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L'autonomia funzionale delle scuole

Armando Catalano, già dirigente FLC oggi dirigente scolastico, ha parlato di spese improprie (tarsu, supplenze ecc.) a carico delle scuole, conseguenti a una malintesa autonomia. Autonomia non significa che la scuola è un centro di spesa ad arbitrio della dirigenza. È "un'autonomia funzionale che vive di trasferimenti". I contributi dei genitori devono servire per interventi migliorativi e non per anticipazioni per conto del Miur, o per consentire alla scuola di dare una minima offerta formativa. Prendendo atto delle valutazioni del professor Degni sul bilancio di cassa, Catalano ha detto che però vanno messi dei paletti, il primo dei quali è il ripristino del finanziamento per il funzionamento ordinario e amministrativo, il secondo riguarda la certezza dei finanziamenti. Non si può, come è stato fatto finora, tagliare in corso d'opera. L'autonomia, inoltre, non è abbandonare le scuole a se stesse, il finanziamento deve avere anche una funzione perequativa: dare di più dove c'è più bisogno. Per questo teme che il federalismo finisca per accentuare differenza e diseguaglianze. Le Associazioni di scuole autonome potrebbero fronteggiare e arginare questa deriva, associazioni non autoreferenziali, ma rappresentative di tutti i soggetti interessati alla scuola. Ha chiesto una legge che formalizzi questa rappresentanza.

La privatizzazione della scuola pubblica

Nando Tribi, Dsga di un tecnico-professionale di Piacenza, ha spiegato le pesanti responsabilità che sente chi amministra la scuola quando prende iniziative obbligatorie per il funzionamento per poi scoprire mesi dopo che non ci sono i finanziamenti ordinari per quelle spese. Il contributo delle famiglie copre il 47% delle attività didattiche e oltre ¼ del bilancio. Sottraendo risorse lo Stato privatizza di fatto la scuola pubblica. Ma anche le famiglie sentono il peso della crisi: "nella nostra scuola – dice – il 10% delle famiglie contribuisce finanziariamente a tutte le attività della scuola, ma ben il 50% non ha alcuna possibilità di contribuire ad alcunché". Con la conseguenza che nella scuola pubblica si riproducono le diseguaglianze. Costringere le scuole a vivere di soli contributi privati, da enti locali e imprese del territorio, significa esporle al rischio di lavorare solo su progetti con ritorno economico, a prescindere dalla qualità. Lo Stato si sta ritirando dal finanziamento ordinario e a maggior ragione nega alcun investimento sulle scuole: niente nuove tecnologie, niente laboratori... In questo modo l'impoverimento è generale.

La scuola sta perdendo le difese immunitarie

"Il mio mestiere è garantire il diritto all'istruzione" dice Pancrazio Toscano, dirigente scolastico di una scuola media di Matera con 500 alunni. "Non accetto di trovare mille espedienti per non interrompere il pubblico servizio, la prestazione agli alunni", lavorando (diminuendo di fatto) il tempo scolastico. Toscano denuncia anche il clima ostile in cui lavora la scuola: le tolgono i mezzi per poi dire che non funziona. Si stupisce che nessuno denunci dirigenti e docenti per il restringimento dell'offerta formativa. In 3 anni la scuola ha speso 200 mila euro per supplenze e sostituzioni che non poteva evitare: il Miur ne ha ridati 60 mila e sul resto da risposte evasive. Vorrebbe intraprendere un'azione legale per recuperare i crediti. Con toni molto accorati Toscano descrive lo stato della scuola nel suo insieme, che sta perdendo le sue difese immunitarie e da luogo di libertà sta diventando cinghia di trasmissione del potere, luogo di servilismo. "La scuola è debole – continua – anche per il silenzio del mondo accademico", dai pedagogisti, ai filosofi, agli economisti, ai giuristi... Paventa anche il prossimo federalismo: "la regionalizzazione dell'istruzione è la morte della scuola" che deve formare cittadini del mondo. Il federalismo si innesta sul deficit della cultura del territorio.

Decreti ingiuntivi per recuperare i crediti

Solo in Lombardia le scuole hanno crediti verso il Miur per un totale di 200 milioni di euro, di cui oltre 100 sono stati spesi per le supplenze. Sono i dati che fornisce Raffaele Ciuffreda, responsabile dirigenti scolastici FLC Lombardia. La situazione è nota al Miur che dichiara l'esistenza di un avanzo. Ciuffreda respinge le bacchettate contro dirigenti e direttori che secondo l'amministrazione (anche quando era ministro Fioroni) sprecano. E invece i crediti (le spese che le scuole anticipano) aumentano e le scuole si vedono costrette a ridurre il tempo scuola e si barcamenano a danno della qualità della prestazione.

