Ricerca è futuro, assemblea della ricerca pubblica in mobilitazione

  • 13:45

    Con alcuni minuti di ritardo rispetto ai tempi previsti, l'assemblea si conclude con l'intervento di Domenico Pantaleo, segretario generale FLC CGIL.

    In allegato pubblichiamo il testo del suo intervento.

  • 13:23

    L'assemblea prosegue con alcuni contributi relativi agli enti di ricerca soppressi. In allegato i testi degli interventi di·

    • Emilio Campana, dirigente di ricerca INSEAN

    • Antonio Vincenti, ricercatore ISAE

    • Marina Camusso, segreteria regionale FLC CGIL Lombardia

    • Armando Pelliccioni, ricercatore ISPESL

  • 13:15

    L'assemblea prosegue con un dibattito al quale hanno partecipato

    • Raffaele Di Stefano, ricercatore precario INGV

    • Gianni Fuga, FLC CGIL Roma Centro

    • Susanna Conti, dirigente di ricerca ISS

    • Augusto Palombini, ricercatore precario CNR

    In allegato i testi dei loro interventi.

  • 13:00

    Anche l'intervento di Enrico Garaci, presidente ISS, inizia sottolineando come la ricerca soffra da anni di problemi mai veramente risolti, in particolare scarsi finanziamenti e carenza di ricercatori. In modo provocatorio si chiede se sussistono ancora le motivazioni per le quali furono istituiti gli EPR, con la loro missione differente da quella universitaria.

    Annuncia che i Presidenti degli Enti stanno organizzando un convegno che, andando oltre le solite giustificate lamentele, analizzi la funzione degli EPR. Il rischio attuale è quello di perdere l'identità, con tutte le drammatiche conseguenze che ciò comporterebbe. Infatti, gli EPR svolgono funzioni di ricerca e di servizio, alle volte integrate, che sono essenziali per lo sviluppo del Paese. Si augura un'ampia partecipazione al convegno a cui i sindacati sono invitati.

    Garaci sottolinea che i Presidenti non sono contrari ai processi di riorganizzazione, basta che questi non si traducano unicamente in tagli per realizzare un risparmio di cassa. Quello che infatti è inaccettabile è che gli EPR vengano chiusi in base ad una legge finanziaria e non da provvedimenti che riguardano il riordino del settore. Invita, inoltre, ad intervenire su questa legge finanziaria focalizzandone alcuni punti. Tra i principali indica: il taglio del turn-over che impedisce la programmazione degli Enti e preoccupa soprattutto in relazione al trend dei pensionamenti in corso. Sottolinea pertanto di chiedere una deroga, considerando che comunque gli EPR hanno il vincolo del limite dell'80% del bilancio per le spese del personale. Il secondo punto importante è la riduzione del 50% dei contratti sul FFO. In questo caso, nota, ci sono evidenti incongruenze giuridiche perché la legge non può essere immediatamente applicabile se un contratto è in atto. Questo taglio si somma a quello sul turn over producendo danni enormi. Terzo punto, la diaria sulle missioni estere. Anche se può sembrare di minor importanza, incide pesantemente sulle attività internazionali ed è inoltre offensiva perché presume che il ricercatore l'abbia prevista “ingiustamente” fino ad oggi.

    Garaci evidenzia poi come la chiusura di certi Enti sia più un danno che un risparmio perché oltre alla perdita di funzioni si elimina anche la possibilità di partecipare a finanziamenti europei possibili solo per gli enti di ricerca. Dichiara, infine, la sua disponibilità ad impegnarsi nelle battaglie contro la manovra del Governo.

  • 12:10

    Gianni Durando, ricercatore dell'INRIM, dopo aver ricordato che Salvo era un esperto di termodinamica, ha sottolineato come abbia portato il suo rigore scientifico nell'attività sindacale ed in particolare nella capacità di saper coniugare gli aspetti di sistema con le situazioni particolari. Ha, infine, ricordato con commozione il primo incontro nel 1998, durante la stesura della propria tesi di laurea, e l'ultimo il 14 giugno scorso.

