Assemblea Nazionale Quadri e Delegati FP CGIL e FLC CGIL

  • 13:00

    Il commento di Domenico Pantaleo

    "Questa grande assemblea delle RSU del pubblico impiego ha dimostrato una volta di più la determinazione delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici nel rivendicare il diritto a rinnovare le RSU entro marzo.

    Per queste ragioni siamo pronti a concordare un intesa sulla composizione dei comparti contrattuali a condizione che contemporaneamente si indichi la data delle elezioni.
    Chiediamo un atto di responsabilità a Cisl e Uil. Al congresso della Cgil Bonanni e Angeletti hanno sostenuto che loro erano pronti a rinnovare le rsu in autunno. Siano coerenti con quelle affermazioni!

    La FLC e la FP CGIL, in assenza di un'intesa, metteranno in campo tutte le iniziative possibili per votare a marzo".

  • 12:30

    Una lunga ovazione ha tributato a Guglielmo Epifani l’assemblea dei delegati dei settori pubblici, quando ha detto che questa è una delle sue ultime apparizioni come segretario generale della Cgil. Una testimonianza d’affetto per la sensibilità che ha sempre dimostrato verso i servizi pubblici e la conoscenza, ritenendoli elementi essenziali dello sviluppo, della democrazia e dei diritti di cittadinanza.
    E questi concetti Epifani li ha riproposti, oggi, nel suo commiato.

    Sulle elezioni delle RSU il segretario non ha lasciato dubbi. La CGIL rivendica il diritto dei lavoratori a votare, una elementare regola democratica, che non può essere cambiata a seconda della convenienza.

    Su questo ha richiamato le responsabilità del governo, che non perde occasione per ricordare il mandato ricevuto dagli elettori ma nega il voto a milioni di lavoratori pubblici.

    E sull’operato del governo Epifani è stato durissimo. Il nostro Paese non merita un governo che da 3 mesi – ha detto indignato – si occupa d’altro e non dei problemi reali, della poca crescita e della molta disoccupazione, portandoci alla paralisi.

    La situazione critica del nostro Paese – ha detto – è conseguenza degli errori del governo. “Lo avevamo previsto e i fatti ci hanno dato ragione”. La manovra economica di luglio è, per un verso, in linea con quanto si sta facendo in Europa per far fronte alla crisi. Ma, per un altro verso, ci allontana dall’Europa e dai paesi più avanzati. Proprio perché, a differenza degli altri, in Italia non si è investito nel settore pubblico. Altrove, università, scuola, ricerca sono considerati fattori di crescita e motori per uscire dalla crisi. Laddove si è tagliato, non si è però abbassato lo standard di qualità dei servizi, che era già superiore al nostro. In Italia i tagli lineari, senza alcuna selezione colpiscono non solo la qualità del sistema, ma anche e soprattutto i ceti più deboli, i giovani prima di tutto.

    Crisi o non crisi, l’Italia è sempre in coda su sviluppo e occupazione. La Germania che stava nelle nostre stesse condizioni ha una ripresa 3 o 4 volte superiore alla nostra e in un paio d’anni ritornerà alla situazione del 2008, all’Italia occorreranno 8 anni. Nonostante il governo non abbia dovuto fare pesanti interventi finanziari per salvare il sistema bancario, restiamo indietro. È mancata la politica: politica industriale, economica, per lo sviluppo. Persino il Presidente Napolitano ha denunciato la mancanza di una politica industriale, senza la quale non c’è competitività.

    Gli altri hanno cercato soluzioni, anche facendo pagare chi ha di più, usando la leva fiscale. L’Italia è l’unico paese che tassa pesantemente stipendi e pensioni, taglia e deprime i consumi. Negli anni della crisi il prelievo fiscale sul lavoro dipendente è cresciuto di mezzo punto.

    I timidi segnali di ripresa riguardano settori che rappresentano il 20% del PIL. E l’altro 80%? Andrebbe stimolato con la domanda interna, investimenti anche a favore di reti pubbliche e reti sociali. E comunque se timida ripresa ci sarà, sarà senza occupazione, come ormai ammette pure Confindustria. Ma il governo non prova neppure a ridurre i danni. Risultato? 650 mila persone in cassa integrazione, 1 milione di posti di lavoro persi e migliaia di precari che stanno per perdere il posto.

    Sui lavoratori pubblici la manovra del governo incide parecchie volte, dal blocco della contrattazione nazionale e di quella integrativa, al blocco degli automatismi fino all’iniqua norma sulla previdenza riservata alle lavoratrici del pubblico impiego. Senza contrattazione nazionale gli stipendi resteranno fermi e il fiscal drag avrà ragione degli aumenti nominali. Senza contrattazione di II livello non ci sarà riorganizzazione del lavoro, niente stimolo alla produttività, niente efficienza di uffici e servizi con gravi ricadute anche sulla cittadinanza. È per questo che hanno paura delle elezioni nei posti di lavoro? Si è chiesto Epifani.

