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Il convegno si conclude con l'intervento di Domenico Pantaleo, segretario generale FLC Cgil.

La FLC Cgil, esordisce Pantaleo, vuole essere parte di una rete che promuove l'interculturalità. Il tema del nostro convegno va in netta controtendenza rispetto ad un clima culturale di esclusione e di ricerca di nicchie identitarie.
Non è solo un fenomeno nazionale ma lo notiamo anche in Europa ed è frutto anche della crisi economica e sociale che viviamo.
Le vittime principali di questa crisi sono i precari e gli immigrati. A questo occorre aggiungere che le politiche del governo sono di stampo razzista e non bisogna avere paura di denunciarlo. Il "pacchetto sicurezza" ha questa impronta e induce comportamenti intollerabili per una società civile.

Tutto ciò ha un riflesso sull'istruzione e bisogna evitare che si sviluppi una contaminazione regressiva in un ambiente che fino ad oggi è stato in grado di dare risposte e pratiche positive di accoglienza e inclusione.

Le politiche del MIUR, anche rispetto al tema dell'intercultura, sono insufficienti e negative. Intercultura non può essere assimilazione. Sostenere, come fa la Gelmini, che le tradizioni culturali e religiose cattoliche sono la base dell'integrazione, significa negare l'interculturalità.
Non è intercultura ma emarginazione, prosegue Pantaleo, se nella secondaria si tende ad indirizzare gli immigrati nella formazione professionale e non è inclusione ma esclusione, la politica di tagli del tempo pieno e dei moduli nella primaria.
Proporre il tetto del 30% alla presenza di alunni immigrati nelle classi, senza specificare se si intendono alunni neo arrivati nel nostro paese o semplicemente alunni privi di cittadinanza, e senza dire come si fa, chi e dove si deve spostare da una determinata classe o scuola, è pura demagogia.

Pantaleo sottolinea che occorre battere il razzismo ed il diffondersi di una cultura incivile, sviluppando sienergie e alleanze tra scuola e territorio, con le famiglie, con le associazioni che operano nel sociale, facendo della scuola luogo di scambio e di relazioni interculturali. È, però, altrettanto necessario elevare la qualità della scuola, perché qualità vuol dire maggiore capacità inclusiva.

L'incremento della selezione che si è verificato è indice non di qualità, ma di impoverimento progressivo del sistema formativo di cui fanno le spese soprattutto gli immigrati e la popolazione del sud Italia.

La politica dei tagli di organici, di risorse, di tempo scuola, sottolinea Pantaleo, determinano abbassamento della qualità e della capacità di promozione e inclusione. La FLC reagisce a tutto ciò ed è anche per questo che è stato proclamato lo sciopero dell'11 dicembre.

Intercultura significa cambiare il modo di impostare i curricoli, di formare il personale; significa contaminazione dei saperi, significa ripensamento e innovazione delle metodologie didattiche.

L'autonomia scolastica, conclude Pantaleo, se dotata di maggiori risorse economiche e di personale, se potenziata nella sua esclusiva dimensione progettuale, potrà avere un ruolo importante nel favorire questi processi positivi.