  • 12:00

    Interviene Francesco Lenci, consiglio scientifico generale del CNR. Dopo un commosso ricordo di Salvo, con il quale aveva iniziato a lavorare sull'iniziativa odierna, sottolinea come i problemi della ricerca siano vecchissimi e mai superati e il delicato momento che il CNR sta affrontando e dal quale dipenderà il suo futuro.

    In relazione alla stesura dello statuto, indica due aspetti che sarà necessario sottolineare: l'autonomia dell'Ente e la coerenza con la Carta Europea dei Ricercatori. In particolare, nello statuto dovrà esser messo in evidenza il carattere interdisciplinare del CNR e la sua finalità principale ovvero consentire a tutti i ricercatori di orientare le proprie attività all'ampliamento delle conoscenze, alla ricerca di base. Infatti, è noto che la tecnologia avanzata e innovativa parte da questa ricerca, quella libera, di allargamento della conoscenza che richiede un lungo impegno, tempo e che non può prevedere a priori una ricaduta applicativa. A tale proposito ricorda come nel 1995 dodici presidenti delle più grandi compagnie industriali americane sollecitarono con un pubblico appello il Presidente USA a finanziare la ricerca di base per l'importanza che questa aveva per i loro investimenti. Qui, invece, con qualche eccezione per pochi settori, la maggioranza dell'opinione pubblica considera la ricerca di base solo un costo. Lo pensa chi ha confinato l'attività di ricerca nei “progetti”, nelle “commesse”. I progetti prefigurano “prodotti” sui quali essere valutati, cosa che la ricerca di base non ha. Ma nessuno può costruirsi un background culturale lavorando solo su progetti.

    Non ci si può poi lamentare, sottolinea Lenci, della fuga dei cervelli. Nessuna azienda investe nella formazione e poi si lascia sfuggire il valore creato lasciandolo andare all'estero, nel migliore dei casi, o a perdersi su altre strade.

    In conclusione dell'intervento, Lenci lancia un appello per un maggior impegno della comunità scientifica sul disarmo, allineandosi alle tante iniziative che stanno nascendo nel mondo sulla spinta della nuova speranza data dalla presidenza Obama.

    Scarica l'intervento integrale.

  • 11:40

    All'assemblea di oggi sono stati invitati a partecipare i rappresentanti delle forze politiche. Ha raccolto il nostro invito Achille Passoni, Partito Democratico.

    È in atto, esordisce Passoni, un'operazione sull'istruzione, sulla ricerca e sulla cultura che è devastante, sia per chi è precario che vede bloccate le stabilizzazioni, sia per chi deve lavorare tutti i giorni nella ricerca e non sa cosa succederà al proprio istituto.

    Il Governo con questi interventi, sottolinea Passoni, sta ipotecando un futuro ancora più difficile perchè se non si investe in conoscenza e qualità della ricerca rischiamo di rimanere fuori dal sistema nazionale e non essere competitivi in Europa e nel mondo. Gli effetti dei tagli operati sui settori della conoscenza non sono immediatamente percepibili; per quanto riguarda i tagli della scuola per esempio a settembre ne vedremo le conseguenze sulla scuola elementare e sulle superiori.

    I lavori delle commissioni parlamentari riprenderanno a breve la discussione sulla riforma dell'università (DDL Gelmini) che dovrebbe terminare entro l'estate. Purtroppo, dice Passoni, assistiamo ad un insieme di interventi che frantumano e destrutturano i settori della conoscenza e noi dovremmo provare a mettere qualche tassello per intervenire a modificare questi provvedimenti.

    Passoni interviene anche sui contenuti della manovra economica. Per quanto riguarda la ricerca, le misure previste complicano anche il processo di riordino degli enti avviato, che pure non era esaustivo e conteneva molte criticità. Non è affatto chiaro ciò che il Governo intende: attualmente è prevista la soppressione di quattro enti, ma si parla che altri verrebbero reinseriti nel maxi emendamento. Tutti negano, ma alla fine le sorprese potrebbero esserci. I capitoli che riguardano la ricerca sono anche altri: ci sono interventi sui precari con il blocco delle stabilizzazioni, la riduzione del 50% dei contratti precari, il blocco della contrattazione di primo e di secondo livello, ecc.