    Blocco dei contratti e blocco delle elezioni fanno parte di un disegno per cancellare il sindacato nei settori pubblici per almeno 3 anni. E non c’è nessuna garanzia per il dopo. Ha ricordato, come aveva fatto Dettori, gli impegni di Bonanni e Angeletti al congresso di Rimini per le RSU e li ha invitati a essere coerenti con quanto essi stessi hanno detto. “Non posso credere che abbiano paura di sottoporsi a una verifica”. Il segretario ha tenuto a precisare che la verifica della rappresentanza sindacale è una questione di democrazia ed è interesse di tutte le grandi organizzazioni avere un rapporto diretto con le persone a cui chiedono un mandato. Ha sfidato il ministro Brunetta a prendersi le sue responsabilità, perché il problema delle RSU lo riguarda direttamente, e invece su questo è stranamente silente. La CGIL firmerà l’accordo sui comparti. La loro riduzione porterà maggiore ordine nel lavoro pubblico, dunque la CGIL firma quando i contenuti lo meritano. Ma sulla data delle elezioni è pronta a dare battaglia.

    Epifani ha concluso ringraziando i lavoratori pubblici di avere portato dentro la Cgil l’orgoglio di chi sa di svolgere un lavoro importante e ha mantenuto questa consapevolezza anche di fronte ad attacchi odiosi (sono tutti fannulloni).

  • 12:25

    Difendendo le RSU si difendono i principi stessi della democrazia

    L'ultimo intervento prima delle conclusioni di Guglielmo Epifani è quello di Nicola Brunelli, tecnico-amministrativo RSU Università di Bologna.

    Parla dello scarso stupore che si può accompagnare al tergiversare sulle elezioni delle RSU, perchè CISL e UIL non sono evidentemente interessati a misurare la rappresentanza, perché Brunetta preferisce trattare con chi firma senza battere ciglio...

    Noi, la CGIL, invece difendiamo non solo le RSU ma gli stessi principi della democrazia, la nostra battaglia va contro chi vuole decidere da solo e imponendo leggi, è una battaglia per la democrazia, per la libertà.

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  • 12:20

    All'Istituto Tumori di Genova, dove Simonetta Astigiano svolge la sua attività, i lavoratori sono in stato d'agitazione dal 4 agosto contro il previsto accorpamento dell'Istituto all'Azienda ospedaliera San Martino.

    Un accorpamento rifiutato da tutti i lavoratori ed incomprensibile visto che l'Istituto si occupa di ricerca scientifica che è cosa ben diversa dal “curare” un paziente. Di fronte all'opposizione compatta dei lavoratori, efficace dice la Astigiano, poiché tutte le organizzazioni sindacali stanno lavorando unitariamente, si è giunti alla possibilità di mantenere distinti i due istituti ma affidarli ad un'unica dirigenza. Una scelta incomprensibile, che mina l'autonomia della ricerca.

    Una scelta motivata con esigenze di risparmio che non spiega però quanto possa essere vantaggioso “disorganizzare” ciò che è ad oggi ben organizzato. Non spiega quanto costerà questo accorpamento che avrà sicuramente come prime vittime, i 150 lavoratori precari dell'Istituto.

    Perché dunque, sia stata presa questa decisione, conclude Simonetta, resta una domanda inevasa.

  • 12:00

    Una scuola precaria è una scuola senza futuro

    Beatrice Trentini, docente precaria di Ferrara, si definisce una delle privilegiate essendo riuscita ad ottenere un contratto per 18 ore nel Liceo di Argenta. I tagli da quest'anno hanno coinvolto anche le scuole superiori creando una grave disparità tra gli studenti a seconda degli istituti. Mentre i Licei attuano la riduzione di orario solo in prima nei tecnici e professionali questo avviene anche nelle classi successive. Le materie più colpite sono proprio quelle caratterizzanti: laboratori ed esercitazioni. Come si può diventare cuochi senza esercitarsi in cucina: si diventa semplici conoscitori di ricette. Sono anche aumentati gli alunni per classe ma le aule continuano ad avere la stessa capienza e questo crea anche gravi problemi di sicurezza oltre che di funzionalità.