Poiché la situazione diventa insopportabile, il Lombardia molte scuole si rivolgono ai giudici e sono già arrivati all'Ufficio scolastico regionale ben 300 decreti ingiuntivi.

Informare sullo stato dei bilanci delle scuole

In Puglia la spesa per alunno (circa 5.800 euro) è la più bassa d'Italia, scarsa è l'offerta di servizi scolastici, quasi tutti gli istituti hanno gravi problemi strutturali. Paolo Peluso, segretario generale della FLC regionale descrive in pochi fotogrammi la situazione. A cui si aggiungono i tagli lamentati da tutte le scuole d'Italia. L'impoverimento economico ha poi delle conseguenze sui comportamenti: il ritardo enorme con cui vengono pagate al personale le attività aggiuntive provoca disaffezione e sfiducia. E si parla di personale che contribuisce di tasca propria per acquisire materiali didattici. In una situazione svantaggiata in partenza come quella pugliese è difficile raggiungere standard qualitativi elevati.

Peluso propone di rafforzare e diffondere sul territorio l'informazione sullo stato dei bilanci delle scuole anche per arginare il tentativo di scaricare la colpa su dirigenti e Dsga, come tenta di fare il Ministro per metterli a tacere.

La collaborazione tra scuole e famiglie

Irene Parlagreco, Dsga di un istituto comprensivo di Scandicci in provincia di Firenze, ha consegnato un documento scritto dai genitori e dal personale delle scuole del comune. I tagli agiscono fin dalla scuola dell'infanzia che finora riusciva ad accogliere la totalità dei bambini e adesso deve respingere. Per il Miur va bene così visto che "non è scuola dell'obbligo". La scuola primaria non può più garantire il tempo pieno neanche alle famiglie che lo hanno richiesto; si affollano le classi e non si garantisce lo spazio minimo (1,80 mq a bambino) per la sicurezza; l'inglese verrà insegnato da docenti non specializzati. Anche nella scuola media si è ridotto il tempo scuola e non ci sono più ore per laboratori, uscite didattiche e altri progetti pur previsti dal Pof. Per portare i ragazzi ai musei i docenti hanno "regalato" ore straordinarie. In assenza di un insegnante i ragazzi vengono affollati in altre classi perché mancano i soldi per pagare le supplenze. Anche nella scuola superiore viene tagliato il tempo scuola. Nei tecnici e professionali vengono tagliate, in seguito alla "riforma", proprio le materie professionalizzanti.

E intanto le scuole della Toscana hanno accumulato crediti tra i 150.000 e 250.000 euro.

Anche Angela Nava del Comitato dei genitori democratici ha sollecitato una forte mobilitazione di tutti i soggetti interessati contro l'impoverimento di risorse umane ed economiche della scuola pubblica, sapendo che essa gode ancora di una forte credibilità presso le famiglie.

Fare chiarezza sui residui

Per Claudio Innamorato della FLC regionale del Piemonte va fatta estrema chiarezza per quel che riguarda la situazione pregressa delle scuole. A questo proposito è improprio e sarebbe molto penalizzante per le scuole prendere a riferimento, ai fini del saldo, solo quei residui attivi a cui corrispondono analoghi residui passivi. Inoltre il passaggio al bilancio di cassa, previsto dalla legge 196/2009, penalizzerebbe ulteriormente l'autonomia scolastica.

Cosa sta facendo il Miur

Ambasciator non porta pena, si potrebbe dire dopo avere ascoltato l'intervento di Franca Vorgnano, dirigente del Miur, che ha spiegato che si stanno coprendo le spese per l'esercizio attuale: quelle per gli esami di stato sono coperte, quelle per le supplenze lo saranno in base alle nomine fatte e che i fondi contrattuali sono intangibili in quanto vincolati al pagamento del salario accessorio dei dipendenti. Resta il nodo irrisolto del pregresso, oggetto di confronto con il Mef. Da due anni sono stati tagliati i fondi il funzionamento amministrativo e didattico, pari a 260 milioni di euro): ne sono stati erogati 60 milioni per l'anno scorso e se ne aspettano altri 60 per quest'anno. Il ritardo dei finanziamenti della legge 440/97 è dovuto all'iter parlamentare particolarmente difficoltoso: il decreto per lo scorso anno è stato firmato a febbraio.

Concludendo il suo intervento informativo, la dottoressa Vorgnano ha espresso le sue riserve sul passaggio al bilancio di cassa che inciderebbe negativamente soprattutto di fronte al federalismo fiscale che produrrebbe diseguaglianze nella distribuzione dei fondi.