    Nei prossimi giorni la situazione si farà sempre più difficile visto l'annuncio di un maxi emendamento i cui contenuti sono molto incerti e l'opposizione da sola non ce la può fare. “Accanto alla battaglia parlamentare che noi portiamo avanti - dice Passoni - è necessario affiancare anche quella delle forze sociali e del sindacato. Abbiamo bisogno di costruire con voi una posizione spendibile. Se riusciamo a tenere insieme una battaglia sulla manovra con una proposta organica di riordino degli enti saremo più forti”.

    Passoni, rivolgendosi al sindacato, afferma “vi chiediamo pertanto di aiutarci, ora la battaglia si sposta al Senato e nei prossimi giorni è necessario intensificare le iniziative di mobilitazione”. Conclude facendo riferimento alla prossima festa dell'Unità qui a Roma, dove è previsto uno stand fisso sulla ricerca che ospiterà tutti gli enti con iniziative specifiche del settore.

  • 11:10

    La relazione introduttiva che apre la seconda parte dell'assemblea è di Gabriele Giannini, responsabile struttura di comparto della ricerca FLC CGIL.

    La relazione, spiega Giannini, costruita intorno ad un lavoro già iniziato da parte di Salvo Merlo, è una panoramica sulle difficoltà della ricerca in Italia e del ritardo che si è accumulato su questo terreno rispetto ai maggiori partner europei e mondiali. Il mancato raggiungimento degli obiettivi di Lisbona conferma questa analisi. Alla cronica difficoltà delle imprese di innovare e di scommettere sulla ricerca per uscire dalla crisi, si aggiunge il non roseo quadro della ricerca pubblica, costituito dall'Università e dalla rete degli Enti pubblici di ricerca. La ricerca, prosegue Giannini, che dovrebbe essere uno dei settori su cui puntare per uscire dalla crisi, continua a non essere una priorità per questo governo. Le politiche non vanno nella direzione giusta, anzi, i provvedimenti contenuti nella manovra sono un vero e proprio terremoto sul sistema degli enti pubblici di ricerca. Precarietà, riordini continui, blocco delle assunzioni e soppressione di enti, sono un pacchetto di misure che non consentono nessuna crescita dimensionale e di qualità del sistema, strozzato anche dalla riduzione dei finanziamenti. Questo mentre gli altri grandi paesi europei, pur impegnati in manovre di contenimento della spesa pubblica, non tagliano i settori della conoscenza (scuola, alta formazione e ricerca). Da noi, invece, la ricerca è solo un costo. Si vuole una ricerca piegata alla logica d'impresa, meno autonoma, precaria, meno libera.

    La FLC CGIL chiede un massiccio piano di reclutamento e il superamento del blocco del turn-over, per uscire dalla precarietà dilagante e per rilanciare la ricerca, a partire da quella pubblica; di salvaguardare l'autonomia degli enti e dei ricercatori; di incrementare le risorse; di eliminare dalla manovra i provvedimenti di soppressione di enti, per rinviare ad uno specifico disegno di legge le ipotesi di riassetto del sistema.

    Le iniziative di mobilitazione messe in atto in questi giorni sono la legittima risposta delle lavoratrici e dei lavoratori del settore all'attacco che è stato portato alla ricerca pubblica. Occorre sostenere la mobilitazione per richiamare l'attenzione del Paese su questi temi. Smantellare la ricerca significa rinunciare al futuro, soprattutto delle giovani generazioni.

    Per questo, conclude Giannini, la FLC CGIL è impegnata nell'organizzazione degli Stati Generali della Conoscenza che si terranno il prossimo autunno.

    Scarica la relazione integrale.

