliai, ex Indire, è importante far emergere il ruolo internazionale e la mission europea di questo istituto. L'istituto, infatti, non gestisce progetti europei in maniera saltuaria, estemporanea ma questa attività è parte importante della programmazione e delle attività dello stesso.

    All'interno dell'Agenzia Scuola opera, infatti, l'agenzia Nazionale per il Programma LLP (Comenius, Grundtvig, Erasmus e Visite di studio). Ogni anno vengono gestiti circa 60 milioni di euro per supportare - tra le varie cose - la progettazione delle scuole, la formazione dei docenti in Europa e per permettere la mobilità degli alunni, dei discenti adulti e degli studenti Erasmus. Questi fondi in Italia sono gestiti con successo interamente da un personale con contratti di precariato (tempo determinato - fino al 2011 e di collaborazione).

    La Pagliai si augura due cose per il futuro: che l'Europa sia parte sempre più importante nella mission dell'Ente che verrà e che coloro che da anni si occupano di Europa possano finalmente avere un contratto decisamente più stabile.

    Come già fatto da Antonella Turchi, anche la Pagliai sottolinea l'importanza della collaborazione con i nuclei territoriali, con i quali (dopo un primo momento di difficoltà) si è realizzata una buona sinergia che permette di dare in maniera più capillare supporto alle scuole, di monitorare e valorizzare al meglio i progetti del programma LLP.

  • 12:30

    Nel suo intervento Antonella Turchi, ex Indire, si sofferma in particolare su tre considerazioni:

    • necessità di un soggetto esterno alla scuola, che svolga attività di documentazione, formazione, ricerca, monitoraggio ai vari livelli del sistema scolastico: internazionale, nazionale, regionale, locale.

    • Necessità di un soggetto che metta in atto un sostegno alle politiche scolastiche nel loro insieme e all'autonomia delle istituzioni scolastiche nel loro specifico, in modo di valorizzare le specificità territoriali, in un'ottica di ricerca e innovazione internazionale e nazionale.

    • Valorizzazione di professionalità provenienti dal mondo della scuola e dai settori della documentazione, della formazione, della ricerca e dei sistemi informativi, dalla cui sinergia possa scaturire un intervento in grado di dare una risposta alle esigenze della scuola e di essere propulsivo ed incisivo per e sull'intero sistema scolastico.

Torna l’appuntamento in cui le lavoratrici
e i lavoratori di scuola, università, ricerca
e AFAM possono far sentire la loro voce.

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