    Chi ci rimette per primo, ha aggiunto Beatrice, sono i ragazzi con maggiori difficoltà, mentre la scuola dovrebbe svolgere anche un ruolo di supporto e di sostegno proprio in queste situazioni e non lo può più fare. Anche i Centri Territoriali per l'educazione degli adulti sono stati mortificati impedendo di proseguire nelle importanti esperienze di integrazione e di lotta alla dispersione.
    Sono sparite le sperimentazioni senza alcun vero criterio di qualità ed i ragazzi si sono iscritti alla scuola superiore senza sapere quali corsi sarebbero stati attivati. Anche il personale ATA ha subito tagli gravissimi e ormai nelle scuole si rischia di utilizzarlo anche per mansioni diverse dalle proprie.

    Passando ai temi del precariato, Beatrice afferma con forza l'obiettivo della stabilizzazione di i tutti i precari: i posti ci sono, non si assume solo per risparmiare!
    I tagli colpiscono i precari invece di intervenire su sprechi e abusi: manca il coraggio di assumersi la responsabilità di intervenire puntualmente e in questo modo il taglio diventa indiscriminato.
    Anche il cosiddetto "salva precari" si è rivelato mortificante ed iniquo, non prevedendo alcuna risorsa aggiuntiva ma solo la salvaguardia dei punteggi.

    Beatrice ha concluso ricordando come anche in Emilia Romagna si sta sviluppando un clima vessatorio nei confronti dei lavoratori della scuola che esprimono la loro opinione.

    Qualche funzionario ha confuso la fedeltà alla Repubblica con quello verso il Governo e per questo persegue colleghi che si sono permessi di chiedere il rispetto della legalità e dei diritti dei lavoratori e degli studenti.

  • 11:50

    È la volta di Lorenzo Ludovisi, RSU nel Comune di Bologna, eletto per la prima volta nel 2007. In questi giorni a Bologna è impegnato ai tavoli di trattativa sul bilancio comunale. Anche in un Comune virtuoso come quello della sua città, dice, gli effetti dell'attacco portato dai provvedimenti del Governo alla contrattazione sono molto forti.

    Quello che ci viene prospettato, prosegue Ludovisi, è molto sinteticamente un forma di ricatto: lavorare di più guadagnando meno o, in alternativa, lo spettro e la responsabilità dei tagli ai servizi. In sostanza nessuna stabilizzazione dei precari, blocco delle progressioni orizzontali e verticali. A rischio quindi molti accordi aziendali, sui turni, sulle indennità varie, sugli incarichi di responsabilità.
    Una riorganizzazione del lavoro “al ribasso”, chiedendo da una parte ai lavoratori forti sacrifici e dall'altra offrendo meno servizi, meno assistenza ai cittadini. Situazioni peggiori si hanno in altri enti, come ad esempio la Provincia o nelle aziende sanitarie.

    Anche quello bolognese è un contesto di crisi diffusa dove migliaia di lavoratrici e di lavoratori finiscono dapprima mesi e mesi in cassa, poi in mobilità ed infine senza lavoro, e dove un sindacato come la CGIL è impegnato su tutti i fronti per ridurre i danni.

    • Il primo punto è la difesa del contratto nazionale.

    • Il secondo riguarda lo stato dell’arte del welfare in Italia e non solo, non a caso la settimana prossima saremo a Bruxelles per la manifestazione indetta del sindacato europeo in difesa del welfare del modello sociale europeo.

    • Il terzo ed ultimo punto è quello sul mancato rinnovo della rappresentanza sindacale di base.

    Qui in Italia, dove ogni spazio di democrazia conquistato è sempre passato dal mondo del lavoro, dobbiamo attrezzarci da subito con la preparazione delle liste, mettere avanti i lavori, essere pronti in ogni momento sperando di portare a casa tra qualche mese il risultato sperato. Ma questo non sarebbe sufficiente se non accompagnato da una chiara e forte richiesta: estendere a tutto il mondo del lavoro le RSU chiedendo alla politica una legge sulla rappresentanza sindacale mai come oggi necessaria.

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  • 11:45

    Le RSU sono una positiva risorsa e non un insopportabile intruso

    Sottolineando il momento drammatico che sta vivendo la ricerca in Italia, a Silvia Chiodi, ricercatrice CNR e RSU di Milano, appare ancor più indispensabile la funzione delle RSU.

    Cosa accadrà si chiede, con l'applicazione del decreto Brunetta e cosa accadrà se la presenza di questi indispensabili ricettori territoriali che sono le rappresentanze sindacali di base, verrà ostacolata? Le RSU rappresentano una positiva risorsa e non un insopportabile intruso!

    L'autonomia della ricerca è fortemente in pericolo. Gli accorpamenti indiscriminati degli Enti, si sommano ai tagli economici. Ai ricercatori si chiede una sempre più alta specializzazione e in cambio si danno contratti a progetto.