  • 11:00

    Nel suo commosso intervento Amerigo Maresci, UILPA UR AFAM, ha ricordato il carattere mite di Salvo: anche nei momenti più difficili, di contrapposizione, era in grado di trovare il punto di equilibrio e di sintesi fra le varie posizioni. Non è un caso che il CNR è l'unico ente in cui si è stato mantenuto il tavolo sindacale confederale. Ha sottolineato, inoltre, l'impegno instancabile di Salvo anche durante la malattia e condiviso le parole di Pantaleo che impegnano la FLC a “restituire” alla famiglia almeno un po' di quanto aveva dato Salvo al sindacato.

    Marcello Leoni, CISL Università, ha sottolineato come mai avrebbe immaginato di dover intervenire in una simile occasione. Ha ricordato di aver conosciuto Salvo ai tempi delle prime battaglie per la stabilizzazione dei precari negli Istituti di Ricerca. Il sorriso, la mitezza ma al tempo stesso la tempra del combattente erano i tratti fondamentali del suo carattere. Era un punto di riferimento per tutti, prosegue Leoni, indipendentemente dalla sigla sindacale. Conclude il suo intervento apprezzando l'impegno di Pantaleo di ricordare nel tempo Salvo Merlo.

  • 10:45

    Il Segretario generale della FLC CGIL, Domenico Pantaleo, con il suo intervento oltre a ricordare la figura di Salvo Merlo, esprime l'affetto e la solidarietà di tutto il nostro sindacato alla moglie, presente in sala, e alla sua famiglia.

    Pantaleo dice di aver conosciuto Salvo nel 2008, quando la sua malattia era già in corso, e fin da allora ha potuto apprezzare la sua serietà e la straordinaria capacità, anche nei momenti difficili, di essere realista ed equilibrato. Soprattutto, sottolinea Pantaleo, “ho ammirato il suo coraggio nell'affrontare la malattia”. Non voleva lasciarsi condizionare dal suo stato di salute e per questo voleva fortemente essere presente nelle attività del sindacato. Quando non poteva farlo fisicamente partecipava, ad esempio, alle riunioni della segreteria nazionale in videoconferenza.

    Pantaleo ripercorre sinteticamente la storia professionale di Salvo, molto simile a quella di tanti giovani ricercatori che abbandonano la propria terra e i propri affetti per andare a studiare lontano, per poi passare a delle esperienze lavorative all'estero. Quindi, l'arrivo al CNR dove Salvo si è impegnato molto per rafforzare la presenza del nostro sindacato nel più grande ente di ricerca in Italia.

    “Salvo ha sempre avuto ben chiaro il senso della sua funzione e si è sentito responsabile in prima persona verso il sindacato, i lavoratori, i suoi colleghi di lavoro. Ha sempre cercato di tessere la tela dei rapporti unitari, considerato valore fondamentale”, lo diceva sempre Salvo, come ci ricorda Pantaleo, e nel realizzare questo si è speso tantissimo, anche nei momenti più difficili.

    Tra le qualità di Salvo, ne ricorda una in particolare: “mettersi al servizio degli altri”. È stata una scelta che ha assunto in pieno e che non ha abbandonato neppure negli ultimi momenti della sua vita. Nell'ultima telefonata con Pantaleo, i pensieri di Salvo erano rivolti all'iniziativa di oggi, a cui aveva tanto lavorato per prepararla: “non dobbiamo rimandarla, posso parteciparvi in teleconferenza”, sono le frasi che il segretario generale ricorda. E ancora, Salvo guardava già al futuro, agli Stati generali della conoscenza che la FLC CGIL ha programmato per il prossimo autunno.

    La FLC CGIL, conclude Pantaleo, vuole ricordare il nostro compagno scomparso con alcune iniziative specifiche e sarà impegnata a mantenere vivo il suo ricordo, onorando il suo esempio di “come si sta in una organizzazione”. Intendiamo, soprattutto, guardare al futuro delle persone che gli erano più care. In questa direzione il nostro sindacato attiverà una borsa di studio in favore delle due figlie che Salvo amava tanto.

    Un prolungato applauso, con i partecipanti all'assemblea in piedi, accompagna il saluto del segretario generale.

Torna l’appuntamento in cui le lavoratrici
e i lavoratori di scuola, università, ricerca
e AFAM possono far sentire la loro voce.

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