    Si propongono ricerche di altissimo profilo, per le quali poi non ci sono fondi e l'unico modo per portarle avanti è sottopagare i lavoratori, che supinamente accettano, nella speranza di essere un giorno assunti.

    Un pensiero, in particolare, Silvia Chiodi lo rivolge alle donne, per le quali le condizioni di vita lavorativa precaria rappresentano un ostacolo ad una vita personale felice e completa, ad una famiglia, a dei figli. È in questo quadro drammatico che la presenza delle RSU appare quanto mai necessaria.

  • 11:40

    “Esprimiamo la nostra piena solidarietà ai due milioni di lavoratori della Pubblica Amministrazione e della Scuola che chiedono di rinnovare le proprie RSU a novembre, così come previsto dalla legge. Di fronte a questa richiesta, la parte datoriale rappresentata dall'Aran, ovvero il Governo, ancora una volta vuole essere un esempio per tutti, impedendo questa espressione di democrazia e indicando una strada pericolosa di smantellamento dei diritti. Oggi per i pubblici dipendenti, domani?”.

    È quanto afferma Walter Schiavella, Segretario degli edili della Cgil, in un messaggio inviato alle categorie della FLC della FP Cgil, alla vigilia dell’assemblea nazionale dei quadri e delegati di oggi.

    “Ci auguriamo che l’Aran ed il Ministro Brunetta sottoscrivano al più presto con i sindacati rappresentativi l’accordo per indire le elezioni delle RSU della PA e della Scuola” prosegue Schiavella “e che tutti i sindacati difendano questo diritto senza se e senza ma, anche perché la legge sulla rappresentanza nel lavoro pubblico costituisce una delle più avanzate esperienze.
    L'affermazione dei principi di verifica della rappresentanza e di pratica della democrazia nei luoghi di lavoro diventano anzi centrali per qualsiasi ipotesi di rilancio ed estensione della contrattazione capace di contrastare gli attacchi cui essa è stata invece sottoposta".

  • 11:35

    Piena condivisione dei contenuti della nostra manifestazione, "tesa a ottenere basilari diritti di democrazia e rappresentanza", arriva da Agostino Megale, Segretario Generale FISAC CGIL (Federazione Italiana Sindacale Assicurazioni Credito). Anche NIdIL ha inviato un proprio messaggio.

    Gli interventi proseguono con Federica Pirozzi, precaria che lavora nella Sanità a Napoli. Parla della "complicata e peculiare situazione dei precari della sanità campana", condannati da una gestione politica singhiozzante alla precarietà.

    Descrive la vicenda normativo-giuridica iniziata nel 2006 (quando il governo Prodi aveva finalmente decretato, con la legge finanziaria, i requisiti per la stabilizzazione) e ancora non conclusa.

    Chiude il suo intervento ricordando, se ce ne fosse bisogno, che i precari sono persone, alla ricerca non di protezione ma di lavoro.

  • 11:25

    Un altro messaggio di adesione alla mobilitazione della Funzione Pubblica e della Federazione Lavoratori della Conoscenza, arriva dalla FILCAMS CGIL (Federazione Italiana Lavoratori Commercio Turismo Servizi), al nostro fianco "nella battaglia per la democrazia sindacale".

    Prima di passare all'intervento successivo, Paolo Serventi Longhi ricorda ai presenti che è possibile firmare per la proposta di legge di iniziativa popolare sulle fonti rinnovabili nell'atrio dell'Auditorium.

    Con le RSU abbiamo vinto una scommessa, ora vogliono togliercela

    Agata Azzariti, RSU del Ministero del Lavoro di Bari, esordisce salutando tutti i presenti e ringraziando le segreterie nazionali per avere organizzato questa importante occasione di confronto tra i delegati di luogo di lavoro.

    Oggi c'è chi vuole "uccidere" la contrattazione, ha proseguito Azzariti. Quando abbiamo iniziato la nostra esperienza di RSU, dice, c'erano tante speranze: era una vera scommessa. Sicuramente l'abbiamo vinta ma ora vogliono toglierci questi diritti.

    Il nostro ruolo, ha proseguito Azzariti, è stato di tutela dei lavoratori, ma anche quello di migliorare il servizio all'utenza.

    Anche il Ministro del Lavoro interviene per ridurre i diritti perfino sulla sicurezza nel lavoro.

    Che queste posizioni siano condivise e appoggiate da altri sindacati è per noi intollerabile, per questo siamo qui in tanti: per riaffermare i nostri diritti.

Torna l’appuntamento in cui le lavoratrici
e i lavoratori di scuola, università, ricerca
e AFAM possono far sentire la loro voce.

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